“Igienizzare le mani” è una delle buone abitudini più diffuse e consolidate dalla pandemia di Covid-19 in poi. Un piccolo gesto che può abbattere il rischio di contrarre numerosi virus, compreso mpox (prima conosciuto come vaiolo delle scimmie). Secondo un recente studio coordinato dai ricercatori del National Institute for Health Research (Ninh) britannico e pubblicato sulla rivista Eurosurveillance, infatti, i pazienti infettati dal nuovo ceppo di mpox, che circola soprattutto in Africa centrale (cladeIb), possono contaminare l’ambiente immediatamente circostante. Il virus eventualmente presente sulle superfici sarebbe ancora in grado, potenzialmente, di infettare altre persone.
La ricerca è stata condotta su sette degli otto pazienti ad oggi infettati dal virus mpox Ib in Gran Bretagna. I ricercatori hanno raccolto campioni ambientali nelle stanze delle strutture sanitarie in cui erano ricoverati constatando che il Dna del virus era presente in 66 dei 90 campioni raccolti. Senza sorpresa hanno scoperto che le maggiori quantità di virus si trovavano nei punti toccati più di frequente dai pazienti, per esempio i rubinetti. Tra i campioni di virus identificati, alcuni erano in grado di causare infezioni. Inoltre, in un caso il virus è stato rilevato anche nell’aria dopo il cambio delle lenzuola.
Secondo i ricercatori, lo studio conferma la possibilità che il virus sopravviva nell’ambiente dopo essere rilasciato da una persona infetta. “Sebbene il rischio di trasmissione attraverso l’ambiente non possa essere valutato con precisione – si legge nel documento – i risultati sottolineano l’importanza delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni”, come la disinfezione regolare. Questo aspetto è parte della routine negli ambienti sanitari. Preoccupa, invece, la capacità di praticare la disinfezione e le altre misure per minimizzare i rischi a casa, dove i livelli di contaminazione potrebbero essere più alti “a causa di una maggiore abbondanza di materiali porosi, combinati con una pulizia meno frequente”, concludono gli autori della ricerca.
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