Salute 14 Ottobre 2024 09:22

Malformazioni craniche neonatali, al Meyer una nuova tecnica mininvasiva: “Incisione più piccola e degenza più breve”

La storia del piccolo Andrea affetto da una forma severa di scafocefalia: l’intervento è riuscito senza complicanze e già nel pomeriggio della stessa giornata il bambino si è rialimentato
Malformazioni craniche neonatali, al Meyer una nuova tecnica mininvasiva: “Incisione più piccola e degenza più breve”

Una singola incisione di due centimetri che evita invasive cicatrici lunghe da un orecchio all’altro. È questo il valore aggiunto offerto dalla tecnica mininvasiva innovativa utilizzata all’ospedale Meyer di Firenze sui neonati affetti da malformazioni craniche. Sono già 123 i piccoli appena nati trattati endoscopicamente presso la struttura pediatrica fiorentina per risolvere la craniostenosi, una malformazione del cranio. Attraverso questa piccola incisione si riesce, grazie all’aiuto dell’endoscopio, ad asportare la parte di cranio malata e ridare quindi spazio al cervello che cosi può continuare la sua crescita. La tecnica innovativa riduce enormemente il disagio per i piccoli pazienti, accorciando il loro tempo di degenza da una media di sette giorni ad una di due.

Che cosa sono le craniostenosi

“Le craniostenosi – ricordano gli specialisti dell’ospedale pediatrico fiorentino – sono malformazioni congenite del cranio causate dalla fusione precoce di una o più suture craniche del neonato. Esistono craniostenosi di diversi tipi e gravità, a seconda del numero e delle suture coinvolte: possono causare deformità craniche, asimmetrie facciali e, in alcuni casi, aumento della pressione intracranica o problematiche dello sviluppo della vista nei casi in cui vi sia un coinvolgimento oculare”. Il team di neurochirurgia del Meyer, guidato da Lorenzo Genitori, si sta sempre più specializzando nell’approccio endoscopico mininvasivo a diversi tipi di craniostenosi. Il paziente, solitamente, viene operato entro i primi sei mesi di vita.

La storia di Andrea

Tra i casi trattati al Meyer, uno definito “particolarissimo”, è quello di Andrea, affetto da una forma severa di scafocefalia, tra le craniostenosi più comuni: “È stato operato con tecnica endoscopica, nonostante la severità del quadro malformativo – spiega Mirko Scagnet, neurochirurgo del Meyer specializzato in questo tipo di interventi e responsabile dell’unità di chirurgia endoscopica del basicranio del Meyer-. L’intervento è riuscito senza complicanze e già nel pomeriggio della stessa giornata il bambino si era rialimentato, potendo stare tranquillamente in braccio alla propria mamma. La Tc postoperatoria ha confermato il completo raggiungimento del target che ci eravamo fissati nello studio pre-chirurgico. Già dopo sei mesi dall’intervento, il bambino ha presentato un ottimo rimodellamento cranico con una normalizzazione degli indici craniometrici, come dimostrato dall’ultima visita, gode di buona salute ed i genitori sono molto contenti dell’aspetto estetico. Grazie all’introduzione dell’endoscopio in questa tipologia di chirurgia siamo riusciti ad ottenere i medesimi risultati della chirurgia tradizionale, ma con una singola e piccola incisione cutanea”, conclude il neurochirurgo del Meyer.

 

 

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