Voci della Sanità 22 Luglio 2021 10:02

Plasmaderivati, l’appello dei pazienti alle istituzioni per garantire accesso a terapie

Il Covid-19 che ha colpito in modo improvviso e devastante i sistemi sanitari del mondo ha aggravato la già precaria condizione di equilibro tra domanda e offerta di plasma a livello globale. In Italia, come dimostrano i dati del Centro Nazionale Sangue, dopo anni di crescita, nel 2020 si è assistito ad una diminuzione delle […]

Il Covid-19 che ha colpito in modo improvviso e devastante i sistemi sanitari del mondo ha aggravato la già precaria condizione di equilibro tra domanda e offerta di plasma a livello globale. In Italia, come dimostrano i dati del Centro Nazionale Sangue, dopo anni di crescita, nel 2020 si è assistito ad una diminuzione delle donazioni rispetto al 2019 (-2%), rendendo più lontano l’obiettivo dell’autosufficienza fissato dal Piano Nazionale Sangue.

Il settore dei medicinali plasmaderivati (MPD), in particolare il segmento delle immunoglobuline (IG), già prima del 2020 incontrava difficoltà a trovare un adeguato equilibrio tra domanda e offerta di prodotti. Oggi, la pandemia ha ulteriormente peggiorato la situazione, causando forti e sostanziali preoccupazioni sulla disponibilità di tali medicinali nel prossimo futuro.

Nella conferenza organizzata dall’Associazione dei pazienti con Immunodeficienze Primitive (AIP OdV) e promossa dalla Senatrice Maria Rizzotti sono stati coinvolti diversi player del sistema per discutere le possibili soluzioni da mettere in campo per affrontare la carenza di plasmaderivati. Linee guida per la priorità di utilizzo in caso di carenza e la rimozione di ostacoli economici come il pay-back sui plasmaderivati sono tra le manovre proposte allo scopo di supportare l’accesso ai pazienti per cui questa particolare categoria di farmaci è l’unica alternativa disponibile ed è pertanto salvavita.

«Le istituzioni sono chiamate a rispondere all’appello lanciato dalle associazioni pazienti e dall’industria per trovare soluzioni che possano allontanare il rischio di una diminuzione della disponibilità di farmaci plasmaderivati per la cura dei pazienti» ha affermato la Senatrice Maria Rizzotti (FI) che ha promosso la conferenza stampa.

«Garantire un sistema competitivo per l’industria è importante soprattutto per il peculiare settore dei plasmaderivati che si basa su fragili equilibri, in quanto strettamente dipendenti da numerosi fattori difficilmente controllabili e non omogenei tra Stati (incertezza dei volumi delle donazioni; regolamentazione complessa; rigorosità delle procedure di sicurezza; lunghezza dei processi produttivi). In attesa di una revisione complessiva del payback, è necessario programmare delle misure nel breve termine che permettano al sistema di avviare un percorso per raggiungere la sostenibilità del settore. A tal riguardo, recentemente ho interrogato il Ministro della Salute per comprendere la posizione del governo sull’opportunità di escludere i farmaci plasmaderivati di origine commerciale dal payback per il ripiano della spesa farmaceutica, come già previsto per quelli di produzione regionale (piano sangue). Spero che si possa avviare un confronto costruttivo anche in vista dei prossimi provvedimenti di carattere finanziario» conclude la Senatrice Rizzotti.

«Tra le conseguenze del Covid-19 c’è stato un calo delle donazioni di sangue e plasma a livello mondiale, circa il 20% negli Stati Uniti che sono il primo fornitore a livello globale per la produzione di farmaci plasmaderivati. Questo fatto preoccupa tutti quei pazienti per i quali i plasmaderivati sono terapie salvavita, come i pazienti con Immunodeficienze Primitiva, o in grado di ricondurre il paziente al di fuori da condizioni di disabilità. I prodotti più impattati infatti sono le immunoglobuline. La domanda globale di immunoglobuline ha visto, infatti, un tasso di crescita medio annuo del 9,7% negli ultimi 30 anni, congiuntamente ad un costante divario tra domanda e offerta, e questi fattori, insieme al calo delle donazioni e ai lunghi tempi di produzione tipici di questi prodotti biotecnologici (7-12 mesi), rendono oggi il rischio carenza una minaccia concreta)» sottolinea il Presidente di AIP Alessandro Segato.

 

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