Pandemie 23 Luglio 2025 15:33

La pandemia ha accelerato l’invecchiamento del cervello anche prima di ammalarci

La pandemia Covid-19 potrebbe aver accelerato l'invecchiamento del cervello ancor prima di contrarre l'infezione. Lo ha dimostrato uno studio dell'Università di Nottingham, pubblicato sulla rivista Nature Communications
La pandemia ha accelerato l’invecchiamento del cervello anche prima di ammalarci

La pandemia Covid-19 potrebbe aver accelerato l’invecchiamento del cervello ancor prima di contrarre l’infezione. Uno studio condotto dall’Università di Nottingham (Regno Unito), pubblicato sulla rivista Nature Communications, suggerisce che anche in una fase relativamente precoce dell’epidemia, il cervello è invecchiato di 5,5 mesi, probabilmente a causa dello stress o dei cambiamenti nello stile di vita. Sappiamo che molte persone che hanno avuto il Covid-19 hanno sofferto anche per lungo tempo di annebbiamento mentale. Ma anni dopo l’arrivo del Covid-19, l’impatto neurologico più ampio della pandemia è tutt’altro che pienamente compreso.

La pandemia ha accelerato l’invecchiamento del cervello di 5,5 mesi

Per fare chiarezza, Ali-Reza Mohammadi-Nejad dell’Università di Nottingham e il suo team di ricerca hanno addestrato un modello di apprendimento automatico su 15.000 scansioni cerebrali per identificare come la struttura del cervello cambia con l’età. Hanno poi alimentato il modello con coppie di scansioni cerebrali di 996 volontari dello studio UK Biobank. Di questi, 564 erano stati sottoposti a scansioni prima di marzo 2020, quando è stato introdotto il lockdown nel Regno Unito, e fungevano da gruppo di controllo. I restanti 432 volontari sono stati sottoposti a una scansione prima di marzo 2020 e una successivamente. Ogni scansione è stata fatta a distanza di tre anni, in media, con un intervallo minimo di due anni. Ebbene, confrontando i dati dei due gruppi – abbinati per età, sesso e stato di salute generale – i ricercatori hanno scoperto che la pandemia potrebbe aver accelerato l’invecchiamento cerebrale di 5,5 mesi, in base ai cambiamenti strutturali della materia bianca e grigia.

Sotto accusa solitudine, stress dei lockdown, scarsa attività fisica e consumo di alcol

Questo risultato è stato riscontrato anche tra coloro che non avevano un’infezione nota da Covid-19, come registrato nell’ambito del progetto Biobank. Questo invecchiamento accelerato è risultato particolarmente pronunciato tra gli uomini e tra le persone più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. Tuttavia, i partecipanti alla Biobank sono generalmente più sani, più ricchi e meno diversificati dal punto di vista etnico rispetto al resto del Regno Unito, quindi i risultati potrebbero non essere applicabili più ampiamente. I ricercatori ipotizzano che questi cambiamenti possano essere avvenuti a causa della solitudine o dello stress dei lockdown, o dei cambiamenti nello stile di vita che potrebbero essersi verificati in quel periodo, ad esempio con i livelli di attività fisica o con il consumo di alcol.

Effetti sul cervello “almeno parzialmente reversibili”

Nello studio, scrivono che i cambiamenti strutturali del cervello potrebbero essere “almeno parzialmente reversibili” e sottolineano che i risultati sono limitati dal fatto che i partecipanti provenivano tutti dal Regno Unito. Quindi i risultati potrebbero non riflettere i potenziali effetti dei lockdown altrove. “I nostri risultati potrebbero in realtà sottostimare l’impatto della pandemia sulle popolazioni più vulnerabili”, conclude Mohammadi-Nejad.

 

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