One Health 1 Luglio 2025 11:36

Ondate di calore e pronto soccorso: il termometro fa salire anche le emergenze

Con l’aumento delle temperature, cresce in Italia anche la pressione sui Pronto soccorso: durante le ondate di calore, gli accessi possono salire fino al 30%, soprattutto tra anziani e persone fragili
Ondate di calore e pronto soccorso: il termometro fa salire anche le emergenze

Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature, le strutture sanitarie italiane tornano ad affrontare un’emergenza ormai strutturale: l’ondata di accessi ai Pronto soccorso legata ai picchi di calore. I dati raccolti negli ultimi anni parlano chiaro: più si alza la colonnina di mercurio, più aumentano i ricoveri e le richieste di soccorso, soprattutto tra gli anziani e i soggetti fragili.

Nel luglio 2023, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO) ha lanciato un’allerta nazionale: durante l’ondata di calore tra il 10 e il 25 luglio, gli accessi ai PS sono aumentati in media del 30%, con punte maggiori nelle città del Centro-Sud. Le unità operative di Medicina interna e Pronto soccorso hanno dovuto attivare letti aggiuntivi per far fronte alla pressione. Un fenomeno che si è ripresentato puntualmente anche nel 2024, secondo i report del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, con incrementi fino al 20% nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

I primi bollettini del 2025 confermano il trend: tra il 19 e il 26 giugno, alcune province lombarde hanno registrato un +15% di accessi, mentre in Toscana si sono toccate punte del +20%. Non si tratta solo di “sfinimento” fisico: il caldo acuto può scompensare quadri clinici cronici, aggravare patologie cardiovascolari e renali, aumentare il rischio di disidratazione e colpi di calore fino a causare arresti cardiaci e quadri neurologici gravi.

Un recente studio pubblicato su Scientific Reports ha analizzato i dati della Regione Campania tra il 2016 e il 2019 e ha rilevato un aumento statisticamente significativo degli accessi al PS già sopra i 39 °C di temperatura percepita, con un ulteriore raddoppio dell’effetto oltre i 43-44 °C. Il fenomeno segue un chiaro gradiente dose-risposta: più a lungo durano le temperature estreme, più aumenta il rischio per la salute pubblica.

Ma cosa si può fare, concretamente, per limitare gli effetti del caldo? Le indicazioni non mancano. Ogni estate, il Ministero della Salute pubblica un decalogo di buone pratiche e aggiorna il sistema nazionale di allerta per ondate di calore, che integra dati meteo, demografici e sanitari.

Come difendersi dal caldo: il decalogo fondato sull’evidenza

1. Evitare di uscire nelle ore più calde (11:00 – 18:00)

Il sole di mezzogiorno è il principale alleato del colpo di calore. Soprattutto per bambini, anziani e lavoratori esposti, è fondamentale rimanere al riparo durante queste ore. Lo raccomandano sia l’OMS che il Ministero della Salute.

2. Bere molto, anche in assenza dello stimolo della sete

La disidratazione arriva prima della sensazione di sete. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia almeno 2 litri di acqua al giorno, da aumentare se si suda molto. Vanno evitati alcolici e bevande zuccherate, che peggiorano la perdita di liquidi.

3. Sfruttare i luoghi climatizzati

Secondo le linee guida ministeriali, trascorrere almeno due ore al giorno in ambienti con aria condizionata (es. centri commerciali, biblioteche, musei) può ridurre significativamente il rischio di scompensi nei soggetti fragili.

4. Raffrescare la casa in modo intelligente

Chiudere finestre e persiane durante il giorno, e spalancarle la sera, è una strategia semplice ma efficace. Le schermature abbassano la temperatura interna anche di 3-4 gradi senza bisogno di dispositivi elettronici.

5. Indossare abiti leggeri e chiari

Cotone, lino e colori chiari aiutano la pelle a respirare e riflettono la luce solare. Un cappello a tesa larga e occhiali da sole offrono una protezione aggiuntiva contro l’irraggiamento diretto.

6. Consumare pasti leggeri e freschi

Frutta e verdura ricche d’acqua aiutano a reintegrare sali minerali e micronutrienti persi con il sudore. Meglio evitare cibi grassi o cotture lunghe che aumentano il calore corporeo e ambientale.

7. Controllare la propria terapia farmacologica

Alcuni farmaci, come diuretici, beta-bloccanti o psicofarmaci, possono aumentare la sensibilità al caldo o alterare l’equilibrio idrosalino. È bene parlarne con il proprio medico prima dell’arrivo delle ondate di calore.

8. Attivare una rete di sorveglianza per le persone fragili

Chiamare ogni giorno familiari anziani, vicini soli o pazienti cronici è un gesto semplice che può prevenire situazioni gravi. Le reti territoriali possono giocare un ruolo cruciale.

9. Mai lasciare persone o animali in auto, neanche per pochi minuti

L’abitacolo di un’auto può raggiungere i 50 °C in meno di dieci minuti, anche con il finestrino aperto. Ogni anno, purtroppo, si contano ancora vittime evitabili.

10. Riconoscere i segnali di allarme e agire in fretta

Crampi muscolari, pelle secca e arrossata, confusione, febbre alta, vertigini e svenimenti sono segnali d’allarme. In questi casi bisogna abbassare la temperatura corporea subito e, se i sintomi persistono o peggiorano, contattare il 118 o recarsi al PS.

Il cambiamento climatico non è, quindi, un fenomeno astratto: ha conseguenze misurabili, quotidiane, e in estate si manifesta con un sovraccarico sul nostro sistema sanitario. Prevenire è più efficace (e meno costoso) che curare. Per questo è cruciale rafforzare le reti di sorveglianza, informare i cittadini e fornire strumenti pratici, comprensibili e basati sull’evidenza scientifica. La battaglia contro il caldo si vince con la consapevolezza e la cooperazione, tra istituzioni, operatori sanitari e cittadini.

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