Sanità 30 Maggio 2025 12:18

Obesità, nasce la Rete italiana per contrastare la malattia

A promuovere la creazione della piattaforma permanente dedicata alla prevenzione, alla cura e all’innovazione è stata la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso)
di I.F.
Obesità, nasce la Rete italiana per contrastare la malattia

In Italia, il 46% degli adulti è in sovrappeso o obeso. Una condizione che espone a un rischio elevato di sviluppare malattie croniche come diabete, tumori, patologie cardiovascolari e disturbi psichici. Per affrontare questa sfida in modo sistemico, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha promosso la nascita della Rete italiana obesità, una piattaforma permanente dedicata alla prevenzione, alla cura e all’innovazione. L’obiettivo è duplice: da un lato affiancare il lavoro già avviato dal ministero della Salute per l’inserimento dell’obesità nei livelli essenziali di assistenza (Lea), riconoscendola a tutti gli effetti come una patologia cronica. Dall’altro, sfruttare in modo strategico le potenzialità dell’intelligenza artificiale. “Intervenire su questa condizione significa prevenire molte malattie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario. In questo contesto, l’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento strategico: ci consente di analizzare i dati in modo predittivo e di costruire interventi personalizzati, tempestivi”, spiega Giovanni Migliore, presidente di Fiaso.

I sei pilastri su cui ‘poggia’ la rete

La visione proposta dalla Federazione si articola su sei pilastri: prevenzione territoriale con il coinvolgimento di Comuni, scuole e società sportive, utilizzo di tecnologie avanzate e AI, formazione dei professionisti sanitari, percorsi di cura personalizzati, partenariati pubblico-privati e approccio One Health, che collega salute, ambiente e stili di vita. “Con questa iniziativa – aggiunge Migliore – Fiaso rilancia una sfida decisiva: trasformare la lotta all’obesità in un’opportunità concreta per migliorare salute, equità e sostenibilità del nostro sistema sanitario”.

Il plauso della SIO

La nascita della Rete Italiana Obesità è stata accolta favorevolmente dalla a Società Italiana dell’Obesità: “La SIO è pronta a lavorare con il Governo, il Parlamento, le Regioni e tutti gli attori del sistema salute – commenta il Presidente prof. Rocco Barazzoni – per costruire un approccio integrato, scientificamente fondato e sostenibile alla prevenzione e alla cura dell’obesità e delle sue molteplici complicanze, a partire dalle patologie cardiometaboliche”. La SIO, che da oltre trent’anni è punto di riferimento nazionale per la ricerca e la clinica dell’obesità, sottolinea l’importanza di una collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale per la sua prevenzione e trattamento, che coinvolga in tutti i contesti clinici medici, dietisti, psicologi e tutti gli operatori sanitari, a fianco dei pazienti e delle loro associazioni e favorendo iniziative educazionali che coinvolgano anche farmacisti, scuole, enti locali.

Un’emergenza anche pediatrica

Ma l’emergenza obesità non riguarda solo gli adulti. In Italia, più di centomila bambini e adolescenti sotto i 17 anni soffrono di obesità grave e precoce. Una condizione pericolosa, che può ridurre l’aspettativa di vita di oltre 15 anni rispetto ai coetanei. I rischi sono molteplici e possono comparire già in età molto giovane: ipertensione, diabete, dislipidemia, fegato grasso, ma anche ansia, isolamento sociale, bassa autostima. A lanciare l’allarme è la Società italiana di pediatria, che sottolinea quanto il fattore tempo sia cruciale: intervenire presto permette di evitare che il problema diventi cronico. L’indicatore di rischio più semplice da osservare? Il rapporto vita/statura: se la circonferenza della vita supera la metà dell’altezza, è già un segnale d’allarme.

I numeri dell’obesità infantile in Italia

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 19% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso, il 9,8% è obeso e il 2,6% presenta una forma di obesità grave. Il problema tende ad aggravarsi con l’età e presenta una forte variabilità geografica: in Campania, ad esempio, il 24,6% dei bambini è in sovrappeso, il 12,6% è obeso e il 6% è in condizione di obesità grave. “Per evitare che l’obesità si trasformi in una malattia cronica bisogna riconoscere e trattare tempestivamente questa condizione, troppo spesso sottovalutata”, afferma Claudio Maffeis, ordinario di Pediatria all’Università di Verona. I dati presentati al congresso della Società italiana di pediatria parlano chiaro: gli interventi sullo stile di vita – alimentazione sana e attività fisica – riescono a ridurre l’indice di massa grassa in oltre il 50% dei bambini tra i 6 e i 9 anni. Ma nei ragazzi tra i 14 e i 16 anni l’efficacia crolla: solo il 2% risponde positivamente.

Il ruolo dei pediatri

Controlli regolari dal pediatra e attenzione ai segnali precoci restano gli strumenti più efficaci. Senza dimenticare che i bambini apprendono per imitazione: genitori che mangiano sano e praticano sport trasmettono ai figli un modello virtuoso. Ma ci sono anche regole fondamentali da rispettare: “No a diete drastiche, no a farmaci fai da te. L’obesità grave – sottolinea Rino Agostiniani, presidente della Sip – è una malattia e come tale va affrontata, in centri specializzati e con équipe multidisciplinari”. La sola prescrizione di dieta e sport, infatti, spesso non basta. Il problema va affrontato anche dal punto di vista psicologico, perché i bambini con obesità grave presentano spesso difficoltà motorie che ostacolano l’attività fisica, alimentando un circolo vizioso di isolamento e inattività.

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