Salute, benessere e prevenzione i consigli quotidiani per vivere meglio.

infanzia 13 Marzo 2018

Obesità in gravidanza: quali conseguenze per il bambino e per la madre?

L’obesità è ormai ufficialmente identificata come un’epidemia globale, considerata come uno dei più grandi problemi di salute del XXI secolo. I recenti dati dell’OMS sono allarmanti: dal 1975 la prevalenza a livello mondiale dell’obesità è quasi triplicata e si è attestata al 13%, con un valore assoluto di 650 milioni di individui obesi al di […]

L’obesità è ormai ufficialmente identificata come un’epidemia globale, considerata come uno dei più grandi problemi di salute del XXI secolo.

I recenti dati dell’OMS sono allarmanti: dal 1975 la prevalenza a livello mondiale dell’obesità è quasi triplicata e si è attestata al 13%, con un valore assoluto di 650 milioni di individui obesi al di sopra dei 18 anni; 41 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso o obesi; più di 340 milioni i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 19 anni che convivono con l’obesità.

L’obesità può impattare sull’individuo fin dal suo concepimento: molto frequenti, infatti, i casi di donne incinte obese a causa di una pregressa obesità o di un eccessivo aumento di peso durante la gestazione.

“L’obesità materna – afferma la Dottoressa Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma –  costituisce un serio problema che si associa ad esiti avversi sia materni sia perinatali: aumenta, infatti, i tassi di aborto e le complicanze ostetriche e neonatali con conseguente riduzione del tasso di nascita di bambini in buona salute. Oltre alle conseguenze negative per la madre, l’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche durante la vita della prole, soprattutto in adolescenza ed età adulta, come le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi, il cancro e ritardo nel neurosviluppo. Infine, la programmazione fetale della funzione metabolica indotta dall’obesità può avere effetto intergenerazionale e potrebbe, quindi, tramandare l’obesità nella generazione successiva”.

Risulta quindi essenziale prevedere interventi medici, modifiche del comportamento alimentare e dello stile di vita con diete e aumento dell’esercizio fisico per ridurre il peso nelle donne prima del concepimento di un bambino e per rompere il circolo vizioso dell’obesità intergenerazionale.

Inoltre, sarebbe auspicabile che la ricerca scientifica si concentrasse sul periodo di sviluppo perinatale per individuare gli interventi adeguati che possono ridurre gli effetti per tutta la vita dell’obesità sulla salute della prole.

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

Lavoro e tumori: “È legge la tutela occupazionale per i pazienti oncologici”

Più permessi retribuiti e niente più licenziamenti dopo il periodo di comporto. Approvato all’unanimità in Senato il DDL 1430. Mancuso: “Una legge per la dignità...
di I.F.
Advocacy e Associazioni

Disabilità, il Decreto Tariffe lascia le persone senza carrozzina. FISH: “Così lo Stato abbandona i più fragili”

Dal 1° gennaio 2025 non è più garantita la sostituzione delle parti essenziali delle carrozzine elettriche e manuali. La denuncia di un cittadino in Veneto accende i riflettori su un...
Advocacy e Associazioni

Nasce la Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA): come orientarsi tra tempi, priorità e (domani) strutture sanitarie

E' online la prima versione della Piattaforma Nazionale per le Liste di Attesa (PNLA) che permette a cittadini e associazioni di conoscere i tempi di attesa per visite ed esami, prestazioni urgenti in...
Lavoro e Professioni

Medici ex specializzandi, approvata la Legge di Delegazione Europea. Ora tavolo tecnico ricognitivo interministeriale su sentenza CGUE

In studio gli effetti della storica sentenza della CGUE che ha accolto il ricorso promosso da Consulcesi: “Confermata la battaglia per il diritto”