Advocacy e Associazioni 8 Febbraio 2024 12:27

Farmacie: oltre la metà dei cittadini sceglie sempre la stessa, soprattutto se pazienti con patologia cronica

Cittadinanzattiva e Federfarma presentano il VI Rapporto annuale sulle farmacie italiane

Farmacie: oltre la metà dei cittadini sceglie sempre la stessa, soprattutto se pazienti con patologia cronica

Prevenzione attiva e servizi di telemedicina sono offerti in oltre due farmacie sue tre. La diffusione dei farmaci equivalenti è generalmente buona e la lotta all’antimicrobico-resistenza resta un impegno comune. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal VI Rapporto annuale sulle farmacie italiane a cura di Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma. I dati raccolti testimoniano il processo evolutivo verso la Farmacia dei Servizi ma anche, nel breve termine, la capacità delle farmacie di porsi a disposizione delle comunità locali come supporto del sistema sanitario. In questo quadro emerge la necessità di un potenziamento ulteriore della Farmacia dei Servizi – a partire dalla valorizzazione del rapporto di fiducia tra cittadini e farmacie – e del rafforzamento del ruolo di queste ultime sia in termini di personalizzazione delle cure (con la medicina di genere) sia nella prevenzione e tutela della salute di comunità (con gli screening).

La farmacia di ‘fiducia’

Nel dettaglio, l’analisi indica che il 50,1% dei cittadini sceglie sempre la stessa farmacia, per il rapporto di fiducia. Il livello di fidelizzazione è ancora più solido (53,3% contro il 46,2%) tra le persone affette da patologia cronica. Queste ultime, in particolare, solo nel 13,1% dei casi si affidano ad una qualsiasi farmacia. Relativamente all’utilizzo di farmaci, più di uno su tre dei cittadini intervistati (36,5%) dichiara di preferire “abitualmente” i farmaci equivalenti. In particolare a sceglierli sono i pazienti con patologia cronica (43,4% rispetto al 31,4%). L’84% delle persone interpellate ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha utilizzato farmaci equivalenti, percentuale che sale al 91,3% nei pazienti con patologie croniche; tra le persone senza patologia cronica, che pur fanno uso di farmaci, tale percentuale si ferma al 74,6%.

Il campione di riferimento del Report

La raccolta dei dati, a cui hanno partecipato 1500 farmacie e 4mila cittadini (il 42,6% di essi è affetto da almeno una patologia cronica), si è svolta da luglio a settembre 2023. Tra la popolazione coinvolta prevalgono di gran lunga le donne (72,5%), mentre le fasce di età maggiormente rappresentate sono quella degli adulti dai 31 ai 50 anni e quella appena successiva (51/63 anni). Poco più di un terzo dei farmacisti interpellati (34,7%) ha indicato che la propria farmacia si trova in una zona rurale (Farmacia Rurale). Di queste, l’80% si colloca in un comune con meno di 3000 abitanti.

“Cuore di donna in farmacia”

Presentati anche i risultati della campagna “Cuore di donna in farmacia”, che ha coinvolto, attraverso un questionario di valutazione del rischio cardiovascolare e un elettrocardiogramma con i servizi di telemedicina, oltre 1500 donne dai 40 anni in su in 3 regioni italiane. “Riteniamo incoraggianti e molto significativi gli esiti di ‘Cuore di donna in farmacia’, una iniziativa pilota di promozione della salute nell’ambito della medicina di genere e della consapevolezza dei fattori di rischio, sulla quale insieme a Federfarma abbiamo voluto impegnarci” – dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Si tratta di una doppia sfida: da un lato, sul fronte della prevenzione delle malattie cardiovascolari, specialmente tra le donne che fino a qualche decennio fa si considerava fossero meno a rischio degli uomini, mentre oggi gli studi ci dicono che, soprattutto dopo la menopausa, aumenta l’incidenza di eventi cardiovascolari anche gravi purtroppo; dall’altro sulla necessità di estendere, attraverso anche la rete delle farmacie, gli screening all’intera popolazione, per intercettare coloro che non sono pienamente consapevoli dei fattori di rischio connessi alle varie patologie”.

I numeri dell’iniziativa

L’iniziativa pilota di promozione della salute nell’ambito della medicina di genere si è svolta dal 16 ottobre al 10 novembre 2023 in 111 farmacie di tre Regioni, Lombardia, Marche e Sicilia, 1510 le donne che hanno svolto lo screening completo, rispondendo al Questionario indicizzato volto a valutare il loro grado di rischio cardiovascolare e sottoponendosi, tramite servizi di Telemedicina, ad un elettrocardiogramma (ECG) gratuito. Sulla base di 22 parametri presi in considerazione, tra patologie pregresse e stili di vita, per 1 donna su 5, il rischio cardiovascolare è risultato alto (17,3%) o molto  alto (3,6%). Tra le donne che hanno dichiarato di essere in terapia antipertensiva (30,5%) si sono riscontrati valori alti della pressione in ben il 38,6% dei casi e valori medio-alti nel 18,7% dei casi; di fatto, in oltre la metà delle donne già in terapia, i valori della pressione si discostano da parametri normali.

