Salute 31 Agosto 2022 12:19

Polverone su Fans e Covid: sono davvero così efficaci e ce lo hanno nascosto?

La review pubblicata sulla rivista Lancet infectious diseases ha scatenato un polverone di polemiche: molte le interpretazioni cattive e maliziose. Serve chiarire come stanno davvero le cose

Polverone su Fans e Covid: sono davvero così efficaci e ce lo hanno nascosto?

Chiariamolo subito: nessun nuovo studio ha scoperto che i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene e l’aspirina, riducono le ospedalizzazioni del 90%. E soprattutto: né il ministero della Salute, né l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) o qualsiasi altra autorità sanitaria ce lo ha nascosto. Tutto parte da una review – non una meta-analisi sistematica, ma più che altro una narrazione – pubblicata sulla rivista Lancet infectious diseases. Il titolo dovrebbe già suggerire che le conclusioni non sono rivoluzionarie: «La casa come nuova frontiera per il trattamento di Covid-19: il caso degli antinfiammatori». Il lavoro è stato condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Gli autori – Giuseppe Remuzzi, Fredy Suter, Norberto Perico e Monica Cortinovis – hanno preso in esame studi pubblicati su riviste scientifiche, condotti tra il 2020 e il 2021.

Dalla review considerazioni già note sui FANS

Le conclusioni della review sono già piuttosto note. Non aggiungono nulla di nuovo e si possono sintetizzare così:

  • – l’infezione Covid-19, causata da Sars-CoV-2, è caratterizzata da un ampio spettro di gravità dei sintomi che richiede quantità di cure variabili in base alle diverse fasi della malattia;
  •  intervenire all’esordio dei sintomi da lievi a moderati in ambito ambulatoriale offrirebbe l’opportunità di prevenire la progressione verso una malattia più grave e complicanze a lungo termine;
  •  poiché i sintomi precoci della malattia riflettono in modo variabile un’eccessiva risposta infiammatoria sottostante all’infezione virale, l’uso di farmaci antinfiammatori, in particolare i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), nella fase ambulatoriale iniziale di Covid-19 sembra essere una preziosa strategia terapeutica;
  •  i FANS, quindi, non aumentano la suscettibilità all’infezione, come invece ipotizzato a inizio pandemia. Non sono pericolosi;

L’origine di quel 90% di riduzione delle ospedalizzazioni legate ai FANS

Alcuni studi osservazionali hanno testato i FANS (in particolare gli inibitori della COX-2 relativamente selettivi), spesso come parte di protocolli multifarmacologici, per il trattamento ambulatoriale precoce di Covid-19. I risultati di questi studi sono promettenti e indicano un ruolo cruciale dei FANS per la gestione domiciliare delle persone con sintomi iniziali dell’infezione. Quella ormai famosa percentuale di riduzione delle ospedalizzazioni, pari circa al 90%, legata all’uso precoce dei FANS, non è un dato nuovo o frutto di una rivelazione della review. Ma è solo un dato emerso in due studi, pubblicati su riviste scientifiche, ma non tra le più famose e prestigiose, che conoscevamo da tempo. E che sapevamo non essere definitivi. Insomma questa review non cambia nulla. Aggiunge riflessioni interessanti, ma non ci dice niente che già non sapessimo.

Nelle linee guida per la gestione Covid i FANS non sono stati esclusi, ci sono!

La polemica scatenata da una cattiva – a volte anche molto fantasiosa e maliziosainterpretazione della review ha portato alla fine a puntare il dito contro l’Aifa e il ministero della Salute. Ritorna in auge – se fosse mai passato di moda – il ritornello «tachipirina e vigile attesa». Il lavoro di Remuzzi ha iniziato quindi a essere strumentalizzato per avvallare le teorie No Vax e quelle complottistiche, che in tempi di campagna elettorale sembrano fare gioco a molti. La verità è che il ministero e l’Aifa non ha mai escluso i FANS dalle terapie consigliate per la gestione dei sintomi lievi di Covid-19. Basta dare un’occhiata alle linee guida, disponibili fin dal novembre 2020, in cui si consigliava l’uso di paracetamolo o dei Fans «in caso di febbre o dolori articolari o muscolari». Si tratta di un consiglio che è sempre stato confermato in tutti gli aggiornamenti successivi e di cui non si è fatto mai mistero.

Remuzzi: «L’atteggiamento del ministero e dell’Aifa è sempre stato impeccabile»

Il resto lo spiega bene lo stesso autore della review che ha fatto scatenare tanto clamore. Giuseppe Remuzzi ribadisce: «La cosa peggiore che può capitare ai dati della letteratura scientifica è di essere strumentalizzati durante una campagna elettorale, non importa da quale schieramento. Mettere sotto accusa il ministro Speranza è deplorevole. Gli antinfiammatori possono aiutare contro il Covid però i nostri studi presi in considerazione nella review, tra gli altri, sono robusti ma non ancora definitivi. Non si può pensare che le autorità li usino per dare regole valide in maniera assoluta. In Italia l’atteggiamento del ministero e dell’Aifa è sempre stato impeccabile. Non c’era evidenza che qualcos’altro funzionasse quando sono stati pubblicati i primi risultati sugli antinfiammatori. Quando invece sono apparse le prime evidenze, l’Italia è stato il primo Paese al mondo a introdurre gli antinfiammatori nella cura contro il Covid».

 

 

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