Continua a crescere la diffusione del West Nile virus in Italia. Secondo l’ultimo bollettino settimanale dell’Istituto superiore di sanità, dall’inizio dell’anno le infezioni confermate nell’uomo hanno raggiunto quota 680, con 48 decessi. Rispetto alla rilevazione precedente, si contano 33 nuovi casi e un decesso in più in Emilia Romagna.
Tra le infezioni notificate, 321 si sono manifestate nella forma neuro-invasiva. I numeri più alti si registrano in Lazio e Campania, rispettivamente con 83 e 79 casi, seguiti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Sono stati inoltre individuati 54 casi asintomatici tra i donatori di sangue e quasi 300 episodi di febbre, tre dei quali importati dall’estero.La distribuzione dei decessi mostra una prevalenza in Lazio, con 17 morti, e in Campania, con 14. Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Calabria e Sardegna completano il quadro. La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive confermate, è pari al 14,9%, un dato in linea con quello dello scorso anno ma inferiore rispetto al 2018, quando aveva raggiunto il 20%. In totale, il virus è stato rilevato in 74 province distribuite in 17 regioni, confermando una circolazione stabile e diffusa.
L’Iss segnala anche l’andamento delle altre arbovirosi. Nove i casi di Usutu virus, distribuiti tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Lazio. La Chikungunya ha fatto registrare 309 casi, la maggior parte autoctoni, con focolai di diversa entità in Emilia Romagna e Veneto: il più esteso è stato rilevato in provincia di Modena, con oltre duecento casi confermati. Nel periodo considerato, sono emersi anche 166 casi di Dengue, in gran parte legati a viaggi all’estero, con soli quattro episodi autoctoni e due eventi di trasmissione locale, oggi conclusi. Sono quattro invece i casi di Zika virus, tutti importati. Per quanto riguarda la Tbe, la meningoencefalite da zecca, i casi segnalati sono 39, con un decesso. Infine, il Toscana virus ha fatto registrare 96 infezioni, in gran parte autoctone, con un decesso associato.