Covid-19, che fare se...? 26 Gennaio 2015 16:49

Il bollettino del Ministero

Sondaggio sulle assicurazioni per il mondo medico-sanitario

di Ministero della Salute

L’allarmante incremento del numero di contenziosi in ambito sanitario registrato negli ultimi anni impone oggi una risposta seria sia ai cittadini che subiscono danni derivanti da malpractice, sia ai professionisti che devono poter esercitare serenamente la propria attività. Il professionista sanitario coinvolto nei contenziosi è, infatti, spesso costretto ad affrontare conseguenze in sede civile, penale, contabile e disciplinare, con esiti drammatici anche laddove poi il giudizio si risolva favorevolmente.
Ne deriva un crescente ricorso alla cd. medicina difensiva, la quale piuttosto che preoccuparsi di assicurare la salute del cittadino, appare finalizzata, in via prioritaria, a scongiurare eventuali procedimenti giudiziari e pretese risarcitorie.
Ma questa non appare l’unica conseguenza negativa registrata: un altro aspetto particolarmente preoccupante è quello dell’esodo dalle specializzazioni maggiormente esposte a rischio; come pure l’impossibilità, per molti operatori sanitari, di riuscire ad ottenere un’adeguata copertura assicurativa sul mercato.
Per tutte queste ragioni garantire ai professionisti la giusta serenità nell’esercizio della propria attività e restituire fiducia ai cittadini incorsi in casi di malpractice appare oggi indispensabile, a tutela del buon funzionamento dello stesso Servizio Sanitario Nazionale.
Su tale tema, come ben sapete, il decreto legge n°158 del 2012 ha cercato di dare una prima risposta alle criticità derivanti dalla rigida applicazione dei principi generali sanciti dal codice civile e penale in materia di responsabilità professionale. Le disposizioni introdotte dal decreto legge n°158 non hanno certamente la pretesa di risolvere tutti i problemi connessi a questo tema, ma sicuramente hanno il pregio di aver gettato un sasso nello stagno. Ora probabilmente i tempi sono maturi per un intervento più organico e veramente risolutivo.
Un intervento, però, che non si risolva, e non possa essere percepito, come la ricerca dell’impunità per i professionisti che sbagliano, ma che, al contrario, assicurando la giusta serenità a questi ultimi, riduca sino ad eliminarli i casi di malpractice, erogando una effettiva tutela al diritto costituzionale alla salute.

Beatrice Lorenzin  

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