Nutri e Previeni 19 Aprile 2018 13:33

La dieta Fodmap. Pro e contro

Sgonfia la pancia e proprio per questo motivo è diventata una moda, ma la dieta Fodmap non è un gioco, bensì un regime alimentare raccomandato per chi soffre di una patologia ben precisa: il colon irritabile. Questa malattia deve essere prima diagnosticata, poi se il medico lo ritiene opportuno può prescrivere la Fodmap, dopodiché il […]

La dieta Fodmap. Pro e contro

Sgonfia la pancia e proprio per questo motivo è diventata una moda, ma la dieta Fodmap non è un gioco, bensì un regime alimentare raccomandato per chi soffre di una patologia ben precisa: il colon irritabile. Questa malattia deve essere prima diagnosticata, poi se il medico lo ritiene opportuno può prescrivere la Fodmap, dopodiché il paziente va tenuto sotto controllo. Il monitoraggio è fondamentale perché con questa dieta vengono a mancare importanti elementi nutrizionali che possono portare a vere proprie carenze. Lo mette in chiaro Filomena Morisco, dell’Università di Napoli Federico II e membro del direttivo della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (Sige).

Fodmap è l’acronimo di Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli Fermentabili, che nel piatto si traducono in frutta, verdura, legumi, latticini, frumento e derivati, e sono gli alimenti “gonfia-pancia”.  “Sono categorie di carboidrati scarsamente o non digeribili dal nostro apparato digerente – spiega Morisco – e di conseguenza non essendo assorbibili, richiamano acqua determinando una dilatazione dell’intestino. Inoltre i batteri, naturalmente presenti nell’intestino, fermentano queste sostanze formando gas, che determina una ulteriore distensione intestinale, che a sua volta è causa di sintomi quali crampi e dolore addominale, manifestazioni tipiche della sindrome del colon irritabile”.

La dieta consiste proprio nel ridurre il consumo di questi alimenti, ed esiste un vero e proprio vademecum dei cibi ad alto e a basso contenuto di Fodmap.

Ecco la lista dei cibi NO

 

 

 

 

 

Una speciale parentesi sui secondi piatti: “sono quasi tutti accettabili, ma bisogna stare attenti alle preparazioni. Ad esempio, meglio evitare gli affettati perché la maggior parte contengono lattosio che viene utilizzato durante la preparazione – afferma l’esperta – numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia di questo approccio che viene infatti utilizzato come trattamento di prima linea, ancora prima dei farmaci dunque, per il trattamento del colon irritabile. Tuttavia, eliminare totalmente questi cibi non è salutare per chi non ne ha bisogno: la presenza di una certa quantità di gas nell’intestino, infatti, serve a farlo funzionare bene. Il volume della massa fecale, infatti, ha una serie di effetti benefici e salutistici importanti”, conclude.

 

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