Una task force multidisciplinare, un tavolo tecnico operativo e un fitto calendario di incontri con istituzioni locali e operatori sanitari: sono queste le contromisure messe in campo dall’Asl di Latina per contenere il focolaio di virus West Nile che ha colpito la provincia pontina. La risposta, assicurano dall’azienda sanitaria, è stata “tempestiva e coordinata”, con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica e arginare la diffusione del virus.
Attività di sorveglianza e informazione capillare
“È stata attivata un’indagine epidemiologica per ogni caso sospetto o confermato”, spiegano dall’Asl. I tecnici sono impegnati nell’analisi dei luoghi potenzialmente coinvolti nei contagi, anche con sopralluoghi congiunti tra i servizi di sanità pubblica e veterinaria, grazie alla collaborazione con l’Istituto zooprofilattico Lazio e Toscana. Intanto, sono state inviate informative a sindaci e medici, con indicazioni su bonifiche ambientali e gestione clinica dei pazienti. Per rafforzare la rete diagnostica, è stato attivato anche un punto prelievi dedicato ai casi sospetti a domicilio.
Collaborazione tra enti e una cabina di regia regionale
L’intervento sul territorio è frutto di un raccordo costante tra l’UOC Igiene pubblica dell’Asl, i Comuni, il Consorzio di bonifica dell’Agro pontino e le autorità locali. La Regione Lazio ha attivato una cabina di regia sovra-provinciale che coordina le azioni più critiche: disinfestazioni nei Comuni interessati, controlli negli allevamenti, interventi mirati nelle zone a rischio e una campagna di comunicazione per informare i cittadini sulle misure di prevenzione.
Situazione clinica: quattro pazienti migliorano, due casi critici
Sul fronte clinico, i casi accertati nel territorio pontino sono sette. Di questi, quattro pazienti affetti da forma neuroinvasiva del virus presentano un progressivo miglioramento e condizioni generali definite “discrete”. Restano critiche, invece, le condizioni di un paziente di 86 anni con gravi comorbidità, sebbene stabili. Un altro caso è ricoverato in terapia intensiva e necessita di supporto ventilatorio. Un’anziana di 82 anni è purtroppo deceduta.
Incontri formativi e pianificazione operativa
Nel frattempo, continua il lavoro di rete: il 22 luglio è stato programmato un incontro formativo rivolto a medici, pediatri e operatori sanitari del territorio per aggiornare tutti sulla gestione clinica dei casi e sul rafforzamento della sorveglianza. Il 22 e il 23 luglio si tengono anche riunioni operative con il Consorzio di bonifica e con i Comuni.
“Questa emergenza – sottolineano dall’Asl – dimostra quanto sia fondamentale un approccio integrato tra prevenzione, clinica e informazione per proteggere la popolazione e gestire tempestivamente i rischi sanitari emergenti”.