Lavoro 19 Novembre 2021 19:05

Al via il Congresso della FNO TSRM PSTRP con il Ministro della Salute Roberto Speranza: «Professionisti sanitari sono il futuro del SSN»

«In questa sfida drammatica abbiamo capito che ci cose in cui dobbiamo migliorare, come nella prossimità, che vorrei fosse la parola determinante per il futuro della sanità, nell’assistenza domiciliare, nella telemedicina, nel territorio. Per questo le professioni sanitarie sono le professioni del futuro»

di Francesco Torre
Al via il Congresso della FNO TSRM PSTRP con il Ministro della Salute Roberto Speranza: «Professionisti sanitari sono il futuro del SSN»

«In questa sfida drammatica abbiamo capito che ci cose in cui dobbiamo migliorare, come nella prossimità, che vorrei fosse la parola determinante per il futuro della sanità, nell’assistenza domiciliare, nella telemedicina, nel territorio. Per questo le professioni sanitarie sono le professioni del futuro». Così il Ministro della Salute Roberto Speranza nel corso del secondo congresso nazionale della Federazione Nazionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, in scena a Rimini dal 19 al 21 novembre.

Al centro della tre giorni, il contributo delle diciannove professioni sanitarie afferenti la Federazione in questi mesi di emergenza pandemica, la sfida della sanità del futuro, che prenderà forma con il Piano Nazionale di ripresa e Resilienza (PNRR) e le attività della Federazione che raccoglie circa 220mila iscritti distribuiti in 61 Ordini.

Ad aprire i lavori della sessione inaugurale, intitolata “l’insegnamento della pandemia”, è stato proprio il Ministro Speranza che ha voluto ringraziare le professioni sanitarie «per lo straordinario lavoro svolto in questi mesi di pandemia».

Speranza: «I professionisti della sanità hanno fatto un lavoro straordinario durante la pandemia»

«I professionisti della sanità ci sono stati, con un lavoro incredibile e incessante. Alcune volte la comunicazione tendeva a vedere solo un pezzo di questo lavoro, ma tutti siamo consapevoli di quanto il vostro lavoro sia stato fondamentale», ha detto il Ministro, che poi ha espresso preoccupazione per la nuova ondata Covid in Europa:  «Solo un irresponsabile non è preoccupato in una situazione del genere. I numeri sono chiari e quelli dell’Europa sono in crescita. La Germania fa 65mila casi al giorno ed è sempre stata considerata un paese di riferimento. La Francia fa 20mila casi al giorno, l’Austria 14mila casi con nove milioni di abitanti, un sesto di quelli dell’Italia. L’Olanda è sui 20mila casi al giorno. Siamo dentro una quarta ondata e l’Italia non può pensarsi fuori da questa dimensione. Noi stiamo un po’ meglio grazie a un tasso di vaccinazione molto alto: l’86,95 per cento dei vaccinabili ha avuto la prima dose e quasi l’84,5 per cento ha completato il ciclo. Ma non sono dati che ci devono far pensare di essere arrivati a un punto di arrivo. Ieri ci sono state circa 20mila prime dosi. Io ringrazio quelle persone che stanno decidendo in questi minuti di vaccinarsi: per ogni persona che si vaccina, si rafforza il nostro scudo».

Il Ministro ha poi chiesto ai professionisti sanitari di esercitare la loro forza persuasiva per convincere altri cittadini a vaccinarsi: «Ancora ci sono persone che hanno paura, che non sono sicure. Ogni volta che se ne convince uno si fa il bene della persona e quello della comunità. Dobbiamo insistere con i richiami: ieri sono stati 158mila i richiami. Questo dato crescerà ancora. La strategia del governo è di puntare con forza sulla campagna di vaccinazione come arma essenziale per gestire le prossime settimane».

