Contributi e Opinioni 25 Ottobre 2016 11:59

Abruzzo. Approvato programma riordino punti primo intervento

“Il Programma di riordino dei Punti di Primo Intervento (PPI) della Regione Abruzzo, elaborato dall’Agenzia Sanitaria Regionale in sede CREA (Comitato Regionale Emergenza Urgenza), rappresenta un’importante tappa del percorso di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, necessaria per la riqualificazione dell’intero sistema dell’emergenza-urgenza e per l’affinamento dell’appropriatezza clinico-organizzativa”. È quanto dichiarato dall’assessore alla Sanità dell’Abruzzo, Silvio Paolucci, in una nota diffusa a margine della seduta della Giunta regionale che ieri ha licenziato il provvedimento relativo al Riordino dei Punti di Primo Intervento della Regione Abruzzo. “L’intervento di riordino assicurerà risposte efficaci alle situazioni di emergenza-urgenza sanitaria, mettendo a sistema le azioni volte alla riorganizzazione del Sistema territoriale di soccorso, della Rete dei Pronto Soccorso, dei Dipartimenti di Emergenza ed Accettazione in rapporto alla Continuità assistenziale”, assicura la Regione.
Secondo il provvedimento, verrà disposto il riordino dei PPI regionali (Gissi, Casoli, Guardiagrele, Pescina, Tagliacozzo, Atessa, Ortona e Popoli) con l’elaborazione di un cronoprogramma per il periodo che va dagli ultimi tre mesi del 2016 ai primi sei del 2017. Al CREA sarà affidato il monitoraggio trimestrale, volto ad uniformare l’attività degli stessi PPI e a valutarne la coerenza nel tempo, in conformità alle previsioni del Decreto Ministeriale 70/2015 di ridefinizione degli standard ospedalieri.
Per Paolucci “il percorso di trasformazione dei Punti di Primo Intervento si caratterizza quindi, per singolo presidio, per una gradualità temporale atta a garantire il mantenimento degli attuali livelli di assistenza”. Inoltre, “in conformità con la Strategia Nazionale per le Aree Interne delineata dal Ministero della Salute, particolare attenzione è stata prestata all’elevata estensione dei territori e alla distanza dai punti di erogazione delle prestazioni, che rappresentano elementi di criticità da valutare per una omogenea risposta assistenziale territoriale”.

 

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