Salute 23 Maggio 2025 16:42

Cure palliative: “Il bisogno aumenta, ma solo uno su tre vi accede”

"Nonostante i molti passi in avanti fatti registrare negli ultimi anni e un trend di prese in carico in aumento, il diritto alla cura e al sollievo in presenza di malattie croniche e inguaribili non è ancora garantito"
di I.F.
Cure palliative: “Il bisogno aumenta, ma solo uno su tre vi accede”

In Italia l’accesso alle cure palliative e l’assistenza alle persone affette da patologie croniche e inguaribili, pur con un trend in crescita, è ancora ben al di sotto dei livelli di sufficienza, attestandosi al 33% come media nazionale. Ma con forti ed evidenti disparità territoriali e differenze regionali. Sono queste le principali criticità evidenziate dagli esperti della Sicp (Società italiana cure palliative) e la Fcp (Federazione cure palliative) in vista della Giornata nazionale del sollievo, che si celebra il 25 maggio. “Secondo dati ufficiali del ministero – sottolineano – in Trentino la copertura ha superato il 70%, in Veneto il 55%, in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna è sopra il 40%, nel Lazio e in Umbria tra il 39% e il 36%. La Puglia è al 33%, il Friuli Venezia Giulia al 31%, la Sicilia al 23%. Di contro, in Sardegna non raggiunge il 5% (4,3%), in Calabria appena il 6,4%, in Campania e nelle Marche circa l’8,5%. Eppure, la legge 197/2022, approvata con la legge di Bilancio 2023, ha fissato l’obiettivo di garantire entro il 2028 l’accesso alle cure palliative, su tutto il territorio nazionale, al 90% delle persone che lo necessitano, impegnando Regioni e Province autonome la un progressivo potenziamento dei servizi. Obiettivo ancora realizzabile?”, chiedono gli specialisti in cure palliative.

Potenziare strutture e servizi di cure palliative

Gli esperti pongono l’accento su come, “nonostante i molti passi in avanti fatti registrare negli ultimi anni e un trend di prese in carico in aumento, il diritto alla cura e al sollievo in presenza di malattie croniche e inguaribili non sia ancora garantito”.
“Siamo in uno scenario in continua evoluzione – afferma Gianpaolo Fortini, presidente Sicp – . Abbiamo ottenuto molti risultati, ma la strada è ancora lunga. Basti pensare agli effetti positivi della legge 106/2021 che ha vincolato le Regioni che ancora non lo avevano fatto a garantire l’erogazione delle cure palliative domiciliari e residenziali attraverso l’attuazione delle Reti di cure palliative. È fondamentale che le politiche sanitarie nazionali e soprattutto regionali si concentrino sul potenziamento delle strutture e dei servizi di cure palliative, soprattutto nelle aree con minore offerta, per garantire un accesso equo e uniforme a tutti i cittadini, come ha richiamato nel recente incontro con le Regioni e le Province autonome il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

Le differenze regionali

“Il divario territoriale e regionale è una delle principali sfide e criticità rispetto al bisogno di garantire ed erogare un adeguato supporto terapeutico a persone malate affette da malattie croniche e inguaribili – aggiunge Tania Piccione, presidente Fcp – . Alcune Regioni hanno sviluppato servizi avanzati, mentre altre faticano a garantire l’accesso alle cure palliative, sia domiciliari che residenziali. Questa disparità compromette l’equità del sistema sanitario nazionale, lascia molti pazienti senza il supporto necessario e rappresenta uno dei principali ostacoli alla garanzia di un’assistenza che non è un atto estremo, ma un diritto di continuità e appropriatezza terapeutica. In questo scenario, il Terzo settore, con il suo radicamento nelle comunità e il patrimonio di competenze maturate sul campo, è ancora troppo poco coinvolto nei processi di co-programmazione e co-progettazione delle reti territoriali: una risorsa preziosa che deve diventare parte strutturale delle politiche regionali per le cure palliative”.

Le principali criticità

Per gli esperti “carenza di personale, disomogeneità regionale e l’elevato carico di lavoro sono elementi cruciali che contribuiscono al distress degli operatori nelle cure palliative”. Allarma anche “l’assenza, nella maggior parte dei servizi, di psicologi formati e dedicati alla supervisione delle équipe di cura, professionisti essenziali per il benessere degli operatori, a maggior ragione in contesti di criticità – conclude Andrea Bovero, referente area psicologi Sicp -. Questi fattori possono compromettere la qualità dell’assistenza e incrementare il rischio di burnout tra i professionisti. Sentiamo l’urgenza di prenderci cura di chi cura e vogliamo rispondere in modo strutturato alle criticità che il personale incontra nelle attività lavorative quotidiane, per orientare politiche e interventi concreti per migliorare la qualità del lavoro e, con essa, la qualità della cura”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Unicef: il suicidio è la quarta causa di morte negli adolescenti in 43 paesi

In occasione della Settimana Europea della Salute Mentale (19 – 25 maggio) l’Unicef sottolinea come il suicidio rappresenti la quarta causa di morte in ben 43 paesi al mondo
Prevenzione

ISS: “Proteggi il domani”, il rap fatto dai ragazzi per promuovere la vaccinazione anti-HPV

In occasione della Settimana Mondiale dell'Immunizzazione l'Istituto superiore di sanità diffonde “Proteggi il domani”, il rap per la prevenzione dell’Hpv fatto dai ragazzi pe...
Sanità

Life Science Excellence Awards da record. Premi speciali a Robert Nisticò e ai premi Oscar Morricone e Storaro

I riconoscimenti assegnati quest’anno premiano progetti concreti e ad alto impatto clinico, capaci di integrare ricerca, comunicazione, formazione e supporto lungo tutto il percorso terapeutico....