Sanità 25 Giugno 2025 09:43

Antibiotico resistenza, i primi risultati della ‘lotta’ italiana

Al Ministero della Salute un'analisi, a sei mesi dal G7 italiano, su progressi e prospettive nella lotta all’antimicrobico-resistenza nel terzo appuntamento de “La Sanità che vorrei..."
Antibiotico resistenza, i primi risultati della ‘lotta’ italiana

Il G7 del 2024 a guida italiana ha determinato una nuova consapevolezza nella lotta all’antimicrobico-resistenza. L’Italia, pur partendo da una situazione svantaggiata, ha intrapreso un percorso dinamico e una serie di attività di cui si fa portavoce la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali attraverso i suoi progetti “Resistimit” e “Insieme”. I progressi sono stati condivisi al Ministero della Salute nel terzo appuntamento della quarta edizione de “La Sanità che vorrei…”, la progettualità promossa dalla SIMIT, in collaborazione con altre società scientifiche (in questa occasione AMCLI, SIGOT, SIMG, SIMPIOS), associazioni di pazienti, rappresentanze della società civile e delle imprese (CARB-X, Federfarma, gli Istituti Zooprofilattici), decisori politici, istituzioni nazionali e internazionali.

Il fondo da 100 milioni per gli antibiotici “reserve”

L’incontro “Antimicrobico-resistenza: una sfida sanitaria urgente e una responsabilità condivisa”, tenutosi a pochi giorni dagli Stati Generali di Napoli, ha sottolineato l’importanza della prevenzione, da estendere anche all’ambito della resistenza antimicrobica, definita come una delle principali minacce per la medicina moderna. Ha ricordato l’impegno del Ministero in questo settore, supportato da investimenti significativi. Il Prof. Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento Programmazione, dispositivi medici, farmaco e politiche in favore del SSN, Ministero della Salute, ha richiamato gli sforzi compiuti negli ultimi anni, citando, tra gli esempi, l’istituzione in legge finanziaria di un fondo da 100 milioni di euro per gli antibiotici “reserve”: un passo avanti per garantire cure efficaci ai pazienti che ne hanno bisogno, ma anche un investimento strategico per il SSN.

Una minaccia globale

Antibiotico-resistenza e Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) sono fenomeni in crescita in tutta Europa, con l’Italia che è tra i Paesi con le peggiori performance. Lo hanno ribadito in apertura il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT nonché nuovo membro del Consiglio Superiore di Sanità, e il Prof. Claudio Mastroianni, Past President SIMIT. “Tra le cause di questo fenomeno vi sono l’eccessivo uso di antibiotici a livello umano e animale, la scarsa conoscenza del tema, la mancanza di buone pratiche come l’igiene delle mani – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni – Occorrono strategie mirate per un uso corretto degli antibiotici (Antimicrobial Stewardship) e un efficace controllo (Infection control). Nel mondo si stimano 5 milioni di morti per antibiotico resistenza, di cui un milione 300mila direttamente attribuibili ad essa. In Italia si calcolano 11mila morti l’anno per infezioni ospedaliere, record in Europa, dove i decessi complessivi sono circa 33mila. Circa l’8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione correlata all’assistenza. Tuttavia, un diverso approccio permetterebbe di ridurre di almeno il 30% l’impatto di queste infezioni”.

Il progetto “Insieme”

Il progetto “Insieme” è finalizzato a uniformare a livello nazionale le politiche di controllo delle infezioni ospedaliere all’insegna di principi come la formazione, l’organizzazione dei controlli e audit per comprendere le criticità. “In questi mesi abbiamo realizzato una survey sull’applicazione dei programmi di contrasto alle infezioni nosocomiali che è da poco stata accettata su ‘Scientific report’ emergono gli imponenti sforzi ancora da compiere, ma anche i significativi risultati raggiunti – spiega la Prof.ssa Cristina Mussini, Vicepresidente SIMIT – Nei 30 ospedali coinvolti, infatti, abbiamo potuto rilevare alcuni miglioramenti. Su tutti, l’incremento dal 40% al 70% all’adesione al lavaggio delle mani, che, come indicato dalle linee guida OMS, rappresenta una pratica fondamentale per prevenire la diffusione di germi, specialmente in ambito sanitario, dove le mani sono un veicolo comune di trasmissione di microrganismi. Migliorare la situazione dunque è possibile, basti pensare che l’applicazione di strategie adeguate può prevenire fino al 50% delle ICA. Servono un cambiamento culturale che generi consapevolezza e strategie operative capaci di garantire continuità”.

