Advocacy e Associazioni 8 Luglio 2025 12:58

Tumore dello stomaco: “Salvate 42mila vite, ma servono PDTA, test rimborsati e presa in carico globale”

A fotografare la situazione è il rapporto “Diagnosticare per trattare in oncologia. Il valore dei test diagnostici nel tumore gastrico”, presentato alla Camera dei Deputati
di I.F.
Tumore dello stomaco: “Salvate 42mila vite, ma servono PDTA, test rimborsati e presa in carico globale”

In Italia, la sopravvivenza a cinque anni per tumore dello stomaco è del 32%, rispetto al 25% della media europea. Un dato incoraggiante che racconta di un progresso concreto: dal 2007 al 2019 sono state salvate oltre 42mila vite, grazie a terapie sempre più mirate ed efficaci. Eppure, nonostante questi successi, l’Italia continua a scontare l’assenza di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) nazionale per il carcinoma gastrico, con importanti ricadute sull’uniformità dell’assistenza e sull’equità di accesso alle cure. A fotografare la situazione è il rapporto “Diagnosticare per trattare in oncologia. Il valore dei test diagnostici nel tumore gastrico”(leggi qui il Position Paper), realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Amgen, e presentato alla Camera dei Deputati.

Troppa variabilità nell’accesso ai test diagnostici

Le differenze territoriali riguardano in particolare l’accesso ai test di immunoistochimica, fondamentali per caratterizzare in modo preciso il tumore e avviare il paziente verso la terapia più appropriata. Un elemento centrale nell’oncologia di precisione, ma ancora poco garantito su tutto il territorio nazionale. “È fondamentale istituire un PDTA nazionale per il tumore gastrico, affiancato da PDTA regionali coerenti e armonizzati tra loro – sottolinea Vanessa Cattoi, componente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati –. Solo così si può promuovere una presa in carico multidisciplinare nei centri specializzati e garantire una gestione uniforme e tempestiva del paziente. In questo contesto, è necessario aggiornare i LEA inserendo un pacchetto diagnostico con i cinque biomarcatori oggi indispensabili per guidare la terapia”.

La diagnostica come chiave per personalizzare le cure

Nel 2024, in Italia, sono state stimate 14.105 nuove diagnosi di tumore gastrico. Per questi pazienti, il modello dell’oncologia di precisione rappresenta un’opportunità concreta di migliorare le prospettive di cura. “L’identificazione delle alterazioni bio-molecolari predittive della risposta ai farmaci permette di adattare le terapie al profilo specifico del tumore – spiega Carmine Pinto, Direttore dell’Oncologia all’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia –. I test immunoistochimici sono oggi lo strumento indispensabile per guidare questo processo e realizzare una vera medicina personalizzata”. La caratterizzazione bio-patologica del carcinoma gastrico si basa su una batteria di test fondamentali: HER2, PD-L1 e MMR, cui si aggiungono Claudina-18.2 e, a breve, FGFR2b. “Ma – avverte Pinto – è necessario eseguire almeno sei prelievi bioptici durante la gastroscopia, per avere un materiale adeguato alla valutazione di tutti i biomarcatori”.

Il nodo delle tariffe LEA: rimborsi insufficienti

A rallentare l’adozione diffusa della diagnostica di precisione ci sono anche problemi economici. “Il costo complessivo per sette test immunoistochimici è di 346 euro, ma il rimborso LEA si ferma a 252,60 euro. Con l’introduzione dell’ottavo test, il costo sale a 447 euro, mentre il rimborso resta invariato”, spiega Matteo Fassan, Professore di Anatomia Patologica all’Università di Padova. Una discrepanza che, seppur minima in termini di impatto sul sistema, rappresenta un ostacolo alla sostenibilità delle analisi da parte dei laboratori, compromettendo il diritto dei pazienti a ricevere trattamenti efficaci. “È urgente aggiornare i LEA, riconoscendo i costi reali della diagnostica molecolare”, ribadisce Fassan.

Le cure esistono, ma vanno guidate da diagnosi precise

Oggi, nessun paziente con carcinoma gastrico avanzato dovrebbe ricevere una terapia di prima linea senza una caratterizzazione accurata del tumore. “Nei pazienti con HER2 positivo – prosegue Pinto – è possibile indirizzare la terapia verso farmaci anti-HER2 in combinazione con la chemioterapia, eventualmente affiancati da immunoterapici anti-PD-1 se è presente anche la positività per PD-L1. In seconda linea si può utilizzare un anticorpo coniugato anti-HER2, mentre per i tumori con d-MMR (MSI-H) l’indicazione è per l’immunoterapia”. La novità riguarda anche Claudina-18.2: per i pazienti con iperespressione, è già disponibile (in fascia C) un anticorpo specifico che, in combinazione con la chemioterapia, migliora l’efficacia della terapia di prima linea.

Nutrizione e supporto psicologico: due assenze pesanti

Ma un approccio davvero efficace alla gestione del tumore gastrico non può fermarsi alla sola terapia farmacologica. “La malnutrizione post-operatoria è una delle principali complicanze – evidenzia Claudia Santangelo, presidente dell’associazione Vivere Senza Stomaco, Si Può –. Serve un intervento nutrizionale precoce e mirato, e l’inclusione degli Alimenti a Fini Medici Speciali nei LEA per non gravare economicamente sui pazienti”. Accanto al corpo, c’è la mente. E anche su questo fronte la presa in carico è ancora lacunosa. “Il sostegno psicologico è spesso inesistente, nonostante sia fondamentale per affrontare l’intero percorso terapeutico – denuncia Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna ODV –. Serve un’équipe multidisciplinare che includa anche lo psicologo, e che possa prendersi cura del paziente a 360 gradi”, conclude.

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