Apprezzamento per la telemedicina

“Come di consueto il Rapporto restituisce una fotografia puntuale dell’evoluzione della farmacia italiana fornendo spunti utili a costruire una farmacia di comunità sempre più rispondente alle esigenze di salute della popolazione – afferma il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo -. Quest’anno, tra i servizi più apprezzati emerge la telemedicina, utile per superare le diseguaglianze di accesso ai servizi sul territorio e alleggerire il carico delle strutture pubbliche. La telemedicina è fondamentale anche ai fini della prevenzione, soprattutto in ambito cardiovascolare, ed implementa le attività di prevenzione e screening già svolte in farmacia. Sul fronte dell’antimicrobico-resistenza la farmacia interviene non solo con la somministrazione di tamponi, ma anche con la formazione e l’informazione nei confronti dei cittadini”.

Prevenzione e medicina di genere

Il 44% delle farmacie si è impegnato sul tema della medicina di genere: la metà dei cittadini coinvolti dalle farmacie in campagne di prevenzione e screening lo conferma, ma permane un 22,7% di persone che non ha piena consapevolezza dell’argomento. Per il 90,6% dei cittadini la farmacia è il contesto idoneo a realizzare questo tipo di iniziative. Ben il 71,8% delle farmacie ha dichiarato di aver svolto negli ultimi 12 mesi campagne di screening per individuare soggetti a rischio: nello specifico, per patologie oncologiche (nel 78,9% delle farmacie), patologie croniche e cardiovascolari (nel 35% delle farmacie). Le altre attività svolte in questa direzione sono principalmente la consegna di materiale informativo (71,9%), l’esecuzione di test/esami diagnostici attraverso la telemedicina (60,7%), la misurazione di parametri vitali (50,0%) e la compilazione di questionari (47,5%).

Prenotazioni, vaccini e telemedicina

I servizi maggiormente offerti in farmacia sono: monitoraggio dei parametri (misurazione della pressione: 97,7%; misurazione del peso: 83,2%), prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare (88,5%), test/analisi di prima istanza quali l’esame della glicemia (81,6%), del colesterolo (78,4%), dei trigliceridi (73%); CUP (77,4%), telemedicina (65,5%). Per quanto riguarda i cittadini, i servizi a maggiore fruizione sono la prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare in farmacia (86,5%), il tampone Covid-19 (76,8%), il monitoraggio dei parametri (46,3%), il CUP (38,7%) e le preparazioni galeniche 34%).

I farmaci equivalenti

Più di uno su tre dei cittadini intervistati (36,5%) dichiara di preferire “abitualmente” i farmaci equivalenti. Nello specifico, la preferenza per l’equivalente è nettamente superiore tra i pazienti con patologia cronica (43,4% rispetto al 31,4%). Tra le motivazioni addotte troviamo al primo posto la possibilità di risparmiare (52,1% dei rispondenti), seguita dalla fiducia della proposta fatta dal farmacista (44%) e dalla prescrizione ricevuta dal medico (20,1%). Anche a detta dei farmacisti il risparmio rappresenta la leva principale che spinge le persone a scegliere il farmaco equivalente (la pensa così l’82,4% dei farmacisti intervistati), segue il senso di fiducia che le persone ripongono nel farmacista (78,6%) e il fatto che l’indicazione dell’equivalente sia indicata nella prescrizione medica (49,7%).

Antimicrobico- resistenza e aderenza alle terapie

In tema di antimicrobico-resistenza, i farmacisti intervistati dimostrano un livello di consapevolezza abbastanza (63,8%) o molto buono (15,3%); c’è comunque spazio anche per ulteriori sforzi formativi, specialmente tra coloro che si sentono poco (20,1%) o per nulla (0,7%) informati sul tema. Proprio la partecipazione dei farmacisti ad eventi formativi è un aspetto da incentivare, visto che il 66,1% dei rispondenti ha dichiarato di non averne preso parte negli ultimi tre anni. Ad oggi solo il 15,7% delle farmacie viene coinvolto in specifiche iniziative o programmi di collaborazione con le autorità sanitarie (nazionali, regionali e/o locali) per la raccolta di dati o la realizzazione di studi sull’uso degli antibiotici e più in generale sull’antimicrobico-resistenza. Per quanto riguarda i cittadini, più della metà (53,8%) dichiara di essere ben informato sull’argomento, il 13% ammette invece di non sapere cosa sia; a questo dato si abbina un ulteriore 33,1% che riferisce di averne sentito parlare ma di non conoscerne i dettagli, tantomeno le implicazioni. E questa relativa familiarità del tema non sembra differire tra pazienti con patologia cronica e cittadini senza patologia cronica.

Ruolo sociale della farmacia

Farmacisti italiani consapevoli del loro ruolo sociale, con i servizi di consulenza e informazione su stile di vita sano (nel 53,9% delle farmacie), la partecipazione a iniziative comunitarie per la promozione di salute e benessere (36,9%), la partecipazione a iniziative promosse da associazioni civiche e di pazienti (21,6%). Su aspetti ambientali e sostenibilità, le principali tipologie di pratiche o iniziative messe in atto dalle farsanitainformazione.it/iscrizione-newslettermacie sono: riduzione consumi energetici (76,7%); iniziative di riciclo o riduzione dei rifiuti (65,5%); riduzione dell’uso della carta (64,0%); utilizzo di confezioni riciclabili o biodegradabili (44,9%).

 

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