Mondo assicurativo 26 Settembre 2016 16:03

Ma l’adozione di franchigie e scoperti da parte dell’assicuratore è un atto vessatorio?

Sono un ortopedico libero professionista che opera presso alcune strutture private. Avevo in corso da molti anni una polizza di responsabilità professionale che mi è stata purtroppo disdettata a seguito di una mia denuncia di sinistro per la quale in verità la compagnia non ha versato neanche un euro, essendo stato dimostrata la mia totale […]

di Ennio Profeta - Consulente SanitAssicura

Sono un ortopedico libero professionista che opera presso alcune strutture private. Avevo in corso da molti anni una polizza di responsabilità professionale che mi è stata purtroppo disdettata a seguito di una mia denuncia di sinistro per la quale in verità la compagnia non ha versato neanche un euro, essendo stato dimostrata la mia totale assenza di responsabilità. Pur tuttavia la compagnia è stata irremovibile nella disdetta al mio contratto. Mi sono trovato quindi nella necessità di reperire un assicuratore disponibile ad riassicurarmi. Infatti per me la polizza era ed è una cosa fondamentale in quanto  costituisce la condizione essenziale per esercitare la professione. È stata un’impresa ardua. Sembra infatti che un medico “portatore di un sinistro ” – anche se  questo non ha provocato alcun esborso – sia un appestato che tutti vogliono evitare! Mi sono affidato al mio abituale assicuratore al fine di risolvere la questione. Mi è stata proposta una polizza al prezzo di poco inferiore a € 20.000,00 ed in aggiunta con una franchigia ed uno scoperto di importo elevato (scoperto del 10% del valore di ogni danno con il massimo di € 25.000,00). La cosa che più mi ha sorpreso, ed anche irritato, trascurando il livello esagerato del premio, è proprio questa franchigia per la quale per ogni eventuale sinistro, mi è stato spiegato, dovrò sborsare di tasca mia € 25.000,00. Nonostante mi sia stato spiegato che l’inserimento di questa clausola dipende dalla mia specializzazione ,considerata ad alto rischio, io continuo a pensare che si tratti di una condizione veramente iniqua. Mi può spiegare la ratio di questa clausola e come praticamente opera in caso di sinistro?

 

La ragione per la quale all’origine gli Assicuratori hanno introdotto nei contratti questa clausola è duplice. In primo luogo essi intendevano sensibilizzare maggiormente i loro clienti a conformarsi a comportamenti diligenti e scrupolosi evitando il verificarsi di danni. Quale strumento più convincente di quello di farli partecipare all’onere del risarcimento! Questa motivazione vale ancor più relativamente a quegli assicurati che hanno dimostrato di essere maggiormente esposti ai sinistri. In secondo luogo gli Assicuratori ritengono che l’applicazione di una franchigia  , eliminando l’onere dei piccoli danni che risultano ripetitivi , possa contribuire a contenere il premio assicurativo. Ambedue queste motivazioni, a mio parere, non sono applicabili al rischio di un ortopedico. Non credo infatti che Lei abbia bisogno della “minaccia della franchigia” per comportarsi sempre in maniera attenta e professionale”. D’altra parte ritengo che la sua professione   sia potenzialmente esposta a rischi di particolare severità e non certo ad uno stillicidio di piccoli danni. Possiamo quindi considerare la sua franchigia una specie di eventuale premio aggiuntivo posticipato. Purtroppo questa è l’attuale situazione del mercato assicurativo nel quale la Domanda di assicurazione e ampiamente superiore all’Offerta. In questa congiuntura, ormai consolidata, le compagnie di assicurazioni esercitano la propria attività seguendo criteri puramente economici. Non si può certo biasimarle per questo, anzi dovremmo ringraziare quel modesto numero di assicuratori che ancora operano nelle coperture della responsabilità sanitaria! Per concludere, quanto al funzionamento del “combinato composto di scoperto e franchigia”: nella sua polizza esso funziona in questo modo: “Per ogni sinistro  Lei parteciperà all’onere di un eventuale risarcimento con una percentuale del 10% della somma risarcita, ferma una somma massima a suo carico di € 25.000,00” . Questa somma aggiunta al premio anticipato rappresenta in pratica il costo massimo a suo  carico per la copertura del suo rischio professionale.       Ma si consoli c’è di peggio! Ho visto polizze ove la somma di € 25.000,00 non costituisce la somma massima a carico del medico assicurato, bensì la somma minima. Questo significa che i danni fino ad € 25.000,00 sono a carico esclusivo dell’assicurato il quale comunque risponde sempre per il 10% dei danni di entità superiore.

Articoli correlati
Cosa si intende per “atti invasivi”?
Gli “atti invasivi” sono quelle procedure che comportano il prelievo cruento di tessuti per indagini istologiche e quelli che comportano una cruentazione dei tessuti per l’introduzione di idoneo strumentario all’interno dell’organismo ai soli fini diagnostici. La maggior parte delle compagnie tende a prevedere polizze di RC professionale più onerose per il medico che nella sua […]
La clausola dei fatti noti rischia di neutralizzare l’efficacia della garanzia retroattiva?
Sono un medico libero professionista assicurato fino ad un paio di anni fa con una polizza per la responsabilità professionale stipulata tramite il mio agente di fiducia con il quale ho in corso anche altri contratti assicurativi. Proprio un paio di anni fa ho disdetto questa polizza per aderire ad un’offerta pervenutami da un altro […]
di Ennio Profeta - Consulente SanitAssicura
Legge Gelli: linee guida escludono responsabilità solo se corrispondono al caso concreto
La Corte di Cassazione Penale con la sentenza n. 28187 depositata il 7 giugno 2017 coglie l’occasione per un’interpretazione approfondita del nuovo testo normativo sulla responsabilità professionale. I passaggi più interessanti della lunga disamina della Corte riguardano, in particolare, le linee guida e l’applicabilità temporale della norma. Per quanto riguarda le linee guida, i giudici […]
Ma questa legge Gelli è realmente efficace ed in vigore?
Sono un giovane anestesista; ho acquisito da poco tempo la specializzazione e sto vagliando alcune opportunità di lavoro che mi si sono presentate. Tra le altre, sto prendendo in seria considerazione quella di una clinica privata di una certa notorietà ed importanza nella zona dove opero. Il trattamento propostomi, certo non esaltante economicamente, prevede un […]
di Ennio Profeta - Consulente SanitAssicura
Perché con la ‘Legge Gelli’ le strutture sanitarie provvedono all’assicurazione dei collaboratori non dipendenti?
Sono il titolare di un centro diagnostico e ambulatoriale in provincia di Bari; nella mia attività mi servo di 15 operatori sanitari dei quali 10 medici  con i quali ho stipulato un rapporto di collaborazione con pagamento a presentazione di fattura. Ho in corso una polizza di responsabilità professionale personale che si riferisce alla mia […]
di Ennio Profeta - Consulente SanitAssicura
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...