Salute 3 Luglio 2025 15:08

Caldo, l’immunologo: “Attenzione alle interferenze con le terapie”

"Disturbi nuovi, in precedenza non percepiti: nausea, stanchezza insolita, difficoltà di concentrazione, mal di testa" sono campanelli d’allarme che non andrebbero mai sottovalutati
Caldo, l’immunologo: “Attenzione alle interferenze con le terapie”

Il caldo estremo mette a rischio anche l’efficacia e la sicurezza dei farmaci. A mettere in guardia è Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione umana all’Università Lum, che invita a prestare la massima attenzione alla gestione delle terapie farmacologiche nei periodi di afa. “Alcuni medicinali – spiega – possono provocare reazioni avverse se assunti quando fa molto caldo. E non è sempre facile riconoscere i segnali di allarme”. I sintomi da tenere d’occhio? “Disturbi nuovi, in precedenza non percepiti: nausea, stanchezza insolita, difficoltà di concentrazione, mal di testa”. Campanelli d’allarme che non andrebbero mai sottovalutati, soprattutto se si assumono farmaci che, per composizione e meccanismo d’azione, possono risultare particolarmente sensibili alle alte temperature.

I farmaci per trattare diabete e colesterolo

Tra questi, spiega Minelli, rientrano alcuni ipoglicemizzanti orali come le glifozine, utilizzate nel trattamento del diabete. Ma non sono gli unici: anche i farmaci per il controllo del colesterolo, in particolare le statine, meritano attenzione. Lo stesso vale per gli antidolorifici contenenti caffeina, per molti antinfiammatori non steroidei – tra cui diclofenac, naprossene e ibuprofene – e per gli immunosoppressori come l’apremilast, spesso prescritto nei pazienti con psoriasi. A questi si aggiungono alcuni antibiotici, in particolare le tetracicline, ma anche farmaci come il litio, utilizzato nel disturbo bipolare, o antipsicotici come l’aloperidolo, che possono interferire con i segnali fisiologici del surriscaldamento corporeo.

Antistaminici e diuretici

Non vanno trascurati, inoltre, gli antistaminici, capaci di interferire con i meccanismi di termoregolazione e ridurre la sudorazione, e i lassativi, che – se assunti in modo non controllato – possono alterare l’equilibrio idro-elettrolitico. E ancora, i diuretici, che amplificano l’effetto della sudorazione aumentando il rischio di disidratazione e ipotensione, così come i betabloccanti e i decongestionanti, che riducono il flusso di sangue verso la superficie della pelle, ostacolando la dispersione del calore. Anche i contraccettivi orali, conclude Minelli, possono risultare più problematici del solito in presenza di temperature elevate.

L’effetto disidratante e la fotosensibilizzazione

“Una delle motivazioni più frequenti per cui questi farmaci possono essere mal tollerati con il caldo – sottolinea l’immunologo – è proprio il loro effetto disidratante, spesso molto più potente di quanto si pensi”. Da qui l’importanza di una corretta idratazione, da mantenere costante per tutta la giornata, associando acqua a sali minerali e alimenti ricchi di liquidi, come frutta e verdura fresca. “Idratarsi adeguatamente è il primo e più efficace strumento per prevenire il colpo di calore e sostenere l’organismo nel suo equilibrio”. Ma c’è un altro rischio, spesso sottovalutato: quello della fotosensibilizzazione. “Antistaminici, benzodiazepine, antidepressivi, antinfiammatori non steroidei, ma anche alcuni antibiotici – come i sulfamidici, i chinolonici e le tetracicline – aumentano sensibilmente la reattività della pelle alla luce solare – avverte Minelli -. Il risultato è l’insorgenza, anche rapida, di eritemi violenti, arrossamenti, bruciori e gonfiori cutanei, spesso molto dolorosi”.ù

La regola d’oro

Ascoltare il proprio corpo e segnalare al medico qualsiasi disturbo insolito è la regola principale da tenere sempre bene a mente: “Non si devono mai sospendere le terapie senza il parere dello specialista – conclude Minelli – . Ma è essenziale imparare a convivere con il caldo anche sotto terapia, adattando abitudini e stili di vita a tutela della propria salute”.

 

 

 

 

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