Invecchiare bene è possibile, ma per farlo serve una nuova alleanza tra scienza e cura. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato da specialisti di geriatria, psicologi, infermieri e terapisti, in occasione del 39° Congresso Nazionale SIGOT, a Modena. Tra i temi al centro del dibattito c’è la nutraceutica, ovvero l’uso mirato di sostanze naturali e molecole bioattive per supportare il benessere dell’anziano e affiancare le terapie convenzionali. Una frontiera che non promette miracoli, ma piccoli, silenziosi passi verso una vecchiaia più autonoma, più lucida, più degna. “Intervenire sull’alimentazione e su specifici composti naturali può migliorare concretamente il metabolismo cellulare e la qualità della vita degli anziani – spiega Andrea Fabbo, Vicepresidente SIGOT – ma è essenziale distinguere la vera nutraceutica dalla semplice integrazione alimentare: servono basi scientifiche, evidenze cliniche, rigore”.
L’invecchiamento, spiegano gli esperti, è un processo che non riguarda solo le rughe o le ossa fragili, ma colpisce anche il microbiota intestinale, altera il metabolismo dei nutrienti, indebolisce la funzionalità mitocondriale. È qui che la nutraceutica trova spazio: come risposta leggera ma mirata ai vuoti lasciati dalla biologia. Al Congresso SIGOT sono stati presentati esempi pratici. Tra questi, l’utilizzo contro il declino cognitivo, con formulazioni a base di colina, antiossidanti e vitamine per supportare la rete neurale. Ancora, per alleviare i disturbi del sonno l’uso di miscele di valeriana, melissa, magnesio e precursori della melatonina, con un profilo di tollerabilità che non impone rinunce.
Ma non è solo una questione di sostanze. È un nuovo modo di intendere l’età che avanza. Una medicina della lentezza, capace di cogliere la complessità della persona anziana, i suoi disagi sommersi, le sue risorse dimenticate. “L’invecchiamento deve essere letto con uno sguardo integrato, che includa ospedale e territorio, medicina e assistenza sociale”, aggiunge Mattia Altini, Direttore Generale dell’AUSL di Modena. Un concetto ribadito anche dal Presidente SIGOT, Lorenzo Palleschi, e sostenuto con forza dal Governatore dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, che ha ricordato l’importanza delle Case della Comunità, della sanità territoriale e del Fondo per la non autosufficienza, che nella sua Regione ha appena visto un’iniezione da 130 milioni di euro.
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