Salute 6 Novembre 2023 13:00

Sesso: è solo virtuale per un giovane su tre della Gen Z

L’indagine SIA sui cambiamenti delle abitudini sessuali dei giovani dopo la pandemia, il presidente Palmieri: “La sessualità negli under 35 appare sempre più  sganciata dalla componente relazionale e riproduttiva, e questo si riflette sulla scarsa soddisfazione nei rapporti reali. La tendenza alimenta silenziosamente il fenomeno della denatalità”
di I.F.
Sesso: è solo virtuale per un giovane su tre della Gen Z

In Italia un ragazzo su tre fa solo sesso virtuale, mentre oltre un milione e 600mila giovani tra i 18 e i 35 anni non ha mai avuto rapporti sessuali e circa 220mila coppie stabili, della stessa fascia di età, dichiara la propria astinenza dal sesso. Dietro il crollo delle nascite non c’è soltanto il disagio sociale ed economico, il calo della fertilità maschile, complici i cambiamenti climatici, l’inquinamento e scorretti stili di vita, ma potrebbero pesare in futuro anche alterazioni della sessualità dei giovani, sganciata da aspetti relazionale e riproduttivi, come il sesso virtuale e l’astinenza sempre più diffusi. È quanto emerge dai risultati preliminari della ultima indagine promossa dalla Società Italiana di Andrologia (SIA) sui cambiamenti delle abitudini sessuali dei giovani dopo la pandemia.

Il rapporto della Gen Z con il sesso è complicato e contraddittorio

L’indagine promossa nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e prevenzione andrologica, ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Esercito Italiano, la Croce Rossa Italiana (CRI), ed è stata condotta dall’Università IULM di Milano, su un campione di 500 giovani maschi, dai 16 ai 35 anni e i loro partner. “I risultati preliminari dell’indagine mostrano che il rapporto della Generazione Z con il sesso è complicato e contraddittorio  – dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli -. La sessualità negli under 35 appare sempre più  sganciata dalla componente relazionale e riproduttiva, e questo si riflette sulla scarsa soddisfazione nei rapporti reali, 50% del campione, e sul ricorso al sesso solo virtuale per un ragazzo su tre. Questa tendenza alimenta silenziosamente il fenomeno della denatalità  e comporta anche una ricaduta sui disturbi della sfera sessuale”.

Il ruolo dell’andrologo

“Moltissimi ragazzi lamentano disfunzione erettile ascrivibile alla virtualizzazione del rapporto, all’eccesso di pornografia e di autoerotismo”, continua Palmieri. Preoccupa infatti che l’11% dei giovani dichiara di utilizzare quasi esclusivamente il mondo online per trovare partner sessuali e il 30% utilizza chat erotiche e siti pornografici quotidianamente. “Mentre il 68% dichiari di sapere chi è l’andrologo, il 58% ritenga importantissimo fare visite preventive, poi di fatto il 74% dei giovani risponde che non ha mai fatto una visita andrologica e l’83,9% – conclude lo specialista – dichiara di non effettuare controlli regolari”.

 

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