Sanità 5 Aprile 2018 15:02

La salute nell’era dei Big Data: molte le opportunità, quali i rischi?

Monitorare, prevedere la comparsa di malattie, individuare e promuovere terapie su misura. Così i Big Data trasformeranno la medicina del futuro rispettando la privacy dei pazienti
La salute nell’era dei Big Data: molte le opportunità, quali i rischi?

Tutte le nostre attività quotidiane generano dati di ogni tipo che arrivano da smartphone, pc, tablet, carte di credito, spostamenti. In che modo? Tramite acquisti, email, messaggi, ricerche in rete, condivisioni e commenti sui social, persino pagamenti di parcheggi e caselli autostradali. Tutto ciò che facciamo lascia una traccia digitale che viene registrata sotto forma di informazioni che rivelano le nostre abitudini e, soprattutto, ciò di cui abbiamo bisogno. Ecco, tutto questo, costituisce i Big data, enormi quantità di dati personali in grado di fornire statistiche interessanti una volta elaborati. Ma come vengono utilizzati e da chi? A volte siamo noi che quando installiamo app sullo smartphone o sul pc, senza pensarci troppo, autorizziamo l’accesso alle nostre generalità, contatti, numeri di telefono, foto, video e altro. Servizi gratuiti, è vero, ma il prezzo da pagare è la nostra intimità. In alcuni casi, i dati vengono raccolti e utilizzati per fini sconosciuti ai titolari: questo il succo del recente scandalo di Cambridge Analytica, un’azienda di marketing online che, secondo due inchieste del New York Times e del Guardian, pare abbia utilizzato le informazioni contenute nei profili di 87 milioni di utenti Facebook per fini elettorali, dalla vittoriosa campagna pro Brexit a quella di Donald Trump, influenzando le presidenziali del 2016.

LEGGI ANCHE: MIRKO DE MALDÈ (COO LYNKEUS): «COME PROTEGGERE I NOSTRI DATI? CON LA BLOCKCHAIN»

Si parla di Big Data anche in campo sanitario, dove la sfida è trarre vantaggio da queste enormi quantità di dati con l’obiettivo di prevenire l’insorgenza di virus ed epidemie, prevenire patologie, intervenire sullo stile di vita dei pazienti, migliorare le cure offerte e l’efficienza attraverso terapie personalizzate. In questo, la tecnologia è d’aiuto: sono a nostra disposizione app e sensori in grado di monitorare il nostro stato di salute (respirazione, sonno, frequenza cardiaca), registrare le attività sportive effettuate o le calorie bruciate durante la giornata e controllare l’alimentazione. Da dove arrivano i dati? Fascicolo sanitario elettronico, telemedicina, test clinici, esami di laboratorio permettono di memorizzare e raccogliere informazioni per la ricerca scientifica. E non solo: integrando i risultati ottenuti dallo studio del genoma umano alle potenzialità offerte dall’analisi dei Big Data si può individuare la predisposizione alla malattia o l’ereditarietà: è il caso dell’identificazione della mutazione dei geni BRCA che aumenta notevolmente il rischio di tumore al seno o ovarico.

Vantaggi tangibili da un lato, potenziali rischi dall’altro: il prezzo da pagare per l’innovazione non deve essere la perdita di diritti o la violazione della privacy dei cittadini. Come riportato dal Corriere.it il Garante della privacy è dovuto intervenire più volte nei confronti di strutture sanitarie perché il personale sanitario consultava le cartelle cliniche di pazienti parenti o amici. Inoltre una prassi molto diffusa – confermata dai medici di medicina generale come sostiene il Corriere – è la condivisione dei referti tra medici per il consulto su Whatsapp.

In questo scenario – a tratti allarmante – per garantire una corretta protezione dei dati e scongiurare un altro ‘Datagate’, è stato riformato il Regolamento Europeo 2016/ 679  in materia di protezione dei dati personali che diventerà operativo a partire dal 25 maggio 2018. Il Regolamento permette il trattamento dei dati personali senza il consenso dell’interessato per finalità connesse alla salute, pubblico interesse, ricerca scientifica o storica o a fini statistici ma lo condiziona a precise procedure di tutela e protezione, mantenendo un equilibrio tra diritto alla privacy dei cittadini e finalità di interesse pubblico. Cosa rischiano le società che si appropriano in modo illegale di dati sensibili? Dal 25 maggio in poi, per chi non rispetta le misure minime di sicurezza, violando il regolamento e trattando in modo improprio e illecito i dati personali, sono previste elevatissime sanzioni.

LEGGI ANCHE: ANDRIUKAITIS (COMMISSARIO UE): «IL 25 MAGGIO ENTRERÀ IN VIGORE IL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO SULLA PRIVACY. IL 70% DEI CITTADINI EUROPEI È PREOCCUPATO PER I PROPRI DATI SANITARI» 

 

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK <— CLICCA QUI

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

EGPA, GSK sostiene il Libro Bianco di APACS, per un’alleanza tra pazienti, clinici e istituzioni

GSK sostiene il Libro Bianco “Storie di vita con EGPA” di APACS, un progetto che dà voce ai pazienti e ai caregiver della Granulomatosi Eosinofilica con Poliangite. Il testo evidenz...
di Marco Landucci
Sanità

Legge Caregiver, Locatelli: “Chi ama e cura non vuole essere sostituito, ma accompagnato”

Dopo oltre 15 anni di attesa, arriva il disegno di legge che riconosce tutele, diritti e dignità a chi si prende cura ogni giorno di una persona non autosufficiente. La ministra Locatelli a San...
di Isabella Faggiano
Salute

L’uso prolungato di melatonina può far male al cuore

L'uso prolungato di integratori a base di melatonina  potrebbe comportare un rischio più elevato di diagnosi di insufficienza cardiaca, ricovero ospedaliero connesso e morte per qualsiasi ...
di Valentina Arcovio
Advocacy e Associazioni

Disabilità, Consulte bloccate a Roma e Milano: “I diritti dei cittadini sospesi dalla politica”

Sofia Donato, componente del Direttivo della Consulta Cittadina Disabilità Roma, in un’intervista a Sanità Informazione: “Da giugno, i cittadini con disabilità non han...
di Isabella Faggiano