Salute 24 Marzo 2023 18:09

Stili di vita, alimentazione e sport: 7 italiani su 10 predicano bene ma razzolano male

I risultati del nuovo report «NUOVO REPORT ASIM- AIRC», realizzato da Fondo ASIM in collaborazione con la Fondazione AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro
Stili di vita, alimentazione e sport: 7 italiani su 10 predicano bene ma razzolano male

Consapevoli del ruolo cruciale degli stili di vita, ma poco concreti a cambiarli. È così che possiamo sintetizzare i risultati del nuovo report «NUOVO REPORT ASIM- AIRC (1)», realizzato da Fondo ASIM (Fondo di assistenza sanitaria integrativa dedicato a lavoratrici e lavoratori delle imprese esercenti Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi), in collaborazione con la Fondazione AIRC, e presentato oggi a Roma. I dati indicano che, sebbene 7 italiani su 10 siano ben consapevoli dell’importanza di uno stile di vita attento per la propria salute, fanno fatica a poi a trasformarlo in comportamenti concreti. Inoltre, ritengono erroneamente che modificare le proprie abitudine non sia una questione così «urgente».

Gap tra consapevolezza dell’importanza degli stili di vita e la loro effettiva applicazione

La ricerca è stata condotta su 2.608 persone, un campione rappresentativo della platea delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti delle aziende dei Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi che aderiscono al Fondo ASIM, il 73% donne. Le fasce d’età più rappresentative vanno dai 31 ai 70 anni e oltre la metà del campione è in possesso di un diploma di scuola superiore. Il 67% di loro lavora come operaio, il 32% come impiegato. I soggetti sono stati invitati a rispondere a un questionario, che offre uno spaccato interessante, non solo di quali siano le abitudini alimentari e gli stili di vita degli intervistati, ma soprattutto della differenza sostanziale tra la consapevolezza dell’importanza di adottare determinati comportamenti corretti e la loro effettiva realizzazione nella quotidianità.

Cambiare abitudini alimentari è faticoso e percepito come non urgente

Le principali barriere che interferiscono sui comportamenti virtuosi riguardano la fatica di cambiare abitudini nonostante la consapevolezza dell’importanza di doversi nutrire diversamente. Importanza che, tuttavia, non si traduce nell’ «urgenza» di cambiare approccio, o almeno non nell’immediato. Dunque, le persone sanno cosa significhi «nutrirsi bene» e quanto sia sostanziale nella quotidianità. La difficoltà risiede nel contesto della scelta, nel quotidiano: il cibo è una soddisfazione, cambiare abitudini alimentari è una fatica, e questo cambiamento non è percepito poi come così urgente.

Solo il 19% degli italiani consuma 5 porzioni di frutta e verdura al dì

C’è un grande divario tra le intenzioni e le azioni dei partecipanti. La sfida consiste quindi nell’aiutare le persone a cambiare abitudini oggi, anziché rimandare a un vago domani, mantenendo soddisfazione e facilità. Il consumo di 5 porzioni di frutta e verdura risulta essere il comportamento alimentare salutare meno seguito il (19%); seguono il consumo di legumi (17%); il consumo di pesce (16%); la limitazione del consumo di grassi animali (11%). Rispetto agli stili di vita, il 51% degli intervistati ha dichiarato di aver praticato sport nell’ultimo mese. Tra le motivazioni che impediscono di dedicarsi allo sport, la più citata è la mancanza di tempo (49%).

Screening, la semplice informazione non basta

Tra i programmi di screening che hanno coinvolto il maggior numero di persone ci sono quelli dedicati all’ HPV (Il 73%); tumore della cervice uterina (57%); tumore al seno (51%). Tra le motivazioni più citate da chi ha ammesso di non aver eseguito questi controlli c’è «perché nessuno mi ha mai raccomandato di farlo» e «perché non c’ho pensato». «E’ evidente come la semplice informazione non si traduca necessariamente in un comportamento migliore, perché intervengono barriere pratiche e psicologiche che indeboliscono il legame tra i nostri valori, le nostre intenzioni e le nostre azioni», commenta Massimo Stronati, presidente del Fondo ASIM. «È necessario fare un ulteriore sforzo nella direzione di un maggior coinvolgimento delle persone rispetto all’urgenza di adottare determinate pratiche nel quotidiano», aggiunge.

Contucci (Fondazione AIRC): «Necessario intervenire sulla cultura della prevenzione»

«Bisogna intervenire sulla cultura della prevenzione e veicolare l’importanza di compiere quotidianamente gesti concreti per la nostra salute», sottolinea Niccolò Contucci, Chief Fundraising Officer Fondazione AIRC. «Oggi sappiamo, grazie ai progressi della ricerca, che abitudini più salutari potrebbero evitare la comparsa di circa un tumore su tre. La prevenzione è fondamentale per ridurre la probabilità di sviluppare un cancro ed è alla nostra portata ogni giorno attraverso l’adozione di buone pratiche come: l’adesione agli screening raccomandati, un’alimentazione equilibrata, un’attività fisica regolare, e soprattutto la rinuncia al fumo, il maggiore fattore di rischio per i tumori polmonari e per altre innumerevoli altre malattie».

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