Politica 12 Gennaio 2024 15:59

SSR, ecco il restyling da 2,7 miliardi di euro del Friuli Venezia Giulia

Meno di un mese fa, la stesso governo regionale aveva incassato un altro successo: l’approvazione del nuovo modello organizzativo dell’emergenza-urgenza

di I.F.
SSR, ecco il restyling da 2,7 miliardi di euro del Friuli Venezia Giulia

Sviluppo della riforma dell’assistenza territoriale con il conseguente adeguamento di quella ospedaliera, rafforzamento dei programmi di screening, implementazione delle reti cliniche e controllo dei tempi di attesa. Sono queste le quattro linee strategiche su cui punta il Friuli Venezia Giulia. “Nel 2024 – assicura l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi – proseguiremo con le attività di rafforzamento del sistema sanitario regionale”.

Superati gli obiettivi definiti dal Fondo sanitario nazionale

Una sfida sulla quale la Regione punta importanti somme: per attuare la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale sono stati stanziati 2,7 miliardi di euro. Nel presentare i progetti in cantiere l’esponente dell’esecutivo regionale ha tracciato un quadro generale sui dati del sistema sanitario regionale (Ssr), confrontandoli a quelli nazionali. L’assessore Riccardi ha rilevato da un lato la crescita del gap nel costo del personale in relazione alla media italiana (passato da +3,8 a +6,5 percento negli ultimi 15 anni), dall’altro ha evidenziato come in Friuli Venezia Giulia nel 2023 siano state investite maggiori risorse (2,614 miliardi di euro) rispetto agli obiettivi definiti dal Fondo sanitario nazionale (2,574 miliardi).

Costituito un fondo sociosanitario

“Siamo la Regione che negli ultimi anni ha aumentato di più la spesa per la sanità, fornendo un importante elemento di garanzia per l’operatività delle Aziende – aggiunge l’assessore – . Accanto al finanziamento degli enti, nell’ultima legge di Bilancio siamo intervenuti anche costituendo un fondo sociosanitario da 47,2 milioni di euro per le politiche sulla disabilità, mentre con altri 57 milioni andremo a finanziare i rinnovi contrattuali del Ssr. Dati che la dicono lunga sulle dotazioni che l’Amministrazione mette a disposizione del comparto”.

Il nuovo modello organizzativo dell’emergenza-urgenza

Meno di un mese fa, la stesso governo regionale aveva incassato un altro successo: l’approvazione del nuovo modello organizzativo dell’emergenza-urgenza. Il piano prevede una riorganizzazione non solo della centrale operativa, che sarà unica per tutta la regione, ma dell’intero sistema territoriale. Con questo nuovo modello la Regione punta a superare le criticità ed a mettere il sistema nelle migliori condizioni per mantenere competitività sul fronte della formazione, della tecnologia e dell’organizzazione territoriale. “Si tratta di un documento che introduce innovazioni molto forti, come stabilire un punto di governo unico, il quale assume decisioni che vanno a impattare direttamente sulla vita delle persone che si rivolgono ai servizi di emergenza-urgenza del Friuli Venezia Giulia”, spiega l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi.

Nasce il dipartimento interaziendale funzionale dell’emergenza-urgenza territoriale

Riccardi ha spiegato che “l’integrazione, la collaborazione tra gli enti del Servizio sanitario regionale e il monitoraggio delle attività sono fondamentali per il funzionamento del nuovo modello. È quindi prevista la costituzione di un dipartimento interaziendale funzionale dell’emergenza-urgenza territoriale incardinato in Arcs (l’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute) che garantirà una regia dell’intero sistema“. Verrà costituito anche il Comitato dell’emergenza-urgenza, che avrà il compito di sviluppare e attuare i modelli organizzativi per la gestione delle attività regionali.

Attivata l’auto infermieristica

Tra le azioni previste per migliorare l’appropriatezza degli interventi spicca “l’attivazione dell’auto infermieristica con un’equipe composta da autista e infermiere, per consentire a quest’ultimo di intervenire, quando necessario, a sostegno dell’ambulanza Bls. In questo modo è possibile un’assegnazione dinamica dell’ambulanza da inviare, che può passare da assetto Bls (livello di assistenza base) ad Als (livello assistenza avanzato) e viceversa in funzione del codice di gravità attribuito. Inoltre, l’auto medica potrà intervenire in autonomia, garantendo il massimo livello della prestazione sanitaria fin dal primo momento in cui il mezzo raggiunge il luogo dell’emergenza e, nel caso risultasse necessario ospedalizzare il malato, richiedere il supporto di un’ambulanza Bls”, spiega l’assessore.

La ridistribuzione delle sedi delle automediche

In occasione della presentazione di questo nuovo modello organizzativo dell’emergenza-urgenza è stata confermata una ridistribuzione delle sedi delle automediche basata su criteri baricentrici rispetto alle aree di competenza nelle ore diurne caratterizzate da maggiore traffico stradale e maggiore densità di popolazione attiva, ma anche di miglior equità di copertura del servizio nelle ore notturne quando vi è una riduzione del numero delle ambulanze. L’assessore ha quindi rimarcato che “chi lavora al Nue (il Numero unico emergenze) non è un semplice operatore di call center ma un professionista specializzato per dare risposte ai cittadini in caso di emergenza. La scelta di allestire la centrale del numero unico per le cure non urgenti 116117 a Trieste – conclude – è quindi stata presa tenendo conto anche della necessità di impostare un sistema di backup per il Nue nel caso di superamento del numero di chiamate gestibili”.

 

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