Salute 20 Marzo 2025 12:05

Statine, chi le assume ha un rischio inferiore del 33% di ammalarsi di tumore del fegato

I ricercatori hanno analizzato i dati di 16.501 individui con problemi epatici: in 10 anni il 3,8% degli utilizzatori di statine ha sviluppato tumore del fegato contro l'8% tra chi non le utilizzava
Statine, chi le assume ha un rischio inferiore del 33% di ammalarsi di tumore del fegato

Le statine non fanno bene solo al colesterolo. Chi le assume corre un rischio inferiore del 33% di ammalarsi di tumore del fegato e del 22% di decompensazione epatica, ossia del rapido crollo della funzionalità del fegato accompagnato da ittero e possibile encefalopatia epatica, che conduce alla morte, rispetto a chi non fa uso di questi farmaci per il controllo colesterolo. Il cancro del fegato rappresenta circa il 2% di tutti i tipi di tumore e la sua incidenza a livello europeo è di sette casi annui ogni 100mila abitanti tra il genere maschile e di due ogni 100mila tra le donne. In Italia le nuove diagnosi sono circa 13mila ogni anno, con un’incidenza doppia nei maschi rispetto alle femmine.

I benefici delle statine per il fegato

I benefici che le statine possono apportare a livello epatico sono state scoperte dal gruppo di studio del Massachusetts General Hospital a e della Harvard Medical School, guidato da Raymond Chung. I risultati sono stati stati pubblicati sulla rivista Jama Internal medicine. I ricercatori hanno analizzato i dati di 16.501 individui, di età pari o superiore a 40 anni e con problemi epatici, estrapolati dal Research Patient Data Registry dal 2000 al 2023. Tutti i partecipanti sono stati  seguiti per 10 anni e nel corso di questo arco temporale il 3,8% degli utilizzatori di statine ha sviluppato tumore del fegato contro l’8% tra chi non le utilizzava. “Questi risultati indicano che l’uso di statine, in particolare l’uso di statine lipofile (che si differenziano da quelle idrofile), e una maggiore durata dell’esposizione alle statine, possono ridurre il rischio di tumore del fegato e di decompensazione epatica”, spiegano i ricercatori.

Cosa sono le statine e a cosa servono

Le statine sono un gruppo di farmaci utilizzati per abbassare i livelli di grassi nel sangue, cioè di colesterolo e trigliceridi. “Le statine hanno proprietà antinfiammatorie in grado di proteggere le pareti delle arterie, riducendo così il rischio di eventi cardiovascolari quali infarto, angina e ictus – spiegano gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sulla pagine web dedicata -. Le statine bloccano un enzima (idrossi-metilglutaril-coenzima A reduttasi) indispensabile per il processo di produzione del colesterolo da parte dell’organismo, riducendo così i livelli del colesterolo LDL (dall’inglese Low Density Lipoprotein, lipoproteine a bassa densità). L’assunzione di statine può ridurre del 30-40% il valore di colesterolo totale, rappresentato dalla somma di LDL e HDL (dall’inglese High Density Lipoproteins, lipoproteine ad alta densità) agendo sulla quantità del colesterolo LDL con una diminuzione anche del 50-60%, mentre i livelli del colesterolo HDL rimangono invariati o possono, addirittura, aumentare”.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Sanità

GIMBE: Nonostante gli aumenti, il Fondo sanitario scende al 5,9% del PIL

Aggiunti alla sanità € 2,4 miliardi nel 2026 e € 2,65 miliardi nel 2027 e nel 2028. Nel 2028 il fondo sanitario arriverà a € 145 miliardi e secondo l'analisi indipendente ...
di Redazione
Salute

Capelli bianchi: non solo un segno del tempo, ma un meccanismo di difesa contro il cancro

Secondo uno studio dell’Università di Tokyo i capelli bianchi rappresentano una risposta difensiva delle cellule staminali dei melanociti del bulbo pilifero a gravi danni al DNA
di Isabella Faggiano
Advocacy e Associazioni

Manovra: Cittadinanzattiva e Carer, sui caregiver promesse tradite

Cittadinanzattiva e CARER denunciano la mancanza di una legge nazionale e dello stanziamento di un fondo irrisorio nella bozza di Legge di Bilancio dedicato ai caregiver
di Valentina Arcovio