Si chiamano fitosteroli e sono composti chimici di origine vegetale che si trovano in molti alimenti, principalmente in oli vegetali, frutta a guscio, cereali e alcuni semi. Anche senza saperlo, chiunque, almeno una volta nella vita, ha mangiato un alimento che li contiene. Ne sono particolarmente ricchi gli oli vegetali (olio di oliva, olio di semi di girasole, olio di soia, olio di mais), la frutta a guscio (noci, mandorle, pistacchi, nocciole), i semi (semi di girasole, semi di zucca, semi di lino), i cereali integrali, la soia, i legumi (ceci, fave, soia) e la verdura (broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, olive). Ebbene, chi di questi alimenti si riempie il piatto ogni giorno ha un rischio minore di sviluppare malattie cardiache e diabete. Una nuova ricerca, infatti, suggerisce che una dieta ricca di fitosteroli potrebbe ridurre in particolare il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache.
I risultati “supportano la raccomandazione di lunga data di aumentare la quantità di alimenti vegetali che le persone mangiano”, spiega l’autore principale dello studio, Fenglei Wang, PhD, ricercatore associato presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, in un’intervista pubblicata su Health. Studi precedenti avevano gia dimostrato come queste stesse sostanze potessero aiutare a prevenire il colesterolo alto, il diabete, l’obesità e l’ipertensione. Ora, questa nuova ricerca, presentata alla conferenza dell’American Society for Nutrition a Orlando questa settimana, ha aggiunto un ulteriore tassello: una dieta ricca di fitosteroli può avere un effetto di riduzione del rischio sulle malattie croniche.
Gli scienziati hanno studiato come i tre principali tipi di steroli vegetali – β-sitosterolo, campesterolo e stigmasterolo – influenzano il microbioma intestinale e i biomarcatori metabolici che possono indicare problemi sottostanti come l’infiammazione e la resistenza all’insulina. Analizzando i dati di tre studi, per un numero di partecipanti totali che supera le 206mila persone, tutte seguite per un massimo di 36 anni, i ricercatori hanno esaminato l’associazione tra la quantità e i tipi di fitosteroli che le persone assumono nella loro dieta e i biomarcatori metabolici legati alla malattia. Sono stati inseriti nel gruppo ad ‘alta assunzione’ coloro che consumavano ogni giorno: quattro o cinque porzioni di verdure, due o tre porzioni di frutta, due porzioni di cereali integrali e mezza porzione di noci. Rispetto alle persone che mangiavano meno alimenti contenenti fitosteroli, quelli che mangiavano di più avevano il 9% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e l’8% in meno di probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.
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