Salute 23 Maggio 2019 11:09

Fuga di cervelli, la denuncia di Amsi: «In 5 anni richieste da più di 5mila medici e mille infermieri italiani per andare all’estero»

Le richieste hanno avuto un’impennata del 40% dal primo gennaio del 2018. Amsi, Umem e il movimento internazionale interprofessionale "Uniti per Unire" aderiscono alla campagna promossa dalla Fnomceo "Offre l'Italia" sulla fuga dei medici italiani all'estero e la carenza dei specialisti
Fuga di cervelli, la denuncia di Amsi: «In 5 anni richieste da più di 5mila medici e mille infermieri italiani per andare all’estero»

Le associazioni medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’Unione medica euro mediterranea (Umem), soci fondatori del movimento internazionale “Uniti per Unire”, insieme a numerose associazioni e comunità aderenti, presentano le statistiche riguardo le richieste arrivate e che continuano ad arrivare allo sportello congiunto attivato presso l’Amsi e che saranno illustrate insieme ad altre dati in apertura del Congresso dell’Amsi che si svolgerà in 22.06 a Roma con evento accreditato con Ecm per tutte le professioni.

In 5 anni sono arrivate più di 5mila richieste da parte di medici italiani che desiderano trasferirsi all’estero. Varie le motivazioni: per lavoro, per acquisire esperienza e pratica nell’ambito chirurgico, per aspetti culturali e religiosi e per interesse scientifico, in particolare per fare ricerca nelle branche di ginecologia, pediatria diabetologia, pneumologia, oculistica, dermatologia, malattie infettive. Le 5mila richieste sono arrivate per il 65% da giovani, per il 25% da pensionati, per il 15% da medici in attività e per il 5% da associazioni e comunità che si occupano di cooperazione.

LEGGI ANCHE: “OFFRE L’ITALIA”, LA CAMPAGNA SOCIAL DI FNOMCEO CONTRO LA FUGA DEI MEDICI ALL’ESTERO

Le richieste hanno avuto un’impennata del 40% dal primo gennaio del 2018 e sono arrivate maggiormente da Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio, Puglia, Campania, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia.

Ecco le mete più richieste: 25% Paesi europei (Inghilterra, Belgio, Scozia, Germania), 10% Paesi dell’Est (Albania, Romania, Polonia, Ucraina, Russia), 30% Paesi Arabi (Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Libano, Tunisia, Egitto, Somalia, Marocco, Palestina, Libia, Sudan, Iraq e Kuwait); 15% Paesi africani e Corno d’Africa (Nigeria, Congo, Camerun, Eritrea e Etiopia ) 10% Paesi sud America (Equador, Brasile, Argentina, Messico, Perù e Colombia); 5% Cuba e Nord America; 5% vari paesi asiatici ed Israele.

«Bisogna riflettere e trovare soluzioni urgenti per combattere la #FugadeiCervelli e dei medici e professionisti della sanità all’estero per i vari motivi elencati dalle nostre associazioni – dichiara Foad Aodi, consigliere OMCEO Roma, Fondatore Amsi, Componente Commissione Fnomceo “Salute Globale” -. Bisogna creare le condizioni sia lavorative che di ricerca universitaria (urgono 10mila borse di specializzazione) combattendo la sottopaga, lo sfruttamento lavorativo e la burocrazia nell’ambito dell’esercizio della professione medica per frenare questa grave emorragia che sta dissanguando il nostro SSN, indebolendo tutte le sue forze e che non può garantire tutte le prestazioni ai pazienti nelle varie Regioni».

Foad Aodi, su invito e proposta del Presidente Fnomceo Filippo Anelli ha partecipato al Gruppo di lavoro sulla “Questione Medica” nell’ambito del I Consiglio Nazionale degli Stati generali convocati dalla Fnomceo proprio per discutere sulla crisi della medicina.

Inoltre Amsi, Umem e il movimento internazionale inter professionale “Uniti per Unire” aderiscono alla campagna promossa dalla Fnomceo “Offre l’Italia” sulla fuga dei medici italiani all’estero e la carenza dei specialisti.

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