Advocacy e Associazioni 5 Giugno 2024 11:47

“Paziente al centro: Arte in ospedale”: a Monza i piccoli pazienti diventano pittori

Abbraccio a Monza”, di Carlo Stanga, è l’opera installata negli ambulatori di Neuropsichiatria infantile della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori. Previsto un coinvolgimento diretto dei pazienti che potranno aggiungere elementi e personalizzarla

“Paziente al centro: Arte in ospedale”: a Monza i piccoli pazienti diventano pittori

Un passo importante verso un ambiente più accogliente, empatico e in connessione con i pazienti, in cui l’arte può diventare protagonista e strumento dal valore terapeutico. È questo che rappresenta il progetto “Paziente al centro: Arte in ospedale”. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Morandi ETS e dalla Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, prevede un’installazione di un’opera dell’illustratore Carlo Stanga all’interno dell’ospedale di Monza. Il progetto è focalizzato sul benessere dei soggetti degenti e dei loro famigliari: “Oggi inauguriamo ‘Paziente al centro: Arte in Ospedale’ – commenta Matteo Morandi, Presidente di Fondazione Morandi – che rappresenta un’operazione per mettere al centro dell’operato nostro e di quello dell’Ospedale il benessere del paziente. Abbiamo dedicato questo progetto ai più giovani e alle loro famiglie, che spesso vivono la degenza in ospedale con maggiore tensione e maggiore stress, lo abbiamo vissuto in prima persona con nostro figlio Mattia. L’opera di Carlo Stanga, che non finiremo mai di ringraziare, vuole essere un gesto di avvicinamento e di empatia per alleviare le difficoltà che si possono vivere in corsia ogni giorno”.

L’opera e il suo artista

Carlo Stanga è un illustratore di fama internazionale, premiato a più riprese negli ultimi vent’anni dalla critica con mostre personali e collettive in tutto il mondo e collaborazioni con brand e media come Cartier, Trussardi, Moleskine e The Wall Street Journal. L’artista, sposando completamente il progetto, ha donato alla Fondazione Morandi una sua opera pensata ad hoc per l’iniziativa: è nata così “Abbraccio a Monza”, installata negli ambulatori di Neuropsichiatria infantile. Oltre ai connotati stilistici iconici del suo autore, l’opera prevede il coinvolgimento diretto dei pazienti: sarà infatti possibile, da parte di ragazzi e ragazze, aggiungere elementi e personalizzarla grazie ad una speciale lastra in plexiglas posta sopra all’illustrazione, permettendo una personalizzazione infinita. Un dialogo e una collaborazione tra chi ha creato l’opera e chi la respirerà giorno dopo giorno, rinnovando quotidianamente sapori e sfumature in un esempio d’arte che coinvolge attivamente lo spettatore. “L’arte è cura, quindi in ospedale abita il suo luogo perfetto – spiega Carlo Stanga -. L’arte può avere tante funzioni sociali, può provocare per farci riflettere, renderci consapevoli sui lati più nascosti del tempo che viviamo, e attraverso la bellezza può alleviare le ferite e i mali fisici e mentali, favorendo la guarigione”.

L’arte che cura

“L’attenzione al disagio infantile e adolescenziale deve essere massima in questo periodo che vede crescere in maniera esponenziale le manifestazioni di dolore e sofferenza dell’anima dei nostri bambini, dei nostri adolescenti e delle famiglie che con loro percorrono le difficoltà della malattia psichica e che arrivano alla nostra osservazione per la presa in carico – aggiunge il Presidente della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, Claudio Cogliati -.  Avere strutture accoglienti, empatiche e perché no, belle, con la possibilità di avere una interattività quasi infinita in cui l’espressione artistica dei nostri ragazzi possa essere moltiplicata cento volte e possa essere strumento di cura, ci riempie di gioia”.
“Sono profondamente convinta che l’Arte e la Bellezza aiutino tutti a stare meglio: pazienti, famiglie, operatori – rimarca il Direttore della Struttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile, Renata Nacinovich -. In particolare, credo sia un messaggio importante per i nostri pazienti, in gran parte adolescenti, che affrontano percorsi di cura spesso lunghi e complessi, talvolta resi più faticosi per lo stigma e/o la scarsa conoscenza della sofferenza psichica. Sentirsi oggetto di un’attenzione e di un dono di questo valore, ma anche soggetti che possono ‘lasciar traccia’ ed interagire con un’opera d’arte, può avere un grande valore per i nostri adolescenti, ed aiutarli a ritrovare un proprio potenziale creativo e di partecipazione costruttiva alla vita”.

 

 

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