Salgono a 502 i casi di infezione da West Nile virus (Wnv) confermati in Italia dall’inizio dell’anno, con 33 decessi. Lo riporta l’ultimo bollettino settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che nel precedente aggiornamento segnalava 430 infezioni e 27 morti.
Tra i casi registrati, 226 hanno assunto la forma neuro-invasiva. L’Iss dettaglia la distribuzione: 11 in Piemonte, 16 in Lombardia, 17 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Liguria, 15 in Emilia Romagna, 3 in Toscana, 71 nel Lazio, 2 in Molise, 72 in Campania, 1 in Puglia, 2 in Basilicata, 5 in Calabria, 1 in Sicilia e 8 in Sardegna. Il sistema di sorveglianza ha inoltre rilevato 40 casi asintomatici tra donatori di sangue, 226 casi febbrili (di cui uno importato dal Kenya), 5 casi asintomatici e 5 sintomatici.
Per quanto riguarda i 33 decessi, il Lazio registra il numero più alto (14), seguito dalla Campania (12). Si contano inoltre 3 morti in Piemonte, 2 in Calabria, 1 in Lombardia e 1 in Emilia Romagna. La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive confermate, è pari al 14,6%, a fronte del 20% del 2018 e del 14% del 2024.
Sono 63 le province italiane con dimostrata circolazione del virus, distribuite in 16 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana (new entry), Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Nel medesimo periodo sono stati segnalati anche 4 casi di Usutu virus, così suddivisi: 2 in Piemonte, 1 in Veneto e 1 nel Lazio.
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