Salute 1 Settembre 2023 11:08

Al Santa Lucia IRCCS di Roma un progetto pilota di neuroriabilitazione di genitori colpiti da lesioni del sistema nervoso

Il nuovo protocollo sperimentale, realizzato in collaborazione con Unicredit, è basato su un approccio neuro-psicoterapeutico, per trattare l’appiattimento emotivo verso i figli causato dalla lesione 

Al Santa Lucia IRCCS di Roma un progetto pilota di neuroriabilitazione di genitori colpiti da lesioni del sistema nervoso

Una lesione al sistema nervoso centrale, sia essa causata da un ictus cerebrale, un trauma o una malattia, può provocare diversi disturbi neuropsicologici: dalla compromissione di funzioni cognitive come la memoria o il linguaggio ad alterazioni profonde del comportamento e della personalità.

Fondazione Santa Lucia IRCCS, con il supporto di UniCredit, ha dato il via ad un nuovo progetto pilota che intende affrontare un disturbo del comportamento emozionale molto specifico e purtroppo non infrequente nei genitori colpiti da lesioni del sistema nervoso: l’appiattimento affettivo verso i figli.

Il progetto è curato dall’equipe di ricerca del dott. Umberto Bivona, psicologo e ricercatore della Fondazione Santa Lucia IRCCS.

«La capacità genitoriale (nota con il termine inglese di parenting) e i disturbi ad essa associati sono oggetto di numerosi studi in ambito neuropsichiatrico – spiega Umberto Bivona, coordinatore del progetto. «La ricerca ha però raramente affrontato casi nei quali a generare il disturbo c’è una lesione del sistema nervoso e il nostro progetto pilota è volto ad offrire anche a questi pazienti un percorso terapeutico efficace e validato dalla scienza».

Le conseguenze affettive

Le persone colpite, pur tornando ad una vita autonoma, vedono ridotto o perdono del tutto il naturale trasporto verso i propri figli, non mostrando l’adeguata empatia per loro. Questa condizione, causata dalla lesione al sistema nervoso, è spesso fonte di sofferenza più per il figlio e per l’altro genitore che non per il paziente stesso che, proprio a causa della lesione cerebrale, può non essere pienamente consapevole delle proprie difficoltà nel prendersi cura dei propri figli, per cui spesso sperimenta e lamenta un senso di esclusione e una minore ricerca da parte dei figli nei propri confronti, senza però “capirne” la motivazione.

Il protocollo sperimentale

Il protocollo sperimentale, che nella prima fase del progetto includerà fino a 10 coppie genitori/figli, è basato su un approccio neuro-psicoterapeutico per facilitare l’interazione tra il genitore e il figlio con l’utilizzo di video, giochi interattivi ed esperienze pratiche di vario tipo, differenziati a seconda dell’età del bambino. L’obiettivo è restituire o potenziare le abilità del genitore in vari ambiti, incentivando risposte appropriate ai segnali positivi e negativi mostrati dal bambino e promuovendo l’interazione tra il genitore e il bambino, fino al ripristino del coinvolgimento emotivo negli scambi e nelle interazioni con il figlio, con il fine ultimo di migliorare il benessere psicologico dell’intera famiglia.

A seguire tutte le fasi del percorso saranno una psicologa psicoterapeuta e una specializzanda in psicoterapia. Il genitore sano del bambino sarà incluso nel progetto sia in ottica di supervisione, sia per restituire completezza alla famiglia e all’ambiente del bambino.

Prosegue il dott. Bivona: «Insieme a tutta l’équipe coinvolta, composta dagli psicologi Marta Aloisi, Eva Azicnuda e Valentina Bandiera, osserveremo i risultati lungo tutto il percorso sperimentale con il duplice obiettivo di rendere questo percorso personalizzato sulle necessità della coppia genitore/figlio e di garantire la riproducibilità di questa esperienza in modo da poter informare gli interventi degli specialisti in tutta Italia. Una valutazione neuropsicologica e clinica dedicata pre-trattamento e post-trattamento ci permetterà di verificare i risultati e l’efficacia del protocollo che abbiamo messo in campo”».

Le tempistiche

Il progetto è partito a giugno 2023 con la prima coppia: una mamma colpita da una lesione al sistema nervoso e suo figlio di 10 anni. Nel corso della fase pilota del progetto, che durerà 12 mesi verranno inclusi in questo percorso sperimentale pazienti ed ex-pazienti della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma.

«L’impegno di UniCredit nel sociale e verso le comunità si concretizza anche con il supporto a iniziative in grado di fornire risposte ai bisogni più sentiti». ha sottolineato Roberto Fiorini, Responsabile Region Centro di UniCredit. «Questa donazione è stata resa possibile grazie a UniCreditCard Flexia Classic Etica, il cui utilizzo prevede che il due per mille delle spese effettuate dai clienti vada ad alimentare, senza alcun onere a carico del titolare della carta, uno specifico Fondo destinato a diverse iniziative e progetti di solidarietà.»

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