Con oltre 6 milioni di italiani visitati, 230mila interventi chirurgici, 136mila nuovi ricoveri e 9900 nuove diagnosi di tumori testa-collo, ogni anno l’otorinolaringoiatria è una delle discipline che si sono espanse più velocemente grazie anche al continuo progresso tecnologico medico chirurgico.
Oggi, la riduzione dei reparti dedicati nel SSN e la prospettiva di fondere la specialità con la formazione in audiologia e foniatria rischiano di diluire competenze ultra-specialistiche faticosamente accumulate
I disturbi dell’udito e le malattie dell’orecchio colpiscono circa 7 milioni di italiani con un danno diretto e indiretto di oltre 36 miliardi di euro. Né l’otorinolaringoiatria si limita alla sola area dell’udito o delle tonsille, per le quali è più conosciuta. Con oltre 6 milioni di italiani visitati, 230mila interventi chirurgici, 136 mila nuovi ricoveri e 9900 nuove diagnosi di tumori testa-collo, ogni anno è divenuta, invece, una delle discipline più versatili e all’avanguardia del panorama sanitario, soprattutto dal punto di vista chirurgico. «Oggi – spiega il presidente professor Piero Nicolai di SIOeChCF – copriamo l’intera Area Testa-Collo: da un’oncologia complessa e difficile specie chirurgicamente, all’applicazione di protesi impiantabili come gli impianti cocleari; ci occupiamo, anche, delle patologie dell’orecchio medio, interno e della base cranica laterale; di tutte le patologie del naso dei seni paranasali e della base del cranio anteriore, dei disturbi ostruttivi del sonno, delle patologie delle ghiandole salivari ed infine anche della voce problematiche estetiche del volto».
«Ma questa versatilità – aggiunge il professor Giovanni Danesi di SIOeChCF – rende difficile inquadrare la disciplina, anche a livello di programmazione sanitaria. Il risultato è la riduzione della prevenzione: troppo spesso la diagnosi è tardiva anche se ogni euro speso per tempo e nel modo giusto può risparmiarne 18 nell’arco di 10 anni. Ma ancora più grave è la progressiva perdita di competenze che sta iniziando ad erodere il patrimonio di saperi e capacità accumulato nella passata generazione. I reparti di Otorinolaringoiatria si stanno, infatti, rarefacendo nel SSN e la prospettiva di unire i corsi di specialità di Otorinolaringoiatria a quelli di Audiologia e Foniatria minaccia di diluire ulteriormente una formazione che dovrebbe, invece, puntare ad una marcata specializzazione. Questo, infatti, sarebbe il momento per radicare saldamente l’Otorinolaringoiatria nel Servizio Sanitario. Il rischio, altrimenti, è quello di perdere i progressi raggiunti».
Questo l’allarme rivolto dalla SIOeChCF al mondo della sanità. «Del resto, compito delle Società scientifiche – conclude il professor Domenico Cuda, past president SIOeChCF – è quello di portare la voce degli specialisti medici e quindi degli otorinolaringoiatri alle istituzioni per difendere l’interesse sia di medici che pazienti». Anche con questo obiettivo la Società Italiana di Otorinolaringoiatria annuncia la sua partecipazione con un suo appuntamento tematico a Welfair, la fiera del fare sanità che si terrà dal 18 al 20 ottobre 2023 a Fiera Roma. La fiera offre, infatti, un format nuovo di fiera sanitaria perché si concentra sull’incontro tra governance, medici, società scientifiche e aziende MedTech per confrontarsi sui processi concreti dai quali originano i servizi e si integrano le innovazioni. «La sfida di Welfair – conferma Claudio Lo Tufo, co-organizzatore di Welfair insieme a Fiera Roma – consiste nel generare processi che, di per sé, siano già germinativi del cambiamento, favorendo l’incontro tra le persone per discutere e sviluppare idee, progetti e soluzioni da implementare nel settore sanitario».
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