I dati di Resistimit

La piattaforma Resistimit è un registro nazionale dinamico che raccoglie e analizza in tempo reale i dati su infezioni gravi da batteri resistenti. Obiettivo è migliorare diagnosi, trattamento e prevenzione. “Il lavoro realizzato con Resistimit ha consentito di analizzare fin qui oltre 1400 pazienti in 40 ospedali italiani di tutto il territorio nazionale colpiti da infezione grave da batteri gram negativi – spiega il Prof. Marco Falcone, Consigliere SIMIT, responsabile progetto Resistimit – . Sono emersi dati di mortalità rilevanti, specie per alcuni batteri come Klebsiella pneumoniae (22-23%), del 37% per Acinetobacter baumannii, mentre si arriva addirittura a una mortalità del 43% per Stenotrophomonas maltophilia. Stiamo identificando i pazienti più vulnerabili e le condizioni che li espongono maggiormente al rischio. L’analisi di questi dati permetterà di diagnosticare tempestivamente le infezioni e di ridurre la mortalità dovuta a questi germi resistenti. Il lavoro potrà avere dunque un’importante ricaduta pratica. Entro fine anno, quando avremo raggiunto i duemila pazienti analizzati, presenteremo un nuovo bilancio e i progressi ottenuti”.

Ad un anno dal G7

Nella tavola rotonda istituzionale “A un anno dal G7: il coordinamento per un’azione efficace contro l’antimicrobico-resistenza”, moderata dal giornalista scientifico Daniel Della Seta, è emersa la dimensione internazionale del fenomeno e la necessità di un ampio coordinamento. Lo hanno sottolineato l’eurodeputato On. Carlo Ciccioli e Silvia Bertagnolio, Head, AMR Unit, OMS. Bertagnolio ha ricordato la “health diplomacy” dell’OMS, che è impegnata a sviluppare analisi e a formulare raccomandazioni, senza però la possibilità di azioni dirette, che sono invece affidate ai singoli paesi. Da qui si è sviluppato il dibattito tra rappresentanti istituzionali e autorità sanitarie, con la partecipazione della Sen. Ylenia Zambito, Segretaria 10ª Commissione, Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale; dell’On. Ylenja Lucaselli, Membro V Commissione, Bilancio, Tesoro e Programmazione; il Prof. Rocco Bellantone, Presidente ISS; Michele Tancredi Loiudice, Dirigente medico, AGENAS; la Prof.ssa Anna Teresa Palamara, Direttrice Dipartimento di Malattie Infettive, ISS; il Prof. Giancarlo Ripabelli, Professore Ordinario di Igiene, Università degli Studi del Molise e Segretario SIMPIOS.

Il contributo della comunità scientifica

La tavola rotonda scientifica “Il ruolo di Antimicrobial Stewardship e Infection Control tra innovazione e responsabilità in un approccio One Health” ha messo in luce il ruolo strategico dei geriatri con Moira Ceci, Tesoriere SIGOT, e dei Medici di Medicina Generale con Giulia Ciancarella, Collaboratrice Area Prevenzione SIMG; il Prof. Giovanni Rezza, Professore straordinario di Igiene, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha ribadito le dimensione del problema; il Prof. Maurizio Sanguinetti, Professore Ordinario di Microbiologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma ha privilegiato l’importanza della diagnostica microbiologica come driver per instaurare una corretta terapia antimicrobica; Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP, ha ricordato come l’abuso di antibiotici sia un fenomeno che coinvolga anche l’ambito veterinario. Gli infettivologi di SIMIT hanno presentato i progressi delle strategie messe in campo negli ultimi due anni.

L’approccio One Health

Il bilancio della giornata è stato tracciato nel talk show “Approccio One Health, questo sconosciuto”. Damiano De Felice, Capo delle Relazioni Esterne di CARB-X, ha spiegato i progetti di questa realtà che nel G7 di Ancona ha rappresentato l’investimento di punta, con un finanziamento di 21 milioni di dollari nel prossimo triennio per una partnership globale senza scopo di lucro volta a sostenere lo sviluppo di nuovi antibiotici. Francesco Pomilio, Responsabile del Reparto di Igiene e tecnologia degli alimenti, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise G. Caporale, ha analizzato gli sviluppi dell’approccio “One Health” e le implicazioni della questione a livello ambientale e animale. Alfredo Procaccini, Vice Presidente Vicario Federfarma si è soffermato sul ruolo delle farmacie.

 

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