Oltre 100 mila morti in Europa tra il 2022 e il 2023, un bilancio drammatico che racconta una realtà ineludibile: il cambiamento climatico è già una crisi sanitaria. La minaccia non è più solo ambientale, ma aggredisce la salute di milioni di persone, mettendo a dura prova i sistemi sanitari del continente. Per rispondere a questa emergenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità-regione Europa ha annunciato la nascita della Commissione Pan-Europea su Clima e Salute. L’obiettivo è chiaro: riformare e rendere resilienti i sistemi sanitari rispetto alle sempre più frequenti e gravi minacce ambientali, dalla crescente ondata di calore alle alluvioni, dalle malattie trasmesse da insetti all’impatto psicologico di un mondo che cambia.
A guidare questa sfida saranno due figure di primo piano: Katrín Jakobsdóttir, ex premier islandese e nota sostenitrice delle politiche ambientali, e Andrew Haines, docente della London School of Hygiene & Tropical Medicine e tra i massimi esperti mondiali in salute pubblica e cambiamento climatico. Insieme ad un gruppo di 11 commissari di alto profilo, elaboreranno raccomandazioni pratiche, sostenibili e immediatamente applicabili per rendere i servizi sanitari europei più preparati e adattabili.
Il direttore regionale dell’Oms Europa, Hans Kluge, non ha usato mezzi termini: “Il cambiamento climatico è già una realtà che ci colpisce con forza”. La regione europea è quella che si riscalda più rapidamente nel mondo e, con essa, si moltiplicano i rischi per la salute: eventi meteorologici estremi, alluvioni, diffusione di malattie infettive trasmesse da vettori, ma anche crescenti effetti psicologici come l’eco-ansia. Un dato allarmante è che un cittadino su dieci nelle città europee vive in aree a rischio alluvione, con il cambiamento climatico che ne aumenta la probabilità di quasi nove volte.
Il 2024 è già stato l’anno più caldo di sempre, e gli esperti avvertono che siamo diretti verso un aumento globale delle temperature di tre gradi centigradi, con conseguenze devastanti per la salute pubblica. A pagare il prezzo più alto saranno le categorie più vulnerabili: anziani, bambini, donne in gravidanza. Come spiega la presidente Jakobsdóttir, “la sfida è immensa, ma agire ora è fondamentale per proteggere le vite e garantire sistemi sanitari capaci di rispondere a un mondo sempre più instabile”. Haines conferma: “Le prove scientifiche sono inequivocabili. Ridurre le emissioni e adattare la sanità sono azioni imprescindibili”.
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