Lavoro e Professioni 17 Aprile 2023 11:24

Riabilitazione, cosa chiedono i professionisti per offrire il miglior servizio ai pazienti

Presentati i risultati di un’indagine che è stata condotta tra maggio e settembre 2022 e ha coinvolto le otto professioni sanitarie della riabilitazione
Riabilitazione, cosa chiedono i professionisti per offrire il miglior servizio ai pazienti

È stato presentato il primo Rapporto sulle condizioni occupazionali e soddisfazione dei professionisti della riabilitazione in Italia, realizzato in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari, della riabilitazione e della prevenzione. Al centro del convegno la presentazione dei risultati di un’indagine che è stata condotta tra maggio e settembre 2022 e ha coinvolto le otto professioni sanitarie della riabilitazione (Podologo, Fisioterapista, Logopedista, Terapista occupazionale, Ortottista, Terapista della neuro e psicomotricità della età evolutiva, Tecnico della riabilitazione psichiatrica e l’Educatore professionale), con l’auspicio di accendere i riflettori su queste professioni, spesso tenute ai margini dall’agenda politica e lontani dai media, che per praticità
delegano la cura e l’assistenza solo ad alcune professioni.

I lavori sono stati aperti da Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, che ha portato i saluti del Ministro della salute Schillaci e ha dichiarato: «L’obiettivo è stato quello di analizzare le condizioni di lavoro dei professionisti sanitari dell’area della riabilitazione ed al contempo accendere i riflettori su queste professioni che, riprendendo il titolo dell’evento, devono essere conosciute per il loro valore strategico sanitario, sociale ed anche economico, il recupero ed il reinserimento nella vita è un bene per l’individuo e per il Paese, e – continua Calandra – riconosciute non solo dalle Istituzioni e dalla politica, ma anche dai media, dai cittadini, affinché si possa valorizzare e potenziare il loro contributo sia all’interno del SSN, che più in generale per il benessere collettivo».

Il Rapporto è stato illustrato da Luisa De Vita, Docente dell’Università Sapienza e, insieme a Antonio Corasaniti, Dottorando dell’Università Sapienza Dipartimento di scienze sociali ed economiche. «Abbiamo condotto questa indagine in quanto riteniamo i professionisti della riabilitazione strategici per la domanda di cura, che è in crescita – ha spiegato Luisa De Vita – su queste professioni c’è ancora poca attenzione da parte dei decisori politici, ma anche della ricerca, tuttavia noi abbiamo voluto analizzarne le condizioni di lavoro, tenendo conto che si tratta di un universo professionale molto variegato, con condizioni che variano sia tra lavoratori dipendenti pubblici o privati, sia rispetto al lavoro autonomo. Le criticità più rilevanti sono i livelli di reddito, decisamente molto bassi a fronte del carico di lavoro e della professionalità messa in campo, ma anche gli elementi legati al riconoscimento del proprio lavoro oltre che la crescita professionale».

L’obiettivo principale della survey, che ha interessato tutti i professionisti della riabilitazione iscritti agli Ordini TSRM e PSTRP di Italia, è di analizzare le condizioni di lavoro di questi operatori per avviare un dibattitto sulla necessità di valorizzarne e potenziarne il contributo non solo all’interno del SSN ma più in generale per il benessere collettivo. Fra gli elementi significativi emersi, si evidenzia, da una parte, una certa agency dei diversi professionisti che, soprattutto alla luce di una maggiore esperienza professionale, riescono a collocarsi più strategicamente nel mercato e, dall’altra, una serie di segmentazioni che diversificano moltissimo le condizioni di lavoro e i livelli di soddisfazione e che scaricano i maggiori svantaggi sui soggetti più deboli. Se le variabili soggettive, legate all’età, al genere o all’esperienza professionale, sembrano avere un peso rilevante nell’indirizzare le scelte, ma soprattutto nel condizionare gli esiti, forti divaricazioni sono evidenti anche a livello territoriale. La bassissima diffusione di lavoro dipendente pubblico nelle Regioni del Sud segnala sia un’incapacità dell’attore pubblico di rispondere ad una serie di bisogni della popolazione, sia la scarsità di risorse destinate per la promozione di queste professioni che, quindi, faticano, in alcuni contesti più di altri, a trovare legittimità e riconoscimento sociale.

A conclusione della giornata si è svolta una tavola rotonda a cui hanno preso parte i Componenti del Comitato centrale Alessandro Beux, Francesco Della Gatta e Dilva Drago, insieme a Laura Franceschetti, Direttrice del master in management e innovazione nelle aziende sanitarie, DiSSE della Sapienza di Roma e Stefano Neri, Professore associato, dell’Università degli studi di Milano Statale. Un momento di riflessione sui risultati dell’indagine alimentando il dibattito tra i presenti. Ha fatto pervenire il proprio saluto all’evento anche Luciano Ciocchetti, Vicepresidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che ha ribadito l’importanza del lavoro delle professioni sanitarie coinvolte.

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