Salute 13 Giugno 2019 09:00

Le nuove identità sessuali, ecco cosa c’è oltre le dicotomie maschio-femmina e omosessuale-eterosessuale

Giuliani (sessuologa): «La costruzione dell’identità sessuale inizia ancor prima della nostra nascita, non solo a livello cromosomico. È un processo complesso, potenzialmente infinito frutto di un delicato dialogo continuo tra fattori biologici, psicologici, sociali, culturali e affettivi»
di Isabella Faggiano

«Si chiama pansessuale ed è una persona sessualmente o romanticamente attratta dall’altro, indipendentemente dal sesso e dall’identità di genere. È definito poliamoroso, invece, chi intrattiene contemporaneamente  più di una relazione affettiva o intima, con il consenso esplicito di tutti i partner coinvolti. Ancora, esiste il sapiosessuale che ritiene l’intelligenza il fattore principale dell’attrazione fisica, o il demisessuale che sviluppa un’attrazione sessuale solo se con l’altro esiste un forte legame emotivo pre-esistente. Fino all’asessuale che non prova alcun tipo di attrazione o interesse sessuale». È così che Marta Giuliani, psicologa e sessuologa dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, descrive alcune delle nuove identità sessuali.

«Il mutamento sociale degli ultimi e la maggiore attenzione del mondo scientifico sul tema – continua l’esperta  – hanno permesso ad un numero crescente di persone di vivere più liberamente la propria sessualità. Le classificazioni classiche, dicotomiche e polarizzate, tra maschile-femminile e omosessuale-eterosessuale, sono così state superate».

La sessualità è un’area che riguarda tutti: «È  un’espressione fondamentale di noi – dice la sessuologa  – che abbraccia un’ampia gamma di manifestazioni: penso alle sensazioni corporee, alle emozioni e alle fantasie, agli aspetti relazionali e alla dimensione di gioco e scoperta». È un tema diffuso e trasversale a cui anche il Festival della psicologia, svoltosi di recente nella Capitale, ha dedicato ampio rilievo.

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«La costruzione della nostra identità sessuale  – aggiunge Marta Giuliani, tra il relatori del Festival della Psicologia – è un processo complesso, potenzialmente infinito, poiché è il frutto di un delicato dialogo continuo tra fattori biologici, psicologici, sociali, culturali e affettivi. Questa costruzione comincia ancora prima della nostra nascita, ma non solo a livello cromosomico. Inizia quando i due futuri genitori si pongono la fatidica domanda “è maschio o femmina?”. Ecco, in quel momento, iniziano ad essere messi in atto tutta una serie di comportamenti che ci parlano di quanto la cultura influenzi il nostro sviluppo psico-sessuale».

E cosa accade quando questo sviluppo dell’identità sessuale soggettiva si scontra con quelle culture in cui la libertà sessuale rappresenta ancora un tabù? Impedire ad un soggetto di vivere la sua sessualità in modo libero può influire anche sulla suo benessere psico-fisico? «In Italia non c’è una grossa distinzione tra un luogo e l’altro, il pregiudizio legato alla libertà sessuale, purtroppo, è diffuso – sottolinea Giuliani – appartiene alla nostra cultura. È importante dunque che si affrontino sempre più spesso tematiche di questo tipo, affinché l’approccio alla sessualità ed alla libertà sessuale sia scientificamente corretto. Immagino che si tratti di un percorso lungo e difficile, ma necessario. Un processo indispensabile a tirare fuori dall’isolamento chi – conclude – inevitabilmente vi finisce».

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