Ogni bambino escluso da un vaccino è una vita a rischio. E sono ancora troppi. Nel 2024, oltre 14 milioni di bimbi nel mondo non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Sono i cosiddetti “zero dosi”, i più vulnerabili, spesso invisibili alle statistiche ufficiali e ai sistemi sanitari. Lo rivela l’ultimo rapporto congiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dell’Unicef, che fotografa un mondo in cui le coperture vaccinali migliorano, ma con lentezza e disuguaglianze profonde. Se da un lato, infatti, aumentano le vaccinazioni infantili e crescono le percentuali di copertura per morbillo, Hpv e difterite-tetano-pertosse, dall’altro persistono barriere strutturali, economiche e culturali che lasciano milioni di bambini senza protezione. E mentre i Paesi a basso reddito recuperano terreno, preoccupano i segnali di flessione nei Paesi più ricchi.
I tagli agli aiuti mettono a rischio i progressi
“I vaccini salvano vite umane, consentendo a individui, famiglie, comunità, economie e nazioni di prosperare”, spiega il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Ma l’ottimismo è frenato dalle criticità strutturali: “I drastici tagli agli aiuti, uniti alla disinformazione sulla sicurezza dei vaccini, minacciano di vanificare decenni di progressi”, aggiunge.
C’è chi migliora e chi peggiora
Nel dettaglio, i dati mostrano un miglioramento nei 57 Paesi a basso reddito supportati da Gavi, l’Alleanza per i Vaccini, dove sono stati recuperati circa 650 mila bambini non vaccinati o sottovaccinati. Lo conferma uno studio recentemente pubblicato proprio da Gavi, in collaborazione con il Burnet Institute: le campagne vaccinali nei Paesi in crisi hanno evitato il 60% dei decessi previsti dal 2000 a oggi (Leggi qui l’articolo pubblicato su Sanità Informazione). In controtendenza, invece, alcune nazioni a reddito medio-alto e alto, che avevano mantenuto una copertura vaccinale superiore al 90%, ora mostrano segnali di flessione. Un fenomeno che, come sottolinea Catherine Russell, direttore esecutivo dell’Unicef, “dovrebbe preoccuparci tutti”.
Vaccinazioni dell’infanzia e dell’adolescenza
Nel 2024, l’89% dei neonati (pari a circa 115 milioni di bambini) ha ricevuto almeno una dose del vaccino contro difterite, tetano e pertosse, mentre l’85% ha completato il ciclo con tutte e tre le dosi. Rispetto all’anno precedente, ci sono 171 mila bambini in più coperti con almeno una dose e un milione in più che ha completato il ciclo. Tuttavia, restano almeno 20 milioni di neonati che non hanno ricevuto una copertura completa. Anche il vaccino contro il papillomavirus umano (Hpv) segna un +4% rispetto all’anno scorso: il 31% delle ragazze adolescenti idonee a livello globale ha ricevuto almeno una dose, quasi il doppio rispetto al 17% del 2019. Ma l’obiettivo dell’Oms di raggiungere il 90% entro il 2030 è ancora lontano.
Morbillo: cresce la copertura, ma ancora sotto la soglia di sicurezza
Segnali positivi anche dal fronte del morbillo: l’84% dei bambini ha ricevuto la prima dose e il 76% la seconda, con un incremento di circa due milioni di bambini rispetto al 2023. Ma anche in questo caso, l’obiettivo del 95% per prevenire epidemie è distante, e oltre 30 milioni di bambini risultano ancora vulnerabili. “La buona notizia è che siamo riusciti a raggiungere più bambini con vaccini salvavita. Tuttavia, milioni di bambini rimangono senza protezione contro malattie prevenibili – continua Russell -. Dobbiamo agire ora con determinazione per superare ostacoli come la riduzione dei budget sanitari, la fragilità dei sistemi sanitari, la disinformazione e le limitazioni di accesso dovute ai conflitti”, conclude.
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