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Benessere 17 Febbraio 2023

Mindfulness e mindful eating, un aiuto per i disturbi alimentari. Cos’è e come si applica

Cos’è la mindfulness e cos’è il mindful eating? Scopriamo le caratteristiche di queste pratiche e come si sono evolute nel tempo

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È possibile ottenere risultati contro diversi disturbi alimentari attraverso la Mindfulness? Secondo alcuni studi è proprio così. Parliamo di bulimia (Proulx, 2008), obesità (Mantzios e Wilson, 2015), diabete (Medina et al., 2017) e anoressia nervosa (Rodriguez et al., 2014).

Per quanto riguarda l’alimentazione, come in questo caso, parliamo in particolare di Mindful eating (in italiano “mangiare consapevolmente”), un protocollo che ha lo scopo di far apprendere alla persona comportamenti alimentari sani ed equilibrati che permettono di raggiungere un alto livello di benessere. Prima di continuare, però, facciamo chiarezza su cos’è la Mindfulness, in cosa consiste e a cosa serve.

Cos’è la Mindfulness

Il termine Mindfulness deriva dal termine sanscrito “Sati”, che nel linguaggio usato dal Buddha per i suoi insegnamenti significa “piena consapevolezza mentale”. La Mindfulness, nel linguaggio comune, oggi è intesa per lo più come il frutto degli studi di Kabat-Zinn, un biologo docente universitario convinto che la pratica della meditazione avesse il potere di trasformare in modo duraturo l’esperienza individuale della sofferenza e dello stress.

Mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante (Kabat-Zinn, 1994). L’obiettivo di questa pratica è quello di eliminare la sofferenza inutile, attivando la comprensione e la profonda accettazione di qualunque cosa accada, attraverso un lavoro di presenza attiva nei propri stati mentali. Mindfulness, dunque, vuol dire essere consapevoli di ciò che sta accadendo in un preciso istante, senza criticare né giudicare.

Storia della Mindfulness

Il padre della Mindfulness è Jon Kabat-Zinn (nato a New York il 5 giugno del 1944) che, a partire dal 1979, propose un insegnamento introduttivo alla meditazione in ospedale. Realizzò un programma di otto settimane per la riduzione dello stress chiamato Mindfulness-based Stress Reduction (MBSR) e lo utilizzò con pazienti ambulatoriali che soffrivano di condizioni croniche.

In seguito, la Mindfulness fu applicata a persone che soffrivano di depressione maggiore in fase di remissione. Nacque così il programma MBCT (Mindfulness-based Cognitive Therapy for Depression Relapse), che mostrò la sua efficacia nella profilassi delle recidive della depressione (Teasdale et al., 1995; Segal et al., 2014). Studi successivi evidenziarono inoltre risultati positivi anche in pazienti in fase acuta (Van Aalderen et al., 2012). Nel corso degli anni sono stati messi a punto protocolli d’intervento basati sulla Mindfulness anche per altre tipologie di problema: MB Relapse Prevention (Skanavi et al., 2011; Vidrine et al., 2016) per la prevenzione delle tossicodipendenze; MB Elder Care (Epstein-Lubow et al., 2011) per i parenti di pazienti anziani fragili; MB Eating Awareness Training (Kattermann et al., 2014) per i disturbi del comportamento alimentare.

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Il Mindful eating

Cosa significa, dunque, mangiare in modo Mindful? Significa effettuare i tre passaggi fondamentali di ogni pasto (scelta del cibo, preparazione del piatto e consumazione della pietanza) in maniera consapevole.

Il Mindful eating consiste nell’entrare, mangiando lentamente, in sintonia con la materia (colori, odori, temperatura, consistenza, ecc.) di cui è composto il cibo, concentrandosi e riducendo al massimo le distrazioni esterne e facendo attenzione ai segnali del corpo che indicano l’arrivo della sazietà. Insomma, non si tratta di una dieta ma di una modalità di assunzione degli alimenti, grazie alla quale il cibo potrà sembrare non soltanto più buono ma appagherà molto prima.

Apprendere la Mindfulness

Per imparare la mindfulness esistono dei veri e propri corsi. Il corso di formazione ECM “Mindfulness: lo strumento per il benessere di professionisti e pazienti”, disponibile sulla piattaforma FAD di Consulcesi Club, ha come finalità quello di far apprendere ai partecipanti le basi neurofisiologiche e neurobiologiche della Mindfulness, con alcuni esempi concreti della modalità di attuazione di una seduta. Inoltre, saranno in grado di rilevare le indicazioni alla Mindfulness e di eseguire alcuni esercizi pratici. Il corso si compone di video-lezioni corredate da materiali didattici di approfondimento e prevede il superamento di un test di verifica finale, al termine del quale si potranno ottenere 7,5 crediti ECM.

Responsabile scientifica del corso è la dott.ssa Maria Cristina Gori, docente di Neurologia presso l’Università Sapienza (Polo di Latina) e collaboratrice del Centro SLA del Policlinico Umberto I per le attività di ricerca scientifica. Dal 2015 è inoltre responsabile dell’Unità Riabilitativa Adulti del Consorzio UNISAN e dal 2016 è Direttore Sanitario del Centro Semiresidenziale Autismo UNISAN di Roma.

 

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