Il nuovo piano sulla mobilità e sulla qualità dell’aria per Milano è un passo importante verso una città più verde e sicura ma è necessario inseguire gli obiettivi OMS, abbandonando l’idea di ricorrere alle possibili deroghe contenute nella nuova direttiva europea
“E’ necessario fare di più per ridurre l’inquinamento atmosferico, puntando a raggiungere almeno i nuovi limiti UE, senza ricorrere alle possibili deroghe contemplate nella nuova normativa”. È il commento dei legali Consulcesi, il network europeo promotore dell’azione collettiva “Aria Pulita”, al nuovo piano Milano Futura Ora.
Dal capoluogo lombardo e non solo, continuano a giungere richieste d’informazione sull’azione collettiva volta a difendere il diritto alla salute e a vivere in un ambiente sano dei residenti in Italia lanciata lo scorso giugno da Consulcesi.
“Sempre più cittadini preoccupati che vivono a Milano, chiedono misure più incisive per l’inquinamento dell’aria e decidono di unirsi alla nostra iniziativa” – spiega Bruno Borin, a capo del team legale Consulcesi.
Solo da inizio anno, con circa 135mila persone che hanno mostrato interesse all’azione collettiva, su oltre 180mila giunte complessivamente dalla Regione, Milano si conferma apripista nella battaglia contro l’inquinamento atmosferico. “Non solo, Milano è anche la prima città in cui è stata deposita l’iscrizione a ruolo della prima azione collettiva per violazione dei limiti di PM10 e di NO2, ora il giudizio è pendente dinanzi al Tribunale di Milano e siamo in attesa dell’esito della prima udienza”.
Il nuovo piano sulla mobilità e sulla qualità dell’aria per Milano è certamente un passo importante verso una città più verde e sicura – ha dichiarato Borin – “Tuttavia, è necessario inseguire gli obiettivi OMS, abbandonando l’idea di ricorrere alle possibili deroghe contenute nella nuova direttiva europea, come più volte e da più parti auspicato per il bacino padano”.
“Qualunque ulteriore ritardo nel raggiungimento degli obiettivi sulla qualità dell’aria 2030, si traduce in altre migliaia di morti e malati che possono e devono essere evitati” – conclude Borin.
Infatti, secondo le stime dell’European Environmental Bureau (EEB) l’applicazione delle deroghe previste dalla nuova Direttiva UE sulla qualità dell’aria – che permetterebbe a regioni quali Veneto, Piemonte e Lombardia di spostare al 2040 il raggiungimento dei livelli di inquinamento atmosferico – potrebbe causare circa 120mila morti premature in più nel nostro Paese.
I dati su Milano, come sul resto della Pianura Padana, affermano i legali Consulcesi, mostrano una situazione critica che perdura ormai da anni, continuando ad esporre la popolazione a significativi rischi per la salute. Nel nostro Paese milioni di persone si vedono ancora negato il diritto alla salute, riconosciuto a livello internazionale, nazionale e regionale. Lo ha confermato in passato anche la Corte UE, richiamando e poi condannando l’Italia per aver superato i limiti dei valori di PM10 e N02 nell’aria, danneggiando l’ambiente e mettendo a rischio la salute dei cittadini”.
Secondo Consulcesi, oltre 40 milioni di persone, su un totale di 3.384 Comuni italiani hanno respirato e continuano a respirare aria “avvelenata” da concentrazioni elevate di particelle inquinanti, come il particolato atmosferico (PM10) e il biossido d’azoto (N02) e che per questo potrebbero aderire all’azione collettiva per richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.