Advocacy e Associazioni 7 Luglio 2025 14:28

Tumori, il Manifesto di IncontraDonna: “Un piano di advocacy che guarda al futuro del SSN”

La Presidente Campana: "Segna l’avvio di un percorso che vuole promuovere la salute della collettività, garantire equità di accesso alle cure e mettere davvero al centro i diritti delle persone"
di I.F.
Tumori, il Manifesto di IncontraDonna: “Un piano di advocacy che guarda al futuro del SSN”

Dalla prevenzione alla presa in carico, dall’educazione alla salute alla governance delle reti oncologiche: si articola in 21 obiettivi concreti il nuovo Manifesto 2025-2027 promosso dalla Fondazione IncontraDonna, presentato oggi a Roma nel corso di un convegno nazionale. Un piano di advocacy pluriennale che guarda al futuro del Servizio sanitario con gli occhi di chi ogni giorno affronta la sfida della cronicità, dell’oncologia, della cura come diritto. Non uno slogan, ma il risultato di un anno di lavoro condiviso con oltre 50 realtà tra società scientifiche e associazioni. Un impegno dichiarato verso le persone che convivono con malattie croniche e oncologiche. E che chiede a gran voce politiche più coraggiose, più strutturate, più vicine ai pazienti. “Il Manifesto è dedicato a loro – spiega Antonella Campana, presidente della Fondazione IncontraDonna -. Segna l’avvio di un percorso che vuole promuovere la salute della collettività, garantire equità di accesso alle cure e mettere davvero al centro i diritti delle persone. Ma per farlo, la voce dei pazienti deve essere ascoltata e integrata nei processi decisionali. Il terzo settore deve avere un ruolo attivo, anche nelle scelte di politica sanitaria”.

Prevenzione: una priorità non più rinviabile

I numeri parlano chiaro: in Italia vivono più di 3,7 milioni di persone con una diagnosi di tumore, ma sono molte di più quelle che convivono con malattie croniche. E se da un lato la medicina ha compiuto passi enormi, dall’altro diagnosi tardive, bassa adesione agli screening e mancanza di percorsi strutturati restano ancora ostacoli quotidiani. “Come oncologi siamo spesso costretti a intervenire troppo tardi – dice Francesco Perrone, presidente AIOM -. Ogni ritardo diagnostico significa trovarsi davanti neoplasie in stadio avanzato, difficili da trattare. La prevenzione resta lo strumento più potente che abbiamo: aderire agli screening oncologici può cambiare la storia clinica di una persona”.

Scuola, sport, territorio: educare fin da piccoli

Tra i punti salienti del Manifesto, anche la necessità di rafforzare l’alfabetizzazione alla salute, soprattutto tra i più giovani. I dati sull’obesità infantile sono allarmanti: 2,2 milioni di under 17 in Italia convivono con eccesso di peso, in particolare nel Sud e nelle Isole. Allo stesso modo, preoccupano i numeri sul consumo di tabacco tra adolescenti e la scarsa conoscenza dell’HPV tra i giovani adulti. “Dobbiamo investire nell’educazione sanitaria nelle scuole, nelle università, nei contesti sportivi. La prevenzione non è un costo, è un investimento per il futuro del Paese”, afferma Campana.

Tumore al seno: tra cronicità e nuovi diritti

Un focus speciale è dedicato alla gestione del tumore mammario metastatico, una forma non ancora guaribile, ma sempre più curabile. In Italia, oltre 37mila donne convivono con questa diagnosi. Secondo Adriana Bonifacino, fondatrice di IncontraDonna, è il momento di riconoscere questa condizione come una cronicità a tutti gli effetti, e di introdurre un PDTA dedicato, attivo sia nei centri di senologia che in quelli oncologici. Il Manifesto chiede anche l’estensione dei LEA per lo screening mammografico, la digitalizzazione dei percorsi, e un codice nazionale di esenzione per i portatori sani di mutazioni genetiche.

Una rete di cure che non lasci indietro nessuno

La frammentazione resta una delle sfide più grandi. “È fondamentale strutturare i percorsi organizzativi ‘in rete’ per ottimizzare servizi e garantire un PDTA realmente multidisciplinare – spiega Manuela Tamburo De Bella (AGENAS) -. Servono standard nazionali omogenei e una governance più forte delle Reti Oncologiche Regionali, per tutelare non solo il SSN, ma anche i pazienti e i caregiver”.

Il sostegno delle istituzioni

Dal palco romano, il Manifesto ha ricevuto l’attenzione di Parlamento, Ministero della Salute e istituzioni tecniche. Per l’on. Simona Loizzo, “investire nella salute delle donne significa costruire una sanità più equa e più vicina ai bisogni dei cittadini”. L’on. Marco Furfaro lo definisce invece “un atto politico ed etico: è il momento di rendere strutturali le politiche di prevenzione e superare le diseguaglianze sociali e territoriali”. La vicinanza istituzionale è stata testimoniata anche dai messaggi di saluto di Marcello Gemmato, Paola Frassinetti e Rocco Bellantone, mentre Samuel Peron, Cesare Bocci e Anna Ammirati hanno prestato volto e voce come testimonial dell’iniziativa.

 

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