Le possibilità del PNRR

Poi Speranza ha illustrato la visione che deve guidare la riforma della sanità che si attuerà nei prossimi mesi anche grazie alle risorse del PNRR: «Il vostro congresso ci può dare importanti spunti di riflessione sul futuro del sistema sanitario. La ferita del Covid ci ha fatto male ma ci ha anche consegnato una nuova consapevolezza: la sanità è diventata la prima cosa, tutti riconoscono la necessità di investire sul Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo lavorare insieme per costruire un nuovo sistema sanitario nazionale. In primis, dobbiamo mettere più risorse, chiudere la stagione dei tagli, la fase in cui la sanità era un costo, e aprirne una in cui la sanità diventi la più grande leva per migliorare la qualità della vita delle persone. La salute deve essere un bene fondamentale da difendere».

«Fare le riforme insieme»

«Insieme alle risorse dobbiamo fare le riforme – ha concluso Speranza -. Qui c’è una funzione per tutti voi. In questa sfida drammatica abbiamo capito che ci cose in cui dobbiamo migliorare, come nella prossimità, che vorrei fosse la parola determinante per il futuro della sanità, nell’assistenza domiciliare, nella telemedicina, nel territorio. Per questo le professioni sanitarie sono le professioni del futuro. Il metodo che dobbiamo darci è quello della condivisione. Le istituzioni devono fare la propria parte e devono aprirsi, per questo abbiamo voluto il tavolo della Consulta delle professioni sanitarie. Abbiamo bisogno di un confronto costante. Questo è il momento di provare a cambiare. So di poter contare su di voi in questo momento senza precedenti per il Paese».

La prima giornata

Alla tavola rotonda, condotta da Gerardo D’Amico, hanno preso parte Marialucia Lorefice, Presidente XII Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati, Paola Boldrini, Vice Presidente XII Commissione Igiene e sanità Senato della Repubblica, Raffaele Donini, Assessore alle politiche per la salute ER e Coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle PA, Ten. Gen. Antonio Battistini, Capo ufficio relazioni istituzionali struttura di supporto commissariale per l’emergenza Covid-19, Giuseppe Ippolito, Direttore generale della ricerca e dell’innovazione in sanità del Ministero della Salute, Teresa Calandra, Presidente FNO TSRM e PSTRP, David Lazzari, Presidente CNOP – Consiglio nazionale Ordine degli Psicologi, Giovanni Migliore, Presidente FIASO – Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, l’avvocato Carlo Piccioli e Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.

Calandra: «Immaginiamo una sanità in cui tutte le professioni danno il loro contributo»

La presidente della FNO TSRM PSTRP, Teresa Calandra, ha voluto delineare il ruolo delle professioni sanitarie nelle sanità del futuro: «Se non riusciremo nell’intento di riformare la sanità avremo perso tutti un’occasione. Ci immaginiamo una sanità che funziona in cui tutte le professioni danno il loro contributo. Penso alle professioni di comunità, al plurale, e non ad una sola professione. Tutte devono essere tenute in considerazione sin da subito. Pensiamole tutte all’interno delle Case di Comunità, per utilizzare quando serviranno: puntiamo a una sanità d’equipe».

«Sul PNRR – continua Calandra – abbiamo già realizzato un documento che sostanzialmente propone dei progetti concreti e realizzabili. Abbiamo tanti professionisti sanitari che hanno voglia di partecipare alla ricerca che non può essere più pensata per i soli medici, abbiamo voglia di metterci a disposizione della scienza. Auspichiamo che con le risorse del PNRR non si costruiscano solo palazzi ma si punti sulle professioni sanitarie».

«Dal punto di vista delle professioni, c’è bisogno di capire che il sistema di cura non è una catena di produzione industriale ma un sistema fondato sulle competenze e sulla relazione – ha spiegato il presidente del CNOP David Lazzari -. Noi abbiamo siglato un protocollo sull’INAIL per gestire lo stress dovuto a questa situazione eccezionale che ha visto protagonisti gli operatori sanitari. Una delle lezioni che dobbiamo imparare è che un nuovo sistema sanitario deve partire dal prendersi cura dei professionisti, e uno dei fattori principali è la qualità della cura. Il secondo aspetto è il rapporto con l’utenza».

