Professioni Sanitarie 13 Dicembre 2022 10:40

Veterinari, Penocchio (FNOVI): «Falso che prescriviamo troppi antibiotici, vendite per animali dimezzate in dieci anni»

Gaetano Penocchio replica così all’infettivologo Matteo Bassetti che aveva puntato il dito contro i medici veterinari. Poi parla del registro tumori animali nato a Napoli: «Iniziativa di One Health, per stimolare la ricerca per l’identificazione di fattori eziologici comuni alla popolazione umana e animale»

Veterinari, Penocchio (FNOVI): «Falso che prescriviamo troppi antibiotici, vendite per animali dimezzate in dieci anni»

Dal ministro Schillaci si aspettano «disponibilità all’ascolto e alla collaborazione» i veterinari italiani. Parola del Presidente della FNOVI, la Federazione degli Ordini Veterinari Italiani, Gaetano Penocchio, che a Sanità Informazione parla anche di prevenzione vaccinale sugli animali e di approccio One Health che si manifesta plasticamente nel registro tumori, iniziativa nata a Napoli «per stimolare la ricerca per l’identificazione di fattori eziologici comuni alla popolazione umana e animale». Penocchio torna a criticare chi incolpa i medici veterinari di prescrivere antibiotici inutili agli animali, come fatto dall’infettivologo Matteo Bassetti recentemente. «Il recente rapporto sulle vendite di antibiotici ad uso veterinario, con tutti i limiti dichiarati per la tipologia dei dati raccolti, dimostra una significativa diminuzione delle vendite quindi dell’uso» spiega Penocchio, che sottolinea: «È ingeneroso e soprattutto non corretto leggere e sentire esternazioni che si fondano sulla non conoscenza dell’argomento».

Presidente, avete collaborato a Napoli alla creazione di un registro tumori animali. A cosa serve?

 «In estrema sintesi direi che è una iniziativa concreta di One Health. Diversamente da molti che usano queste due parole come riempitivo nei discorsi, Fnovi ha promosso un protocollo di intesa con CEROVEC e LILT, finalizzato all’implementazione del registro nazionale tumori animali e all’integrazione con l’omologo registro umano, per stimolare la ricerca per l’identificazione di fattori eziologici comuni alla popolazione umana e animale. Le ricadute comprendono diversi ambiti: monitoraggio ambientale, studi epidemiologici, potenziamento delle competenze di istopatologia veterinaria ed istopatologia comparata sul territorio nazionale. Implementare la cultura della prevenzione e i corretti stili di vita, con i Medici Veterinari al centro di iniziative di informazione sul corretto rapporto uomo-animale-ambiente è uno dei ruoli della nostra professione».

Si è da poco insediato il nuovo ministro della Salute Orazio Schillaci. Cosa vi aspettate da lui?

«Disponibilità all’ascolto e alla collaborazione».

La vaccinazione animale costituisce uno degli strumenti più efficaci per prevenire la diffusione di malattie infettive. Quali sono le più consigliate?

«La somministrazione del vaccino è solo l’ultimo step della prevenzione delle malattie infettive. Ogni animale ha un protocollo vaccinale che prende in considerazione oltre alle minacce ed alle condizioni epidemiologiche delle stesse, come minimo specie, età e ambiente di vita. Il medico veterinario, valutate tutte le variabili, definisce il protocollo vaccinale più adeguato. Per questo motivo i vaccini sono farmaci ad uso esclusivo del medico veterinario».

Avete recentemente polemizzato con l’infettivologo Matteo Bassetti sul tema dell’antibiotico resistenza. Vale la pena chiarire: mangiamo animali che prendono troppi antibiotici?

«Cito dall’intervista alla Prof.ssa Evelina Tacconelli: “Siamo uno dei Paesi più avanzati, poi naufraghiamo in un bicchier d’acqua, anzi due: nei nostri ospedali il controllo della trasmissione di infezioni batteriche nei pazienti ricoverati è così scarso che il 65% delle infezioni antibiotico-resistenti ce le prendiamo lì. E poi in Italia la prescrizione degli antibiotici è gravata da un numero molto elevato di prescrizioni non necessarie per la cura del paziente, a causa dell’incompetenza in questo campo di molti medici. L’utilizzo senza motivo, o con dosaggio e durata sbagliata, è la causa principale della situazione drammatica in cui versa l’Italia”. Incolpare gli allevamenti di animali DPA e quindi i medici veterinari di prescrivere antibiotici inutili è una facile scappatoia per non affrontare il problema e Bassetti non è il primo ad utilizzarla. Detto questo, il recente rapporto sulle vendite di antibiotici ad uso veterinario, con tutti i limiti dichiarati per la tipologia dei dati raccolti, dimostra una significativa diminuzione delle vendite quindi dell’uso. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ci informa che le vendite di antibiotici destinati agli animali in 10 anni si sono dimezzate. Nell’aprile 2019, l’Italia ha adottato la Ricetta Elettronica Veterinaria, un sistema di tracciabilità computerizzato del farmaco veterinario. Questo comprende una banca dati centrale per rilevare i movimenti delle confezioni di medicinali veterinari (dati di vendita) lungo le catene di produzione e distribuzione, dal produttore al primo destinatario (grossista, farmacia, mangimificio), e una banca dati elettronica per tracciare i medicinali veterinari dalla loro prescrizione fino all’utilizzatore finale. È ingeneroso le soprattutto non corretto leggere e sentire esternazioni che si fondano sulla “non conoscenza” dell’argomento. Gli antibiotici vengono prescritti dal medico veterinario quando necessari per contrastare una malattia batterica in corso. Senza antibiotici gli animali (umani e non umani) soffrono e possono anche morire e/o trasferire patologie ad altri animali ed in alcuni casi all’uomo. Ci sono controlli in allevamento lungo tutta la filiera alimentare sui prodotti di origine animale. C’è un piano nazionale residui: nel 2021 sono stati prelevati in totale 27.750 campioni, su cui sono state effettuate 357.994 determinazioni analitiche. I campioni con residui sono stati complessivamente 12, pari allo 0.04 % del totale dei campioni prelevati».

 

 

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