Pandemie 25 Maggio 2023 12:58

Covid: guariti protetti fino a 2 anni. Lo studio italiano sulla memoria immunitaria

Mazzone (internista): «Dopo l’infezione o il vaccino si ha una risposta analoga. Riflettere sugli errori fatti per una scienza migliore e profilassi mirate»

Covid: guariti protetti fino a 2 anni. Lo studio italiano sulla memoria immunitaria

Le difese naturali dei guariti da Covid restano attrezzate a rifronteggiare il virus “fino a 2 anni dopo l’infezione precedente”. Una protezione fatta di anticorpi, ma soprattutto di cellule T della memoria: soldati del sistema immunitario che anche a lungo termine riescono a riconoscere Sars-CoV-2, guidando e mantenendo una risposta antivirale “senza differenze significative” rispetto ai vaccinati. Lo spiega, all’Adnkronos Salute, l’internista Antonino Mazzone, capo del Dipartimento di Area medica dell’Asst Ovest Milanese, che invita a «riflettere sugli errori fatti per migliorare la scienza e mirare meglio le vaccinazioni».

Lo studio sulla memoria immunitaria

Lo specialista, che nel novembre 2020 si ritrovò ricoverato per Covid-19 nel reparto che dirige all’ospedale di Legnano, rilancia il suo appello forte di nuovi dati scientifici, pubblicati su “Plos One”. «I risultati – afferma Mazzone – confermano ciò che abbiamo sostenuto più volte: bisognava aspettare a vaccinare chi aveva già avuto l’infezione». La ricerca del gruppo di Mazzone, primi firmatari Arianna Gatti e Gaetano Zizzo, ha misurato la reattività dei linfociti T della memoria in persone non vaccinate guarite da un’infezione documentata fino a 2 anni prima (convalescenti tardivi) e in asintomatici completamente vaccinati. Per farlo sono state utilizzate “tecniche sofisticate che valutano l’immunità cellulare”, i test Quantiferon* (Qfn) e Activation-Induced Marker (Aim).

I risultati della ricerca

Il lavoro ha coinvolto 22 convalescenti tardivi e 13 vaccinati da almeno da 4 mesi, tempo ritenuto adatto a valutare le risposte antivirali mediate dalle cellule T della memoria. Concludendo che, sebbene su una dimensione di campione limitata, le risposte coordinate, cellulari e umorali (anticorpi, ndr) sono rilevabili nei convalescenti fino a 2 anni dopo l’infezione. Dall’indagine risulta che «i non vaccinati e i vaccinati hanno la stessa risposta immunitaria», sottolinea Mazzone. «Questo studio – scrivono gli autori  – evidenzia che i soggetti immunocompetenti con pregressa infezione da Sars-CoV-2 sviluppano e mantengono nel medio-lungo termine risposte di memoria immunitaria cellulare e umorale. I tassi di reattività delle cellule T e di positività anticorpale non differiscono significativamente da quelli osservati nei vaccinati, confermando e ampliando evidenze recenti secondo cui le risposte delle cellule T sono altrettanto elevate a seguito di infezione o vaccinazione» I ricercatori suggeriscono che «la combinazione dei test Qfn e Aim può migliorare la valutazione della memoria immunitaria acquisita naturalmente”, per effetto della sola infezione, e permettere la stratificazione dei guariti in base a diversi gradi di protezione contro la reinfezione o la ricaduta, che possono richiedere differenti strategie di monitoraggio e vaccinazione».

I precedenti

Già 2 anni fa, nel maggio 2021, insieme al suo team Mazzone aveva firmato una Research Letter su “Jama Internal Medicin”, indicando che a distanza di un anno i tassi di reinfezione nei guariti da Covid erano inferiori all’1%. Dati successivamente confermati da altri gruppi anche su “The Lancet” e convalidati adesso dal nuovo lavoro in cui si legge che questo studio estende ulteriormente, fino a 2 anni, l’evidenza da noi prodotta in precedenza sulla protezione offerta dall’immunità acquisita naturalmente. Mazzone rammenta inoltre quanto detto da Robert Redfield, ex capo dei Cdc americani, nel dicembre 2021 in un’intervista a “La Repubblica”: per capire chi vaccinare il test degli anticorpi andava fatto ogni 3 o 6 mesi, sosteneva l’esperto fissando delle soglie di sicurezza. «Calcolo il livello minimo di resistenza fra i 300 e i 500 anticorpi senza altre patologie – precisava Redfield  – mentre  quota 1.000 anticorpi si è molto più sicuri anche in caso di altre malattie concomitanti. Se si va sotto, serve subito un booster che può riportare gli anticorpi fino a circa 2.500 e oltre». Ma se si resta sopra no. «Avremmo evitato gli overtreatment – ragiona Mazzone – avremmo fatto il vaccino a chi doveva farlo e poteva trarne sicuro giovamento».

L’immunità dei guariti

«Abbiamo sempre sostenuto che i pazienti guariti sviluppano un’immunità solida e che non andavano vaccinati all’inizio della campagna vaccinale. Bisognava aspettare, non si stanca di ripetere il medico, da guarito e da vaccinato regolarmente contro Covid-19, così come richiesto dalle disposizioni sugli operatori sanitari. Non c’era nessun lavoro di medicina basata sull’evidenza – incalza l’internista, specializzato anche in Immunologia – a dimostrare che vaccinare i guariti dall’infezione avrebbe prodotto loro dei benefici. Nonostante questo, andando persino contro i principi di Galileo, la politica adottò contro la scienza la vaccinazione di tutti.  Ora, a distanza ormai di 3 anni, è arrivato il momento di chiarire alcuni aspetti dell’immunità indotta dal vaccino e dall’infezione. Il nostro studio vuole contribuire a questo – conclude Mazzone -. La lezione per il futuro è che la vaccinazione va mirata. Primum non nocere».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Giornata mondiale del primo soccorso, Balzanelli (Sis 118): “Le manovre salvavita vanno insegnate a scuola”

Il Presidente Sis 118: "Le manovre salvavita del primo soccorso possono essere apprese, facilmente, da chiunque. Tutti i cittadini devono saper praticare il primo soccorso"
Pandemie

Pandemie del futuro, dall’Oms l’elenco dei 32 patogeni che ci mettono a rischio

L'elenco di virus e batteri passa da nove a 32: compaiono patogeni come il vibrione del colera o la salmonella, batteri con alte percentuali di resistenza agli antibiotici come la Klebsiella pneumonia...
Prevenzione

Vaiolo delle scimmie, primo caso a Malta. In Europa oltre 20mila contagi: le raccomandazioni della SItI

Lo scorso 14 agosto l'Oms ha dichiarato l'emergenza sanitaria internazionale. Al momento il rischio di contrarre il Mpox è considerato “basso/molto basso” per i soggetti residenti n...
Advocacy e Associazioni

In Italia quasi 1,5 milioni di italiani con demenza. Nel mondo nessuna diagnosi per il 75%

In occasione del XIII Mese Mondiale di settembre Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer’s Disease International lanciano un appello per aumentare la consapevolezza sulla demenza e combattere l...