Il volto scavato, gli occhi infossati, la pelle tirata sulle ossa:
la Maddalena penitente scolpita da Donatello tra il 1453 e il 1455 appare molto diversa dall’iconografia classica della Santa. L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in collaborazione con il Ministero della Cultura e l’Osservatorio Malattie Rare (OMaR), ha pubblicato sulla rivista
Journal of Endocrinological Investigation uno studio che analizza la statua con un approccio paleopatologico, identificando in questa rappresentazione i segni tipici della lipodistrofia, una malattia rara caratterizzata dalla perdita di tessuto adiposo.
Paleopatologia: leggere la storia delle malattie attraverso l’arte
La paleopatologia studia le antiche malattie analizzando resti biologici e fonti indirette, tra cui opere d’arte e documenti storici. Le pitture e sculture di antiche civiltà spesso raccontano molto più di semplici immagini: sono testimonianze di condizioni cliniche di uomini e donne di epoche lontane. L’osservazione della Maddalena di Donatello rientra in questo campo, suggerendo che la figura scolpita fosse ispirata a una persona affetta da lipodistrofia, malattia che si manifesta con una marcata perdita di grasso sottocutaneo, muscoli e vene in evidenza, e un aspetto visibilmente invecchiato.
Lipodistrofia: una malattia rara e complessa
Le lipodistrofie sono malattie rare caratterizzate dalla perdita totale o parziale del tessuto adiposo sottocutaneo, con conseguente accumulo di grasso in organi come il fegato, che può portare a gravi problemi metabolici, epatici e cardiaci. Le forme più comuni sono acquisite, spesso associate a infezioni da HIV, mentre le forme ereditarie sono estremamente rare. La malattia può manifestarsi in forma generalizzata o parziale, con sintomi e gravità variabili. All’Ospedale Bambino Gesù, centro di riferimento nazionale e internazionale per le malattie rare, l’unità di Endocrinologia pediatrica si occupa della diagnosi e della gestione di questi pazienti, offrendo anche un contributo prezioso alla ricerca (fonti: Orphanet, Osservatorio Malattie Rare).
La Maddalena di Donatello: un’interpretazione innovativa
Maria Maddalena, figura chiave nei Vangeli e nella tradizione cristiana, viene qui rappresentata in un momento di profonda sofferenza e isolamento, durante la sua vita da eremita in una grotta di Aqui, secondo le fonti agiografiche. Donatello ha scelto di raffigurare non solo la fatica fisica e spirituale ma anche un’alterazione corporea netta, probabilmente ispirata da un reale modello umano affetto da una condizione come la lipodistrofia. Il corpo smagrito, la muscolatura evidenziata, le vene sporgenti e il volto segnato sembrano raccontare una storia di malattia e di resistenza, al di là della semplice rappresentazione artistica.
Tra arte e clinica: una riflessione multidisciplinare
Lo studio evidenzia come la statua presenti caratteristiche tipiche della lipodistrofia, ma riconosce anche la possibilità di altre diagnosi differenziali, tra cui anoressia, malnutrizione o altre malattie croniche comuni nel XV secolo, in un periodo segnato da guerre e carestie. Il confronto con un’altra opera di Donatello, il San Giovanni Battista del 1438, sottolinea come la scelta di rappresentare una Maddalena così emaciata fosse intenzionale. Secondo il professor Marco Cappa, responsabile dell’unità di ricerca del Bambino Gesù, questa scoperta è un esempio emblematico di come l’arte visiva possa stimolare un’osservazione clinica rigorosa e un dialogo tra medicina e cultura.