Salute 11 Settembre 2019 15:16

Educazione alla salute e sviluppo sostenibile, alla Federico II di Napoli la prima cattedra Unesco in Europa sul tema

Coordinata dall’Endocrinologa Annamaria Colao, la cattedra si avvale di partnership di prestigio e si propone come eccellenza nella ricerca medica sulla scena internazionale

Promuovere un’educazione alla salute della popolazione agendo su fattori culturali, nutrizionali ed ambientali, attraverso la prevenzione e lo sviluppo sostenibile. Sono questi gli obiettivi a largo raggio della Cattedra UNESCO istituita presso l’Università Federico II di Napoli, denominata appunto “Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile”. Prima in Europa su questo tema, coordinata dalla professoressa Annamaria Colao, ordinario di Endocrinologia e direttore della UOC di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Federico II, la Cattedra è stata presentata oggi nella splendida cornice del Centro Congressi federiciano sul lungomare partenopeo dal rettore Gaetano Manfredi alla presenza del mondo accademico e istituzionale napoletano.

LEGGI ANCHE: “HEALTH ECONOMICS”, SBARCA A ROMA IL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE PER FORMARE PROFESSIONISTI IN ECONOMIA SANITARIA

Un vero e proprio fiore all’occhiello per il principale ateneo del Sud Italia: «È un riconoscimento molto importante, l’Ateneo è già per sua tradizione un’istituzione importante a livello internazionale, e questa collaborazione con l’UNESCO è un ulteriore tassello di un percorso che oggi posiziona la Federico II tra le grandi università internazionali – commenta il rettore Manfredi – Questo progetto nasce da un’idea portata avanti dalla professoressa Annamaria Colao. Tante le competenze messe in campo su questi temi, l’UNESCO ha accettato la nostra proposta grazie alla forza delle idee e della grande levatura scientifica delle personalità coinvolte». Il progetto si avvale di uno staff composto da scienziati e ricercatori in ambito medico, ingegneristico e agroalimentare, oltre a prestigiose partnership nazionali e internazionali peer raggiungere i suoi obiettivi specifici. Tra questi, l’attivazione di un curricolo universitario focalizzato sui determinanti culturali e ambientali della salute, oltre che sulla adozione di abitudini alimentari e stili di vita sani (esportandolo al contempo anche nelle scuole), e la promozione di studi epidemiologici in regioni italiane ed europee che soffrono di elevati tassi di obesità ed elevata pressione ambientale (a causa di emergenze ambientali locali) per valutare il ruolo dei fattori culturali e ambientali nello sviluppo di determinate malattie.

«Siamo molto orgogliosi che il tema da noi proposto sia stato considerato meritevole dall’UNESCO. Il tutto è andato al di là delle nostre più rosee aspettative. – racconta la professoressa Colao, titolare della Cattedra – È un tema che abbraccia la salute umana in toto, e avremo la possibilità di entrare a far parte del network delle 763 cattedre mondiali UNESCO. Questo ci permetterà di lavorare su tutti i temi della medicina e di esplorare il modo in cui la medicina entra in gioco su temi quali i diritti civili, le disuguaglianze, la salvaguardia dei diritti delle donne e dei bambini. Abbiamo deciso di portare questo progetto anche nelle scuole perchè l’educazione è un tema fondamentale per l’UNESCO, e l’educazione alla salute passa anche e soprattutto dall’infanzia e dall’adolescenza».

Tra gli interventi concreti sul territorio sono infatti previste iniziative nelle scuole primarie e secondarie per l’educazione ambientale e la prevenzione dell’obesità infantile e giovanile, incentrate sulla promozione della Dieta mediterranea che è, appunto, Patrimonio dell’UNESCO, e iniziative itineranti sul territorio con la formula dei “Campus della Salute”: la presenza di specialisti e strumenti diagnostici presenti nelle piazze delle principali città campane in giornate dedicate, per la prevenzione sul campo di patologie metaboliche correlate all’ambiente.

 

Articoli correlati
Chirurgia estetica, D’Andrea: «Da cancro al seno a violenze domestiche, ripristiniamo integrità della donna»
Dalla tavola rotonda organizzata a Napoli levata di scudi contro abusivismo e migrazione sanitaria
Tumore al seno, al Policlinico Federico II di Napoli l’innovativa tecnica anestesiologica senza intubazione
Il chirurgo della Breast Unit Tommaso Pellegrino e il dg Anna Iervolino: «L’eccellenza dei nostri percorsi diagnostico terapeutici porrà un freno alla migrazione sanitaria di medici e pazienti»
Ai test di medicina con l’auricolare-spia. La denuncia dei candidati, Federico II conferma
L’episodio è stato verbalizzato ma al candidato è stato concesso di terminare la prova: «Non è stato colto in flagranza»
Unesco e Sima insieme per la scuola post-covid: sicura, inclusiva, motivante
Per il benessere degli studenti e un miglior rendimento scolastico, da settembre più attenzione alla qualità dell’aria in aula
Napoli, la Federico II lancia il Master in Vaccinologia. Boom di richieste tra i giovani medici
La direttrice del corso: «Forniamo agli operatori impegnati nelle attività di prevenzione tutti gli strumenti epidemiologici e di valutazione sull’efficacia dei vaccini e delle strategie vaccinali»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Salute

Capelli bianchi: non solo un segno del tempo, ma un meccanismo di difesa contro il cancro

Secondo uno studio dell’Università di Tokyo i capelli bianchi rappresentano una risposta difensiva delle cellule staminali dei melanociti del bulbo pilifero a gravi danni al DNA
di Isabella Faggiano