Lazzari: «Sistema di cura non è catena di produzione industriale»

«La protezione del vaccino rispetto al rischio di infezione, non è una protezione al 100%, varia tra l’80-85%, non è escluso completamente il rischio di infezione. Gli operatori sono in prima linea nel dover difendere l’uso dei dispositivi di protezione. I comportamenti che soprattutto il personale sanitario ha imparato nel corso della pandemia sono stati fondamentali nell’evitare cluster ospedalieri, che ci sono ma sono in misura molto inferiore se non fossero rispettate tutte le misure e i dispositivi di protezione. Mi appello agli operatori sanitari affinchè tutti abbiano un ruolo attivo nel convincere le persone” ha affermato Anna Teresa Palamara, nuovo direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.

Donini: «Portare ai massimi livelli la direzione assistenziale»

«Da molti anni era in uso una prassi per la quale le professioni sanitarie venissero coinvolte nelle scelte delle aziende sanitarie locali ma sempre in modo informale – ha affermato Raffaele Donini, Assessore alle politiche per la salute ER e Coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni -. Noi vogliamo portare ai massimi livelli la direzione assistenziale che contribuisce alla strategia di quelle aziende. All’inizio ci avevano detto che era incostituzionale, abbiamo fatto degli approfondimenti e abbiamo scoperto che non lo era. In certi momenti la politica deve decidere. Se noi vogliamo costruire la sanità del futuro dobbiamo valorizzare tutte le competenze. Il cittadino in fondo non ha bisogno di prestazioni, ma ha bisogno di una presa in carico e sul territorio deve trovare tutte quelle professioni di cui ha bisogno».

Lorefice: «Metterci alle spalle la stagione dei tagli in sanità»

“Dobbiamo metterci alle spalle la stagione dei tagli in sanità – ha spiegato la presidente della commissione Affari sociali della Camera Marialucia Lorefice -. La parola chiave nella Legge di Bilancio deve essere investimento. Penso al Fondo sanitario, che viene ampliato di due miliardi all’anno nei prossimi anni. E alla stabilizzazione del personale sanitario assunto durante l’emergenza Covid, un modo per ringraziare chi ha aiutato il Paese in una fase così complicata. E poi la formazione: già nella Nadef, la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, in commissione Affari sociali avevamo chiesto di prevedere risorse per la specializzazione del personale delle professioni sanitarie. In questo modo il Parlamento riconosce il ruolo fondamentale die professioni sanitari».

Boldrini: «Tutelare persone che non si possono vaccinare per gravi motivi»

«In questa emergenza pandemica, noi abbiamo sempre preso delle decisioni pensando sempre alla comunità e non solo al singolo – ha spiegato la Vice presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Paola Boldrini -. Dobbiamo tutelare le persone che non si possono vaccinare per gravi motivi, che hanno delle fragilità. Per quel che mi riguarda, ben vengano ulteriori restrizioni per i non vaccinati».

Ippolito: «Nessun vaccino funziona al 100%»

«Nessun vaccino funziona al 100% – ha ricordato Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma -. Ad esempio, le persone si vaccinano tutti gli anni per l’influenza ma nessuno pensa che non avrà più la sindrome influenzale. Noi sappiamo che tutti i vaccini hanno un periodo di decadimento degli anticorpi che varia a seconda dei diversi vaccini”» ha sottolineato. E ha aggiunto: «Abbiamo una situazione che possiamo controllare solo con interventi globali, il virus circola e continuerà a circolare. La sorveglianza deve durare almeno fino alla fine del 2024, dobbiamo mantenere livelli di prevenzione a lungo termine».

Migliore: «Necessario rendere permanente stabilizzazione di tanti professionisti»

Giovanni Migliore, presidente FIASO, ha parlato della stabilizzazione dei precari assunto durante l’emergenza Covid: «Abbiamo ritenuto che fosse necessario rendere permanente la stabilizzazione di tanti professionisti. Per le nostre aziende è essenziale. In questi ultimi 20 mesi abbiamo utilizzato tutte le risorse possibili. Noi oggi abbiamo una grandissima opportunità. E allora abbiamo l’obbligo di fare bene. Noi oggi abbiamo davanti l’opportunità di investire in formazione, per fare formazione ci vogliono dei professionisti che siano stabilmente al servizio del sistema sanitario. La platea è quella dei 53mila professionisti che abbiamo indicato, dipende dalle risorse».

 

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