Il più grande studio in Europa sugli arresti cardiaci, “EuReCa Three”, pubblicato sulla rivista scientifica “Resuscitation”, ha analizzato oltre 45.000 casi di arresto cardiaco extra-ospedaliero in 28 Paesi europei e ha evidenziato che la sopravvivenza media all’arresto cardiaco è del 7,5%.
L’Italia fa registrare una percentuale leggermente inferiore, pari al 6,6%, calcolata, tuttavia, su un campione di piccole dimensioni (4.047 casi) e meno rappresentativo della situazione generale italiana.
Alla raccolta dei dati ha lavorato Italian Resuscitation Council (IRC), società scientifica riconosciuta dal Ministero della Salute che riunisce in Italia medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare. IRC sottolinea la necessità di introdurre in Italia un registro nazionale degli arresti cardiaci che consenta di analizzare un numero più ampio di casi per valutare con più precisione l’efficacia dei soccorsi nel nostro Paese.
La ricerca “EuReCa Three”, è stata coordinata da European Resuscitation Council, la società scientifica europea, punto di riferimento per il settore, di cui IRC è parte.
In Italia, sottolinea una nota di IRC, “non è ancora disponibile su scala nazionale uno strumento prezioso che potrebbe incrementare la tempestività della catena dei soccorsi, ovvero l’applicazione nazionale per cellulari, prevista dalla legge 116 del 2021, che censisce e geolocalizza i defibrillatori automatici esterni (DAE) installati sul territorio e consente anche ai soccorritori occasionali di trovarli subito in caso di emergenza e di utilizzarli sulla base delle indicazioni ricevute al telefono dagli operatori del 118, in attesa dell’arrivo dei soccorsi”.
Per sensibilizzare su questi temi IRC promuoverà tra il 13 e il 19 ottobre a “VIVA! La settimana della rianimazione cardiopolmonare” con decine di eventi gratuiti e aperti al pubblico in tutta Italia in cui ci saranno dimostrazioni pratiche di primo soccorso insieme ad attività ludico-educative e informative pensate anche per i più giovani. L’iniziativa ha il patrocinio di: Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero per lo Sport e i Giovani, Ministero dell’Istruzione e del Merito e Sport & Salute.
“La velocità dei soccorsi in caso di arresto cardiaco è vitale perché la possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto che passa e per questo è essenziale, oltre a una rapida attivazione del 112, insegnare a quante più persone possibili le manovre salvavita come il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore” osserva Andrea Scapigliati, presidente di Italian Resuscitation Council (IRC), “Avere un registro dei DAE, gestito dalle centrali operative del 118 e integrato con un’applicazione unica per tutto il territorio nazionale, permetterebbe di individuare rapidamente dove sono i DAE installati sul territorio e poterli far arrivare in tempo utile a chi sta soccorrendo la vittima di arresto. Questo modello organizzativo sarà il fulcro delle nuove Linee guida europee per la rianimazione cardiopolmonare che verranno pubblicate a ottobre. L’Italia, con l’esemplare legge 116 entrata in vigore nel 2021, si sarebbe già potuta dotare degli strumenti necessari per realizzare tutto questo: è un vero peccato che, a 4 anni di distanza dall’approvazione definitiva della legge, dell’applicazione nazionale ancora non si sappia nulla e che siano pochissime le regioni che se ne siano dotate. Ricordiamoci che l’intervento di chiunque sia accanto alla vittima di arresto è l’anello fondamentale nella catena dei soccorsi. Guidati al telefono dagli operatori del 112 e del 118, i soccorritori occasionali possono infatti già eseguire il massaggio cardiaco e utilizzare il DAE accorciando i tempi di intervento e contribuendo più di ogni altra cosa alla sopravvivenza di chi è colpito da arresto cardiaco”.
Lo studio europeo sugli arresti cardiaci, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Resuscitation” (“European registry of cardiac arrest study THREE (EuReCa- THREE) – EMS response time influence on outcome in Europe”) e condotto tra settembre e novembre 2022 in 28 paesi europei, ha analizzato 45.251 casi confermati di arresto cardiaco extra-ospedaliero, di cui 32.033 trattati dai servizi di emergenza. L’Italia, nei 4.047 casi totali di arresto cardiaco extra-ospedaliero analizzati nella ricerca, ha mostrato un tasso di ripristino della circolazione spontanea (ROSC) del 17% (contro il 31,2% della media europea), con una percentuale di sopravvivenza del 6,6% (Vs il 7,5% europeo) e con un un’incidenza di 4,4 sopravvissuti ogni 100.000 abitanti all’anno (a fronte del 4 della media continentale).
Ogni anno in Europa si registrano circa 400.000 arresti cardiaci extraospedalieri, di cui 60.000 solo in Italia.
Federico Semeraro, presidente di European Resuscitation Council (ERC) e coordinatore della ricerca in Italia, osserva come “I risultati italiani, come il tasso di ripristino della circolazione spontanea significativamente inferiore alla media europea, pongono l’intero Servizio Sanitario Nazionale di fronte a una sfida importante e a un’opportunità di miglioramento basata su solide evidenze scientifiche. È fondamentale investire nella formazione del personale, nell’ottimizzazione dei tempi di risposta e nel miglioramento della qualità delle manovre rianimatorie per colmare questo divario e garantire alle persone in Italia le stesse possibilità di sopravvivenza dei loro concittadini europei. Diventa inoltre strategico attivare un registro nazionale degli arresti cardiaci che possa misurare in modo più fedele la realtà di ogni regione. I dati di EuReCa Three sono stati raccolti su base volontaria e rappresentano solo una minima parte del Paese. Non misurare ciò che accade in Italia ci mette nella condizione di sembrare meno performanti rispetto ai Paesi europei in cui è stato implementato un registro nazionale o regionale degli arresti cardiaci.”
Oggi non è ancora disponibile in Italia l’applicazione nazionale prevista dalla legge 116 del 2021 che censisce e geolocalizza i defibrillatori semi-automatici e automatici esterni installati in città e territori.
Mappe online sui defibrillatori presenti sul territorio sono state realizzate in alcune regioni dalle aziende sanitarie locali e dalle aziende regionali emergenza e urgenza: tra queste la Lombardia (22.674 DAE censiti), il Piemonte (3.210 DAE censiti), la Sardegna (più di 850 DAE censiti).
In Emilia-Romagna, Friuli – Venezia Giulia e Marche sono state introdotte dalle aziende sanitarie locali applicazioni per cellulari che permettono ai cittadini di individuare attraverso la geolocalizzazione il DAE più vicino al luogo dell’emergenza: i DAE rintracciabili in Emilia-Romagna grazie all’applicazione DAErespondER sono oltre 5.500; nell’applicazione del Friuli – Venezia Giulia, DAE FVG, risultano oltre 1.500 DAE censiti sul territorio regionale. Nell’applicazione DAE Marche i defibrillatori registrati sono 2.380. Anche San Marino si è dotata di un’applicazione analoga su cui risultano geolocalizzati oltre 40 DAE.
“VIVA! LA SETTIMANA DELLA RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE. Attraverso incontri, simulazioni e giochi aperti a tutti, VIVA!, giunta alla tredicesima edizione, punta a diffondere la cultura del primo soccorso e insegnare le manovre salvavita, come eseguire un massaggio cardiaco o utilizzare il defibrillatore.
L’iniziativa culminerà il 16 ottobre nella Giornata Internazionale della Rianimazione Cardiopolmonare – World Restart A Heart Day, promossa da European Resuscitation Council (ERC).
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