Nutri e Previeni 4 Giugno 2021 17:26

Celiachia: in 25 anni casi raddoppiati tra i bambini

I casi di celiachia – una malattia autoimmune scatenata dalle proteine del grano – sono raddoppiati in 25 anni in Italia tra i bambini in età scolare. È quanto suggerisce uno studio basato su uno screening a tappeto di 7760 bambini tra i 5 e gli 11 anni in otto province italiane che sarà presentato […]

Celiachia: in 25 anni casi raddoppiati tra i bambini

I casi di celiachia – una malattia autoimmune scatenata dalle proteine del grano – sono raddoppiati in 25 anni in Italia tra i bambini in età scolare. È quanto suggerisce uno studio basato su uno screening a tappeto di 7760 bambini tra i 5 e gli 11 anni in otto province italiane che sarà presentato oggi al sesto World Congress of Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition: è stato trovato il doppio dei casi rispetto a uno studio condotto 25 anni fa dallo stesso gruppo di ricerca.

Il lavoro è stato condotto da Elena Lionetti dell’Università Politecnica delle Marche, che spiega: “il nostro studio mostra che la prevalenza della celiachia tra i bambini in età scolare è raddoppiata nell’arco di 25 anni. Pensiamo ci siano più casi di questa malattia rispetto al passato e che non sarà possibile diagnosticarli senza adottare una strategia di screening a tappeto”.

Per questo lavoro gli esperti sono partiti da un esame genetico che si fa di routine per stabilire la predisposizione alla celiachia; i bambini in cui questo esame ha dato esito positivo sono stati successivamente sottoposti ad esame del sangue alla ricerca degli anticorpi contro la proteina del grano, il glutine, confermando infine la diagnosi in base ai criteri attualmente adottati in Europa.

“Al momento il 70% delle persone con celiachia non è diagnosticato – rileva l’esperta – e questo studio mostra come potrebbe essere diagnosticato un numero significativamente superiore a quello attuale, se lo screening con test non invasivi venisse fatto durante l’infanzia – sottolinea Lionetti. La diagnosi e quindi l’adozione di una dieta senza glutine potrebbe prevenire i danni intestinali inferti dalla malattia, e le conseguenze di essi, per esempio disturbi di assimilazione, disturbi della crescita, fatica e osteoporosi”.

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