Nutri e Previeni 22 Ottobre 2015 09:56

Il mangiar sano s’impara a scuola giocando

Il mangiar sano s’impara a scuola giocando

shutterstock_138573434Riprende “SALTAinBOCCA”, un gioco da tavola, ma anche un grande progetto, un network che coinvolge 10mila insegnanti e 4500 studi pediatrici, per insegnare ai bambini come difendersi dall’obesità. Ideato da CSE Italia in collaborazione con la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP)  è alla terza edizione ed è stato presentato in  una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.

Il progetto, che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute, parte dal successo delle prime due edizioni, “alle quali hanno partecipato 10mila insegnanti, 110mila tra bambini e genitori, e 4.500 studi pediatrici”, sottolinea Patrizio Vanessi, presidente CSE Italia. L’iniziativa, prosegue, “si affida a un network di forze per avere la migliore riuscita: i pediatri spiegano i segreti della corretta alimentazione agli insegnanti, che, a loro volta, la insegnano ai bambini, ma non attraverso la solita lezione in cattedra, bensì attraverso il gioco. Poi i bambini mettono in pratica a casa quello che hanno imparato, grazie all’aiuto dei genitori”. Dieci schede didattiche, che saranno scaricabili dal sito omonimo (www.saltainbocca.it), comunicano agli alunni messaggi semplici da far diventare regole di vita alcune abitudini salutari: fare sempre colazione, non dimenticare la ginnastica, mangiare tanta verdura e frutta.

“L’eccesso di grasso nei bimbi, infatti, chiariscono i pediatri, aumenta il rischio di diabete, ipertensione, aumento del colesterolo. Ma, “ai problemi di salute fisica si aggiungono anche disturbi dell’umore, visto che spesso il sovrappeso è associato alla esclusione sociale e alla derisione, problemi che possono portare a episodi di bullismo e avere conseguenze psichiatriche”, specifica Giuseppe di Mauro, segretario alle Attività scientifiche ed etiche della Fimp.

“Insegnare le regole di un’alimentazione sana – commenta Paola Binetti (AP) – è previsto anche nel disegno di legge sulla Buona Scuola. Per questo il progetto traduce nella pratica, in modo efficace e divertente, quello che nel decreto è già presente”- conclude.

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