Contributi e Opinioni 19 Marzo 2018 16:35

Fotios Loupakis, un italiano tra gli esperti americani dell’Asco (American Society of Clinical Oncology)

Si tiene nei prossimi giorni a Washington (USA) la seduta annuale dello Scientific Program Committee dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), il comitato di esperti che revisiona e seleziona gli abstract per identificare le migliori presentazioni per l’annuale appuntamento dell’ASCO, il più importante convegno mondiale di oncologia.

Il Comitato, che si ritrova nella capitale federale statunitense dal 21 al 24 marzo, è composto da circa 170 specialisti: tra questi c’è un solo italiano, Fotios Loupakis, esperto di oncologia colorettale e dirigente medico presso l‘Oncologia Medica 1 dello IOV – Istituto Oncologico Veneto – IRCCS.

Nato a Pisa nel 1979, Loupakis si è laureato presso la facoltà di medicina dell’Università di Pisa, dove ha conseguito specializzazione, dottorato in Biotecnologie e Master in Sperimentazioni Cliniche, oltre ad essere stato Research Fellow presso il laboratorio di Oncologia Traslazionale di Heinz-Josef Lenz (University of Southern California, Los Angeles).  Loupakis è stato selezionato nel Committee dell’ASCO sulla base del suo profilo scientifico e dell’esperienza già maturata in ambito di tumori colorettali, nonostante sia un “under 40”: nel suo curriculum ci sono infatti anche le presentazioni di cui è già stato protagonista proprio all’ASCO, dove gli è già stato assegnato nel 2009 il prestigioso Merit Award destinato ai migliori giovani oncologi del panorama internazionale.

«La presenza di Fotios Loupakis nello Scientific Program Committee dell’ASCO è di grande soddisfazione e orgoglio per tutto l’Istituto – ha detto Vittorina Zagonel (Direttore Oncologia Medica 1, IOV-IRCCS) – . La scelta dell’ASCO premia il brillante curriculum professionale di Fotios, ma anche una squadra di giovani oncologi che abbiamo messo a punto allo IOV sul trattamento dei tumori colorettali, e conferma come l’oncologia italiana abbia raggiunto livelli di qualità scientifica e di competitività altissima. Tutto questo – voglio sottolinearlo – impegna ancor più noi oncologi di più lunga esperienza a creare il giusto ambiente affinchè giovani oncologi motivati e capaci possano costruire il futuro dell’oncologia italiana, e internazionale, a vantaggio dei pazienti».

 

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