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Prevenzione 27 Settembre 2024

Pressione arteriosa: “Il valore massimo deve essere contenuto tra i 120 e 129 mmHg”. Le nuove linee guida europee

Non controllarne i valori della pressione e non assumere le terapie adeguate può avere conseguenze molto gravi, come infarto del miocardio, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, ictus, e insufficienza renali

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Il valore massimo della pressione arteriosa deve essere contenuto tra i 120 e 129 mmHg. È questo l’obiettivo a cui devono mirare le terapie prescritte a chi soffre di pressione alta. A stabilirlo sono le nuove linee guida redatte dalla Società Europea di Cardiologia (Esc). Finora, il primo obiettivo terapeutico era ottenere una massima intorno ai 140  mmHg. Ma avere la pressione alta è uno dei fattori che espone ad un maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Non controllarne i valori e non assumere le terapie adeguate può avere conseguenze molto gravi, come infarto del miocardio, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, ictus, e insufficienza renale. Proprio per ridurre il verificarsi di tali complicanze, la Società Europea di Cardiologia (Esc) ha stabilito le linee guida che suggerisco i  parametri necessari per iniziare un intervento terapeutico, i valori target raccomandati durante il trattamento, i farmaci e le strategie da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi.

I nuovi parametri: valori massimi e minimi

Una novità, quella dettata dai cardiologi europei, che riguarda oltre la metà della popolazione, se si considera che ben sei adulti su 10 soffrono di ipertensione. “Nelle patologie cardiovascolari la prevenzione è determinante – spiega Domenico Gabrielli, Presidente Fondazione per il Tuo cuore dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e Direttore Cardiologia Ospedale San Camillo di Roma -. Una variazione importante rispetto alle precedenti linee guida è l’obiettivo del trattamento farmacologico che, da valori pressori inferiori a 140/90 mmHg indicati nella precedente edizione delle linee guida, è passato a valori sistolici compresi tra 120 e 129 mmHg, se tollerati dal paziente. Si tratta di un cambiamento importante – continua – poiché finora era raccomandato un approccio in due fasi con un primo obiettivo di valori inferiori  a 140/90 mm Hg e, solo dopo aver raggiunto questo obiettivo, andava preso in considerazione l’obiettivo di valori inferiori  a 130/80 mmHg. Questo cambiamento è dovuto alle evidenze che hanno dimostrato che trattamenti che riducono in maniera più intensiva i valori pressori consentono di ottenere una maggiore riduzione  del rischio di eventi cardiovascolari”.

Attenzione alla dieta

Le nuove linee guida puntano anche a modificare lo stile di  vita. Per Stefania Di Fusco, Chairperson Area Prevenzione Cardiovascolare Anmco e Dirigente medico presso la Cardiologia Clinica e Riabilitativa Ospedale San Filippo Neri, è “raccomandata una restrizione nell’assunzione di alimenti contenenti zuccheri semplici, che globalmente non devono superare il 10% delle calorie totali introdotte quotidianamente. Inoltre, in soggetti ipertesi e senza malattia renale, suggeriscono un’alimentazione povera di sodio, assumendo in totale non più di un cucchiaino di sale al giorno”. Affinché le nuove linee guida possano essere conosciute da tutti i cittadini, per Fabrizio Oliva, Presidente Anmco e Direttore Cardiologia 1 dell’Ospedale Niguarda, “è  fondamentale avviare campagne educazionali sull’importanza della prevenzione cardiovascolare e migliorare la consapevolezza sulla rilevanza dell’aderenza terapeutica, troppo spesso sottovalutata  dal paziente”.

L’incidenza delle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari, anche se i dati ne mostrano un calo tra il 1990 e il 2022, restano la principale causa di morte nel mondo. Decessi che potrebbero essere prevenuti così come mostrato con il Rapporto ‘Global Burden of Cardiovascular Diseases and Risks‘, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. L’indagine riguarda 204 paesi e territori ed approfondisce i risultati in un gran numero di piccole e grandi aree. “Per queste patologie si verificano un numero enorme di morti premature e prevenibili – commenta il professor Gregory A. Roth, autore senior del rapporto e direttore del Programma di Parametri di salute cardiovascolare all’Università di Washington –. Esistono tante terapie efficaci e poco costose. Sappiamo quali sono i fattori di rischio da identificare e come curarli. Ci sono semplici scelte salutari che ognuno può fare per migliorare il proprio benessere”.

 

 

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