Salute 14 Aprile 2025 14:50

Medicina di genere: con PDTA differenziati, risparmi fino al 16% e tagli a liste d’attesa

Si è appena concluso “ENDO-DIABE 2025: medicina di genere per l’endocrinologo”, congresso promosso dall’IRCCS MultiMedica e dall’Università Statale di Milano, per favorire una gestione clinica “genere-specifica” delle patologie endo-diabetologiche
Medicina di genere: con PDTA differenziati, risparmi fino al 16% e tagli a liste d’attesa

Non solo consente diagnosi più accurate e terapie personalizzate, con conseguenti migliori risultati di salute, ma un approccio alla cura “gender-specific” oggi inizia a rivelarsi anche economicamente vantaggioso, perché in grado di ridurre alcune prestazioni non sempre necessarie e di ottimizzare i processi, aumentando il numero di pazienti che possono essere presi in carico. Se ne è parlato in occasione del congresso “ENDO-DIABE 2025: medicina di genere per l’endocrinologo”, organizzato in questi giorni dall’IRCCS MultiMedica e dall’Università Statale di Milano. Gli esperti hanno fatto il punto sulle ultime novità in tema di differenze biologiche e ormonali tra maschi e femmine nel manifestare le malattie e nel rispondere alle cure, focalizzandosi su endocrinologia e diabetologia, due discipline fortemente influenzate da fattori legati al genere.

Alcune malattia si manifestano con sintomi diversi in uomini e donne

“La consapevolezza del ‘gender gap’ nella salute è aumentata molto negli ultimi anni”, evidenzia Livio Luzi, direttore del Dipartimento interpresidio di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche di MultiMedica, Ordinario di Endocrinologia presso l’Università Statale di Milano e responsabile scientifico del congresso. “Sappiamo, ad esempio, come alcune malattie abbiano sintomi diversi tra i due sessi o come alcuni farmaci possano differire nel funzionamento se assunti da uomini o donne. Ora occorre allargare il campo d’azione e iniziare a strutturare interi percorsi diagnostico-terapeutici diversificati a seconda del genere”, aggiunge.

I vantaggi della riorganizzazione delle cure, l’esempio lombardo

“In una simulazione che abbiamo sottoposto alle istituzioni competenti, abbiamo ipotizzato di riorganizzare l’Unità Operativa di Endocrinologia di un ospedale lombardo, introducendo Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali genere-specifici per tre patologie: osteoporosi, noduli tiroidei e prolattinomi, tutte a maggior prevalenza nel genere femminile”, prosegue Luzi, che è anche membro del Tavolo Tecnico sulla Medicina di Genere di Regione Lombardia e che, in MultiMedica, ha iniziato a strutturare uno dei primi esempi lombardi di reparto dedicato esclusivamente alla donna, per la cura della sua salute organica e psicologica. “A fronte di alcuni costi iniziali dovuti alla formazione del personale, all’acquisizione di nuova tecnologia e allo sforzo di rendere gli esami di laboratorio più precisi, abbiamo calcolato diversi vantaggi”, aggiunge.

Con 6 PDTA possibile abbattere il 16,9% dei costi sanitari regionali

Il PDTA maschile sull’osteoporosi, ad esempio, riducendo la necessità di MOC e radiografie, permetterebbe di incrementare del 30% il numero di pazienti gestibili dalla struttura; quello femminile sui noduli tiroidei consentirebbe di ridurre le tiroidectomie e quello sui prolattinomi di dimezzare il numero di risonanze magnetiche all’ipofisi. Nel loro complesso, i sei PDTA potrebbero abbattere del 16,9% i costi dell’UO a carico del Servizio Sanitario Regionale, trattando, al contempo, più pazienti e contribuendo a ridurre le liste d’attesa”.

Un approccio genero-specifico per la retinopatia diabetica

“Un altro ambito clinico in cui si rilevano differenze di genere riguardo a prevalenza, progressione e gestione della patologia è quello della retinopatia diabetica, una frequente complicanza che, in Italia, si verifica nel 6,4% dei pazienti con diabete”, interviene Stela Vujosevic, direttore dell’Unità Complessa di Oculistica – indirizzo Retina Medica dell’Ospedale San Giuseppe, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche dell’Università degli Studi di Milano. “Il sesso maschile è un fattore di rischio indipendente per la retinopatia diabetica avanzata e numerosi studi evidenziano che la malattia, di qualsiasi grado, è significativamente più frequente negli uomini. Queste considerazioni, alla luce anche di una prevalenza del diabete in continua crescita (nel nostro Paese, si prevede possa raggiungere l’8% entro il 2045), fanno comprendere l’importanza di un approccio genere-specifico nella diagnosi e nel trattamento della retinopatia diabetica”.

 

 

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