Lavoro e Professioni 26 Aprile 2018 11:43

Silvestro (Past President FNOPI): «Copiamo i medici e introduciamo infermieri di famiglia e infermieri specialisti»

L’ex Senatrice PD descrive la figura dell’infermiere di famiglia elencandone ruoli e benefici e auspica il riconoscimento delle specializzazioni infermieristiche

Silvestro (Past President FNOPI): «Copiamo i medici e introduciamo infermieri di famiglia e infermieri specialisti»

E se gli infermieri copiassero il modello organizzativo e formativo dei medici? Se si distinguessero in infermieri di famiglia ed infermieri specialisti? È quanto auspica Annalisa Silvestro, infermiera, ex Presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI (prima che diventasse FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche) e Senatrice PD nella scorsa legislatura.

Ma di fatto, l’infermiere di famiglia esiste già, «anche se assume nomi diversi nelle varie Regioni d’Italia – spiega la Silvestro ai nostri microfoni -: in Emilia Romagna si parla di infermiere di famiglia, in Friuli Venezia Giulia di infermiere di comunità, e da qualche altra parte di infermiere domiciliare, creando molta confusione ed ostacolando la nascita di un percorso formativo omogeneo su tutto il territorio nazionale».

LEGGI ANCHE: UNA GIORNATA CON… L’INFERMIERE DI FAMIGLIA. ECCO COSA FA LA NUOVA FIGURA E IL SUO RAPPORTO CON I MEDICI

Definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un infermiere che svolge le sue funzioni assistenziali nel contesto delle famiglie e nei loro luoghi di vita, quella dell’infermiere di famiglia è una figura che «dovrebbe farsi carico – a detta della Silvestro – dei bisogni di salute e delle prestazioni che servono a tutti i componenti di una famiglia, cercando quindi di intervenire da un punto di vista assistenziale in un ambito di integrazione relazionale, affettivo ed emozionale come quello che c’è all’interno di una famiglia. Una figura quindi molto bella – prosegue – che riuscirebbe a fornire le risposte di cui le famiglie, soprattutto con persone con patologie croniche o degenerative, hanno bisogno».

Eppure l’infermiere di famiglia non è ancora riuscito a «superare una certa stasi nell’ordinamento giuridico e professionale – continua la dottoressa -. In Italia un’assistenza infermieristica sul territorio e domiciliare esiste, anche se purtroppo in molte Regioni del Sud è molto frammentata; ma le specializzazioni infermieristiche, che concretamente esistono, non sono formalmente riconosciute. Bisognerebbe quindi fare in modo che l’infermiere di famiglia sia presente in maniera omogenea e diffusa, anche perché – aggiunge – per come è impostato adesso il medico di famiglia è impossibile che riesca a farsi carico dei problemi dei suoi assistiti in maniera olistica, globale e completa».

Ma come rendere più omogenei il ruolo e la presenza dell’infermiere di famiglia in tutta Italia? Intervenendo sul percorso formativo di chi vuole intraprendere questa strada. «Oggi per diventare infermiere di famiglia– spiega Annalisa Silvestro – bisogna seguire un percorso formativo ad hoc che si impianta sulla formazione che l’infermiere acquisisce nei tre anni del corso di laurea. Noi auspichiamo che la laurea triennale diventi la base su cui gli infermieri possano poggiare specializzazioni e approfondimenti delle loro competenze rispetto ad alcuni ambiti di esercizio o a dei bisogni particolari delle persone. Tant’è che oggi molti definiscono il neolaureato in infermieristica un infermiere generalista, in grado quindi di posizionarsi nelle diverse situazioni assistenziali. Però, come i medici specialisti approfondiscono un aspetto, così dovrebbe essere anche per gli infermieri. E quindi – prosegue – l’infermiere di famiglia sarà in grado di rilevare i bisogni evidenti e potenziali, le necessità dei componenti della famiglia e di dar vita ad interventi collegati con quelli del medico di medicina generale; l’infermiere specializzato nelle situazioni d’emergenza e urgenza invece, per esempio, si occuperà di ciò che riguarda le acuzie, la criticità vitale, eccetera. E per fare questo dovrà acquisire ulteriori competenze».

Commenta, poi, il passaggio da Collegi a Ordini degli Infermieri introdotto dalla Legge Lorenzin, un passaggio motivato proprio dal percorso formativo della professione: «L’evoluzione è ineludibile, visto che anticamente si aggregavano in Ordini le professioni laureate e in Collegi le professioni diplomate. Poiché da oltre 20 anni gli infermieri si laureano, lo Stato è stato quasi costretto a modificarne l’organizzazione, riconoscendo – conclude – indubbiamente un prestigio superiore che gli infermieri hanno raggiunto».

LEGGI ANCHE: ANDREA CECCONI (EX M5S): «DA INFERMIERE A DEPUTATO, DICO CHE IL CONTRATTO NON VA BENE. IN PARLAMENTO PORTERÒ LE NOSTRE ISTANZE»

 

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK <— CLICCA QUI

 

Articoli correlati
Test per Infermieristica 2024-2025, circa una domanda per posto. Fnopi, percorso e professione da riformare
Mentre i posti a bando crescono, seppur lievemente (377 in più rispetto al 2023/24), calano le domande (21.250 tra atenei pubblici e privati, ovvero 2.377 in meno rispetto allo scorso anno, -10% circa)
Giornata vittime Covid, Fnopi: «D’accordo con Schillaci, ora la priorità è investire sul capitale umano»
Tra gli infermieri 90 decessi e oltre 390mila contagi, per chi ha accompagnato fino alla fine  le persone colpite più duramente dal virus
Infermieri, Fnopi: «Soddisfatti per estensione a 8 ore del tetto dell’attività libero professionale»
La Federazione degli Ordini degli Infermieri: «Strada intrapresa è corretta, ora investire per nuove assunzioni»
Comparto sanità, Nursind sindacato con più iscritti secondo dati Aran
«Siamo il primo sindacato infermieristico e il quarto del comparto sanità. La nostra organizzazione non solo è in crescita, ma è anche sempre più un punto di riferimento stabile nel panorama sindacale del settore». Lo afferma Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, commentando i dati della certificazione della rappresentatività dell’Aran. Rispetto al triennio 2019-2021, il […]
Manovra, Guidolin (M5S): «Emendamento per inserire infermieri e OSS fra categorie usuranti»
«Contrariamente a quanto avvenuto durante il Governo Conte II, in questa legge di Bilancio le risorse destinate alla sanità sono insufficienti. Lavoreremo in Parlamento per migliorarla anche su questo aspetto» sottolinea la senatrice pentastellata
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Automedicazione: dall’Enterogermina al Daflon, ecco i prodotti più venduti in farmacia

I dati Pharma Data Factory (PDF): nell’ultimo anno mobile (agosto 2023-settembre 2024) il mercato dei farmaci per l’autocura è stabile (-1%), anche se con prezzi in lieve aumento (+...
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...